Deserto elettrico, una rivoluzione alla Dakar

Con la nuova RS Q e-tron E2, l’evoluzione della prima elettrica che abbia mai partecipato al rally raid più duro e affascinante del pianeta, Audi vuole cambiare faccia al motorsport.

Tutti gli eventi storici positivi e tutti i più grandi cambiamenti che hanno portato l’umanità a evolversi, a proiettarsi verso il futuro, sono il frutto di un salto nell’ignoto: di un’intuizione che diventa un’invenzione, del coraggio di trasformare le idee in realtà, di fare spazio a cose nuove e quindi mai
provate prima. Fatte le dovute proporzioni, Audi ha cercato di fare – sta facendo – un percorso simile nel microcosmo del motorsport. E la protagonista di questa rivoluzione in atto è Audi RS Q e-tron, la prima elettrica che ha partecipato alla Dakar. È successo tutto in pochi mesi: a novembre 2020 la casa automobilistica tedesca ha annunciato di voler partecipare al rally raid più duro e importante al mondo; alcuni giorni dopo è stata ufficializzata la partnership con la scuderia Q Motorsport; a luglio 2021, infine, è stato presentato il fuoristrada che poi è stato guidato in Arabia Saudita – sede della Dakar 2022 – dagli equipaggi Sainz-Cruz, Ekstrom-Bergkvist, Peterhansel-Boulanger. E che ha portato a quattro vittorie di tappa. Come se non bastasse, a marzo 2022 è arrivata la prima vittoria assoluta: Stéphane Peterhansel ed Edouard Boulanger hanno conquistato l’Abu Dhabi Desert Challenge con un vantaggio di 29 minuti sulla macchina seconda classificata.

Questi successi immediati sono merito del pilota e del suo navigatore, ma soprattutto di chi ha progettato un prototipo rivoluzionario, che si può definire come un mosaico perfettamente armonizzato di elementi solo apparentemente lontanissimi tra loro, ma che alla fine riescono a comunicare: i due motori elettrici derivati direttamente dalle monoposto Audi impegnate nel campionato di Formula E, il motore endotermico a benzina che viene usato come generatore per ricaricare le batterie e degli ammortizzatori in grado di resistere alle tremende sollecitazioni delle corse nel deserto – il meccanico e dirigente Sven Quandt li ha definiti «qualcosa di speciale» – sono i componenti più innovativi, ma l’intero progetto ha aperto e sta aprendo strade che il motorsport non aveva mai percorso, se non nell’immaginario di tecnici e ingegneri.

La rivoluzione non si è esaurita, tutt’altro. In vista della prossima edizione della Dakar, che si svolgerà di nuovo in Arabia Saudita tra il 31 dicembre 2022 e il 15 gennaio del 2023, Audi sta dando vita a un progetto ancora più visionario: la nuova Audi RS Q e-tron E2 è un prototipo profondamente rinnovato rispetto a quello che l’ha preceduto, anche se in realtà ha un nome che ricorda un mito del passato – la leggendaria Sport quattro S1 E2, dominatrice nella seconda metà degli Anni Ottanta. Il perfezionamento inizia da una carrozzeria e da una scocca completamente ridisegnate: il nuovo abitacolo è più ampio e quindi garantisce maggior comfort all’equipaggio, ma la novità più significativa è che la nuova versione di Q e-tron è decisamente più leggera, anche perché i progettisti hanno abbassato il baricentro della macchina. Un altro cambiamento importante è quello che riguarda i cofani anteriori e posteriori, la cui nuova sezione ricorda lo scafo di una barca: il punto più largo è all’altezza del pozzetto, mentre poi si assottiglia notevolmente verso la parte anteriore e il retrotreno; così il peso complessivo del prototipo è ancora più basso, e inoltre i flussi d’aria saranno gestiti ancora meglio.

Un’altra modifica fondamentale, soprattutto se pensiamo alle lunghe corse che aspettano la RS Q e-tron E2 alla Dakar, è la gestione dell’energia. Lavorare su questo aspetto è stato inevitabile, visto che i regolamenti vietano di superare certi limiti e la Federazione vigila e può comminare delle penalizzazioni. In virtù di tutto questo gli ingegneri Audi hanno creato dei controller, uno per ogni motore, che vengono gestiti direttamente da un software con un tempo di calcolo di pochi millisecondi. Lo stesso concetto ha guidato il rifacimento dell’impianto di climatizzazione, che nella prima versione della RS Q e-tron era fin troppo aggressivo – addirittura si correva il rischio di congelare il liquido di raffreddamento. Ora il sistema lavorerà in maniera intermittente e quindi richiederà un minore dispendio di energia, senza che questo impatti in maniera significativa sulle temperature percepite a bordo: una buona notizia per pilota e co-pilota, visto le temperature e la fatica che li aspettano nel deserto.

Da Undici n° 46