Highlights — Kvaratskhelia gioca a biliardo tra le gambe degli avversari

Il doppio tunnel dell'esterno georgiano è il nostro momento preferito della sesta giornata di Serie A.
di Alfonso Fasano
12 Settembre 2022

Fino a poche ore fa, tutte le manifestazioni del talento di Kvicha Kvaratskhelia erano state travolgenti, esplosive: tiri di rara forza, dribbling saettanti ad altissima velocità, contrasti ruvidi con gli avversari – sul campo ma anche in aria – da cui è uscito vincitore. Sembrava che la componente fisica del suo gioco fosse quella preponderante, che la sua evidente capacità di spaccare le partite dipendesse dal fatto che nessuno potesse afferrarlo e contenere la sua esuberanza, figuriamoci se fermarlo o togliergli il pallone. Niente di nuovo, a pensarci bene: viviamo il momento del crepuscolo di Messi e della nuova supremazia di Mbappé, Haaland e Vinícius Jr, siamo dentro un’era calcistica scandita – anzi: segnata – da giocate che sembrano compiute da atleti-cyborg per quanto sono veloci, potenti, per quanto riescono a portare sempre più in là i limiti atletici del gioco. La realtà, però, è che la tecnica di questi giocatori è comunque altissima, altrimenti non potrebbero fare quello che fanno continuando a mantenere il controllo del pallone. La nostra è una distorsione percettiva e quindi anche narrativa: rimaniamo abbagliati da ciò che fanno con il loro corpo, perché ci sembrano cose aliene, e finiamo per metter in secondo piano ciò che fanno fare al pallone.

Certo, è ancora presto per inserire Kvaratskhelia nel gruppo dei fuoriclasse d’élite. È irriverente anche solo pensarlo. Ma forse stiamo distorcendo un po’ anche lui, il suo racconto appena iniziato. Abbiamo omesso di dire, o forse non ce ne siamo ancora accorti, che parliamo di un esterno offensivo dalla sensibilità tecnica elevatissima, che fa apparire e scomparire il pallone, che sembra giocare a biliardo con i piedi e una palla solo apparentemente troppo grande per farlo, visto il modo in cui riesce a farla viaggiare in spazi ristrettissimi, per esempio le gambe aperte per un istante da un difensore avversario.

L’ultima dimostrazione di queste doti è arrivata nel bel mezzo di Napoli-Spezia, nel corso di un primo tempo in cui il georgiano è stata l’unica arma creativa della squadra di Spalletti. È successo intorno al minuto 5, dopo un lancio telecomandato di Rrahmani che Kvaratskhelia ha addomesticato con un controllo non definitivo e non elegantissimo, in pratica ha smorzato e fatto scorrere un po’ la palla, e questo gli ha permesso di non rallentare troppo la corsa. Ampadu gli si è avvicinato e solo a quel punto Kvara ha fermato davvero il pallone, solo che un istante dopo – ma davvero un istante – l’ha toccato di nuovo con l’esterno facendolo scorrere in mezzo alle gambe del difensore dello Spezia. Fa tenerezza vedere come Ampadu provi a bloccare comunque Kvaratskhelia cingendogli il fianco con il braccio sinistro, solo che lo ritrae subito, così da evitarsi un fallo e un’ammonizione, e fa niente se si tratta di un’ammissione di manifesta inferiorità. È incredibile, poi, notare quanto spazio si prenda Kvaratskhelia con il tunnel: il suo avversario diretto era lì davanti a lui e in un lampo, clic, è dietro di due o tre metri.

Questa rapidità fotonica costringe Kvaratskhelia ad affrontare subito un altro difendente dello Spezia: si tratta di Emil Holm, terzino svedese che supera il metro e novanta d’altezza e che corre velocissimo, chi ha visto la partita contro il Napoli se n’è reso conto per novanta minuti più recupero. Anche Holm, però, viene letteralmente attraversato dal pallone e da Kvicha Kvaratskhelia: proprio come fatto con Ampadu, il georgiano tiene il suo ritmo di corsa e la sua postura ingobbita, ma poi indovina il tempo giusto per spostare la palla in maniera dolcissima e impercettibile, sempre con l’esterno, senza perderne il controllo. Anche Holm, dopo che il pallone gli passa fra le gambe e sembra quasi che stia per inciampare, prova a mettere le mani addosso a Kvaratskhelia; anche Holm, però, rinuncia subito e si fa dare un metro e mezzo dall’esterno del Napoli. Che alla fine prova a chiudere l’azione a modo suo, con altri due tocchi a convergere e con un tiro secco e forte sul secondo palo. Solo l’addome di Nikolaou impedisce al pallone di finire nello specchio della porta difesa da Dragowski. Tutto questo è successo in poco più di otto secondi netti. È tutto qui:

Anche i telecronisti inglesi sembrano piuttosto ammirati

Il tunnel è una giocata difficile da vedere perché difficilissima da eseguire: servono velocità, intuitività, la capacità di toccare il pallone con il tempismo giusto e quel tanto che basta perché passi proprio lì, tra le gambe del difensore, proprio nell’attimo in cui le ha spalancate. Forse è una giocata rara anche perché stigmatizzata nel calcio del passato, un gioco in cui i duelli uno contro uno erano molto più frequenti e la velocità complessiva era decisamente più bassa, e allora il tunnel era visto e percepito come un modo di fin troppo irridente di superare l’avversario, oltre il confine con lo sberleffo. Ora le cose sono cambiate, il tunnel è una soluzione funzionale e quasi naturale, basta vedere la rapidità della scelta di Kvara, il modo in cui il georgiano tocca e quindi padroneggia la palla. Il fatto che la faccia passare tra le gambe di due avversari nel giro di pochi secondi è un ulteriore segnale di qualità, di superiorità. Del fatto che queste cose, per lui, sono del tutto normali. Ma non lo sono per chi le guarda: gli ooooh dei tifosi allo stadio Maradona – e anche dei telecronisti inglesi che sentite in questo video – sottolineano che siamo di fronte a un momento di calcio fuori dall’ordinario.

Pochi minuti dopo, poi, Kvara fa la stessa cosa solo senza tunnel, con delle sterzate ripetute nel cuore dell’area di rigore: prima manda fuori giri Ampadu – ancora lui – fintando di tirare col destro e spostandosi la palla sul sinistro s, poi è il polacco Jakub Kiwior a farsi superare nello stesso identico modo, con il georgiano che si porta la sfera di nuovo sul destro, si apre lo specchio della porta e tenta la conclusione sul primo palo. Anche questo doppio dribbling è pura funzionalità ed è avvenuto dentro un fazzoletto di campo davvero ridotto, anche in questo caso la sensazione è che Kvara stesse giocando a biliardo con i piedi tra le gambe degli avversari, solo che lui sa farlo a velocità folle e quindi risulta incontenibile, solo che sa farlo in maniera sempre imprevedibile, perché in fondo è proprio questa la caratteristica dei grandi calciatori: fanno le stesse di chi li ha preceduti, eppure riescono a sorprendere tutti.

>

Leggi anche

Calcio
Per i club inglesi, le tournée estive in Asia continuano a essere importantissime
Anche se creano problemi alla preparazione precampionato, è impossibile non pensare all'affetto (e le richieste) dei tifosi locali. E ai soldi, naturalmente.
di Redazione Undici
Calcio
Il Real Madrid ha speso 50 milioni per Carreras, che è cresciuto nel suo vivaio e che fu ceduto a parametro zero
L'ex terzino del Benfica ha lasciato il Madrid per unirsi (gratis) al Manchester United, ma ora è tornato a casa.
di Redazione Undici
Calcio
Il Birmingham City ha annunciato l’incredibile progetto del suo nuovo stadio, un impianto da 60mila posti che costerà oltre tre miliardi di euro
La proprietà americana, di cui fa parte anche Tom Brady, vuole fare le cose in grande.
di Redazione Undici
Calcio
La capitana dell’Italia agli Europei femminili, Elena Linari, ha scelto di indossare una fascia arcobaleno
Un messaggio significativo su un palcoscenico importante.
di Redazione Undici