Guarda Pasquale Mazzocchi che sembra Roberto Carlos

In questo avvio di stagione il terzino della Salernitana è davvero inarrestabile.

Da anni, ormai, si parla dei terzini in maniera nuova. Sono giocatori che vengono proprio definiti con una terminologia mai utilizzata prima: esterni difensivi, laterali a tutta fascia, quinti di centrocampo se la loro squadra si schiera con una difesa a tre. Questa mutazione lessicale deriva da un altro cambiamento: quello che riguarda i loro compiti in campo. Oggi un terzino può essere tutto ciò che è sempre stato, ma anche un regista largo, una mezzala in appoggio in fase di costruzione, un finalizzatore sui cross che arrivano dall’altra fascia. Non ci sono preclusioni, non esistono limiti alla creatività tattica. Anzi: se un terzino ha le giuste qualità, può diventare l’arma offensiva numero uno di una squadra. In questo senso l’esempio più eclatante è quello del Milan, costruito intorno alla forza, al dinamismo, alla classe superiore di Theo Hernández. Oppure c’è la Salernitana di Davide Nicola, che in questo inizio di stagione ha potuto godersi lo strapotere fisico e tecnico di Pasquale Mazzocchi.

No, non c’è nessuna esagerazione. Si può parlare di strapotere: Mazzocchi sta giocando in maniera continua e talvolta abbagliante, mostrando doti atletiche e tecniche fuori scala. Come quando ha ubriacato di finte Weston McKennie dopo aver anticipato nettamente Cuadrado: in quell’azione, Mazzocchi ha mosso le gambe vorticosamente e senza toccare la palla, come fece Amantino Mancini in una notte lionese di Champions League. Poi ha toccato il pallone di destro per allargarsi di nuovo verso sinistra. E alla fine, per chiudere l’azione, ha sparato un pallone tesissimo di sinistro che Antonio Candreva ha dovuto solo spingere in rete con il torace.

Irresistibile

Non c’è un solo istante di esitazione in questa percussione: Mazzocchi sfrutta una lettura e una giocata difensiva a dir poco approssimative di Cuadrado, ma poi in otto secondi netti si mangia una trentina di metri di campo e brucia McKennie. E se credete che questo sia stato l’exploit tecnico di un giocatore esclusivamente fisico, ecco un paio di cose che dovrebbero convincervi del contrario: in questo video pubblicato dodici anni fa su YouTube, si vede un giovanissimo Pasquale Mazzocchi – in maglia granata – che palleggia in un campetto in terra battuta, di destro, di sinistro, di testa, che tiene fermo il pallone tra spalle e collo e nel frattempo si toglie la felpa, che praticamente si diverte a stare davanti alla telecamera mentre fa la foca da circo – cioè non fa mai cadere la palla, e in più fa qualche trick da artista di strada – per due minuti interi. Se queste evoluzioni non sono abbastanza persuasive, basta andare a riprendere gli highlights di Juve-Salernitana e guardare l’azione precedente a quella del gol di Candreva: Mazzocchi va via a Cuadrado, poi copre la palla con il corpo, alza la testa, vede gli inserimenti lunghi di Dia e Piatek e mette un pallone perfetto dietro la difesa. Col destro. Dalla fascia sinistra. Come se fosse un trequartista del passato. Come se fosse un terzino/regista della nostra era che gioca a piede invertito.

Qualità

La percussione contro la Juventus non è un evento isolato. Pochi giorni prima, infatti, il terzino della Salernitana ha segnato il suo primo gol in Serie A grazie a un’azione ancora più travolgente, in cui sembrava aver preso le sembianze di Roberto Carlos: la stessa rapidità, la stessa decisione, la stessa forza nelle gambe, la stessa caparbietà nel tenere sempre il pallone, nel riprenderselo anche dopo un rimpallo. Il fatto che tiri di sinistro a uscire alimenta un po’ di più questa suggestione – che ovviamente è solo momentanea. Certo, ci sono alcune differenze: è chiarissimo che Mazzocchi in realtà è un destro naturale, si vede da come converge verso il centro fin dal primo dribbling, dalla sua postura, dal fatto che tutti i tocchi di palla intermedi tende a farli col suo piede forte. Tutto questo lo rende molto distante da Roberto Carlos, e ci mancherebbe altro, ma l’esplosività sembra essere proprio quella. Quella dei fluidificanti di altri tempi.

Forza

Il livello raggiunto da Mazzocchi in questa tarda estate 2022, a 27 anni compiuti da poche settimane, è davvero impressionante. Al punto che l’esterno della Salernitana sembra giocare le sue partite come se fosse perennemente in trance tecnica, e allora puoi aspettarti pure un elastico alla Ronaldinho usato per superare l’avversario diretto a pochi centimetri dalla linea di fondo. In realtà qualche segnale che potesse andare così c’era già, basta scavare nel passato senza arrivare per forza ai video di dodici anni fa: Mazzocchi ha vissuto da protagonista le tre promozioni consecutive del Parma dalla Serie D alla Serie A, poi è passato per Perugia e Venezia prima di arrivare a Salerno nove mesi fa. Poco dopo l’approdo nella squadra granata, il suo procuratore ha raccontato che Walter Sabatini – uno che di calcio se ne intende – l’ha portato come esempio, per lui era un giocatore perfetto per una squadra come la Salernitana. Per costruire una salvezza-impresa come quella centrata dalla squadra di Nicola grazie a un finale di campionato a mille all’ora. E in cui Mazzocchi ha consolidato la buona impressione che avevamo avuto di lui a Venezia, nella prima parte della stagione.

Quella di Pasquale Mazzocchi è una bella storia. Sono qui a scriverlo mentre guardo e riguardo i video che vedete nel thread Twitter appena sopra, in cui c’è Mazzocchi che canta – con voce molto intonata, per altro – delle canzoni neomelodiche, e ne sono ancora più convinto. Per un motivo semplice: a Barra, il quartiere di Napoli Est in cui è cresciuto, io ho frequentato le scuole elementari. So cosa si prova ad avere certe radici, so cosa si prova a voler – o anche a dover – sfuggire alla retorica e al determinismo legati a questa provenienza geografica. È bello poter pensare che la sua sia una normale vicenda di talento e di meritocrazia, anche se tardiva, e che mi abbia sfiorato, accarezzato così da vicino. È bello poter immaginare che questo sia solo un inizio, che Mazzocchi possa continuare a incendiare la fascia sinistra o destra della Salernitana, che possa somigliare a Roberto Carlos ancora per un po’.