L’epica prestazione di Mignolet contro l’Atlético Madrid

Una serie di parate di livello altissimo hanno permesso al Bruges di qualificarsi per la prima volta agli ottavi di Champions.
di Redazione Undici

La grande sorpresa della Champions League, finora, è rappresentata dal Bruges: i belgi si sono qualificati per la prima volta nella loro storia alla fase a eliminazione diretta della Champions, grazie ai dieci punti conquistati nelle prime quattro partite del girone. Dopo le vittorie per 1-0 contro il Leverkusen, per 4-0 contro il Porto e per 2-0 contro l’Atlético, il risultato decisivo è arrivato in casa degli spagnoli, dove il Bruges ha pareggiato per 0-0. Tutti questi punteggi hanno un denominatore comune: il fatto che la squadra di Hoefkens, in particolare Simon Mignolet, ha mantenuto in tutte le partite di Champions la porta inviolata.

Il portiere ex Liverpool, in particolare, si è superato nella gara del Metropolitano: come ha riportato Opta, Mignolet ha realizzato 14 parate, il maggior numero di interventi registrato nella competizione, mantenendo la porta inviolata, da quando Opta colleziona i dati (stagione 2003/04). Ovviamente, Mignolet si è esibito in grandi prestazioni anche nelle precedenti uscite: all’andata contro l’Atlético aveva compiuto cinque salvataggi, e ancora quattro contro il Porto e tre contro il Bayer Leverkusen.

Nella sfida giocata a Madrid, oltre all’evidente significato storico per il Bruges, Mignolet ha però dato l’impressione di essere davvero imbattibile. In particolare, due interventi sono stati veramente spettacolari. Prima ha salvato su un colpo di testa di Griezmann, molto forte anche se non troppo angolato: il portiere belga è riuscito a distendere il braccio verso l’alto in tempo, alzando la traiettoria del pallone oltre la traversa. Poi, sul finale del match, è stato il turno di una parata ancora più pazzesca, stoppando Morata da pochissimi passi – praticamente, una botta a colpo sicuro: in qualche modo, Mignolet è riuscito a opporsi, deviando il pallone in angolo. Un intervento che ha ricordato quello di Jerzy Dudek nell’incredibile finale di Champions del 2005, quando si oppose in maniera soprannaturale, diremmo, al tiro di Shevchenko a pochissimi passi dalla linea di porta.

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