Come il Brighton ha imparato a sfruttare il mercato sudamericano

Mac Allister è solo l'ultimo grande colpo del club inglese, che da anni ha un legame fortissimo con le società e i procuratori d'Oltreoceano.

L’accoglienza trionfale riservata dal Brighton all’argentino Alexis Mac Allister, appena tornato in Inghilterra dopo i Mondiali e le grandi feste in patria, non è un evento così esagerato: per la prima volta nella sua storia, infatti, il club dell’East Sussex ha fornito un calciatore alla Nazionale vincitrice del torneo iridato. Insomma, ciò che è successo in Qatar rappresenta una cesura, segna un prima e un dopo nella storia del Brighton. E non solo dal punto di vista statistico: Mac Allister, infatti, è l’uomo-simbolo di una politica manageriale che definisce il club, la gemma più luccicante scovata nell’ambito di un sistema di mercato che punta alla scoperta e alla valorizzazione del talento. E che, semplicemente, sta portando l’Albion al punto più alto della sua storia. Mai prima d’ora, infatti, il BHAFC era rimasto per più di quattro stagioni consecutive nella prima divisione del calcio inglese: ora siamo alla sesta annata consecutiva, un nuovo record dopo quello fissato a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta. È anche una questione di classifica: attualmente la squadra allenata da De Zerbi è nona in Premier League, una posizione che a fine anno varrebbe il primato nella storia dei Seagulls, alla pari con la scorsa stagione. 

Il fatto che Mac Allister sia argentino non è solo un caso: il mercato del Brighton, infatti, punta da anni in direzione del Sudamerica. E il punto è che non si tratta di una semplice predilezione elettiva, piuttosto di un legame costruito nel tempo, alimentato con metodo – e con una certa soddisfazione – negli ultimi anni. L’ha raccontato The Athletic in questo articolo, che parte inevitabilmente da Mac Allister ma poi si espande sia nel passato che nel futuro. Tutto è iniziato quando la strategia di reclutamento data-oriented del presidente Tony Bloom, un appassionato ed ex giocatore di poker, si è fusa con le conoscenze acquisite dall’amministratore delegato, Paul Barber, e dall’ex capo del reclutamento Paul Winstanley: dopo le prime due operazioni concluse nel corso della stagione 2010/11, quando l’allora manager Gus Poyet sfruttò i suoi contatti per acquistare Agustin Battipiedi e Cristian Baz, la trattativa avviata per Jonathan Calleri non andò a buon fine, visto che alla fine il Boca decise di tenerlo e poi di cederlo in prestito al West Ham. A quel punto, però. Barber e Winstanley avevano creato una rete di contatti piuttosto fitta nel sub-continente: un requisito fondamentale in un contesto calcistico particolare, caratterizzato dal fatto che i cartellini dei giocatori non appartengono solamente ai club, ma anche ai singoli procuratori.

È così che il Brighton si è creato una sorta di corsia preferenziale per l’acquisto di giovani talenti sudamericani. Argentini e brasiliani, ma non solo: un’altra grande intuizione del club inglese è stata quella di allargare i riflettori anche ad altri Paesi, per esempio l’Ecuador (Moisés Caicedo è stato preso dal fertile vivaio dell’Independiente del Valle) e il Paraguay (il 18enne Julio Enciso è arrivato dal Libertad di Asunción). In questo modo, anche i canali storicamente più affollati sono diventati più accessibili: quando gli è arrivata l’offerta del Brighton, Mac Allister e Facundo Buonanotte – fantasista argentino classe 2004 appena arrivato dal Rosario Central – non hanno avuto dubbi, visto che hanno avuto dei buoni uffici dai loro procuratori e vista com’era andata ai calciatori che erano già arrivati al Brighton dal Sudamerica. Lo stesso Mac Allister, intervistato pochi giorni fa da Tuttosport, ha detto che «al Brighton ci sono dei giovani molto forti, soprattutto quelli che vengono dal Sudamerica: i nostri scout sono eccezionali. Il mio club ha la capacità di acquistare giocatori poco conosciuti, valorizzarli e poi rivenderli a caro prezzo».

Qualcuno ha cominciato a manifestare un po’ di paura per il futuro, visto che Paul Winstanley è passato da poche settimane al Chelsea, dove rivestirà il ruolo di Direttore dell’area scouting. In realtà il Brighton ha avviato un processo di successione interna che dovrebbe mantenere inalterato lo status quo: Sam Jewell, infatti, ha preso il suo posto a interim dopo essere stato Emerging Talent Scouting manager per diversi anni. Insomma, le professionalità e le strategie sono rimaste e rimarranno identiche, quindi è probabile che Mac Allister non sarà l’ultima grande promessa sudamericana a vestire la maglia del Brighton. Sarà divertente scoprire se i suoi successori avranno lo stesso successo, a cominciare da Facundo Buonanotte.