L’eliminazione di Berrettini agli Australian Open è stata davvero crudele

Match point fallito dopo aver recuperato due set, la palla decisiva di Murray che rimbalza sul nastro e poi cade in campo.

Matteo Berrettini ha perso al primo turno degli Australian Open, e questa di per sé è già una notizia. Perché Berrettini era reduce da una semifinale a Melbourne, perché la sconfitta contro Murray gli costerà un posto nella Top 20 della classifica ATP. Più di tutto, però, la cosa più interessante e – inevitabilmente – più sensazionale riguarda il modo con cui è arrivata questa eliminazione: sotto di due set a zero dopo un inizio a dir poco complicato, Berrettini ha ripreso il suo avversario e ha avuto addirittura la possibilità di giocarsi un match point. È successo al decimo game del quinto set, con Murray al servizio e sul punteggio di 30-40: a pochi centimetri dalla rete, Berrettini ha sbagliato un rovescio piuttosto semplice, a campo praticamente aperto.

Insomma, si può dire che Berrettni è stato eliminato in un modo davvero crudele. Dopo quell’errore, infatti, lui e Murray si sono giocati il Super tie-break – un nuovo format introdotto quest’anno per il quinto set a Melbourne, e che prevede un tie-break a dieci e non più a sette punti – ed è stato il tennista britannico a imporsi (10-6). Il punto decisivo di Murray è arrivato dopo che la palla è rimbalzata sul nastro in maniera beffarda, per poi ricadere nel campo di Berrettini. Proprio in relazione a questo punto, al rapporto tra sfortuna e risultati, Berrettini si è espresso in maniera lapidaria, chiara, nelle interviste del postpartita: «L’anno scorso ho vinto 7-6 al quinto. Quest’anno ho perso 7-6 al quinto. È il tennis». Il riferimento di Berrettini va alla – bellissima – sfida giocata nel 2022 contro Alcaraz al terzo turno, un anno fa fu lo spagnolo a recuperare due set e poi a cadere al quinto, ma solo dopo il tie-break. In merito all’errore decisivo sul match point, Berrettini ha detto che «ho avuto un match point, ho sbagliato il colpo: questo è il riassunto della partita».

Il match point fallito da Berrettini

Chi ha visto l’intera sfida, avrà notato l’inizio contratto di Berrettini, la sua difficoltà a tenere un ritmo continuo nei primi due set. Tutto vero, ed è stato lo stesso tennista italiano a confessarlo, dando però grandi meriti anche al suo avversario: «Non credo di aver giocato molto bene oggi. Non mi sono allenato molto nell’ultima fase pre-stagione. Stavo ancora affrontando alcuni infortuni. Quando sono arrivato qui, mi sono detto: “Vediamo se sono pronto per cinque set”. Lo sono stato, e questo mi rende felice. Ma devo dire che avrei potuto giocare molto meglio. Certo, c’è stata anche una grande partita di Murray: Andy ha giocato meglio, si è mosso meglio, sta tornando uno dei migliori nel circuito. Sapevo che sarebbe stato un primo turno difficile: lui ama giocare questo tipo di partite. È un grande campione». Difficile non definire diversamente un giocatore che, al netto dei tanti stop avuti per infortunio, ha perso una sola delle 129 partite in cui si è trovato avanti di due set: era il 2005, era Wimbledon e il suo avversario era David Nalbandian.

Nel postpartita, Berrettini ha anche raccontato quello che è successo poco prima dell’inizio della sfida con Murray: «Due minuti prima della partita, mi hanno avvertito che avremmo giocato indoor, non all’esterno. Me l’hanno detto quando ero pronto a scendere in campo e mi ero riscaldato all’aperto: è stato diverso giocare al chiuso, all’esterno la temperatura era piuttosto alta e la palla volava. È stata una grossa modifica, e ovviamente vale anche per Andy. Devo dire che lui l’ha gestita meglio. Quando il tetto è chiuso, le condizioni sono più lente. Ma questo è quello che facciamo: dobbiamo giocare e adattarci a condizioni diverse. Lui l’ha fatto meglio di me, e alla fine ha vinto. La cosa buona è che ho ripreso e quasi ribaltato la partita con poco tennis, alla fine è stata una bella sfida». La ricorderà, la ricorderemo anche noi in questo modo: è stato feroce vederlo perdere così, ma in fondo per una sconfitta che sembra crudele bisogna assistere a una grande partita, necessariamente.