Il Chelsea ha assunto il mental coach degli All Blacks

Si chiama Gilbert Enoka ed è il fautore della filosofia "Niente di teste di cazzo".
di Redazione Undici 07 Febbraio 2023 alle 13:55

Cosa fai se dopo una faraonica campagna acquisti da oltre 600 milioni di euro sei nono in classifica, lontano venti punti dal primo posto e dieci dalla zona Champions, e da inizio anno non hai vinto che una misera partita su sette? Il Chelsea un’idea ce l’ha: assumere come mental coach Gilbert Enoka, che ha lavorato con la Nazionale di rugby della Nuova Zelanda. Enoka ha iniziato a collaborare con gli All Blacks nel 2000 ed era nel loro staff nel corso dei Mondiali vinti nel 2011 e nel 2015, e prima del rugby ha avuto esperienze con le Nazionali del suo Paese di cricket e netball. Per lui, il ruolo nel Chelsea sarà il primo incarico nel mondo del calcio.

Non aspettatevi i Blues inscenare l’haka nelle loro partite di Premier League, o diventare aggressivi come dei piloni di rugby. Anzi, il coinvolgimento di Enoka è stato deciso non per potenziare l’animo bellico dei giocatori, ma per costruire un’ottima atmosfera all’interno della squadra, per agevolare una coesione di gruppo e per inserire al meglio le numerose nuove facce arrivate nelle ultime settimane a Stamford Bridge. Enoka, del resto, è una delle anime di quella Nuova Zelanda che della filosofia “Niente teste di cazzo” – dal titolo del libro di James Kerr che ricostruiva proprio l’etica del lavoro degli All Blacks – ha fatto il proprio mantra di vita. Una filosofia da applicare anche in Premier League: niente giocatori individualisti, niente egoismi, niente gelosie, ma un gruppo unito, dedito al sacrificio e disponibile ad aiutarsi l’un l’altro. In una squadra con una rosa così lunga e così piena di giocatori importanti, un aspetto fondamentale.

Proprio su questo, Enoka aveva così espresso il suo pensiero: «Per una testa di cazzo conta solo se stesso. Sono persone che si mettono davanti alla squadra, che pensano di avere diritti per natura, che si aspettano che per loro le regole siano diverse. Spesso le squadre lasciano perdere, magari perché si tratta di giocatori di grande talento. Noi cerchiamo di captare immediatamente segnali che possano essere contraddittori e lavoriamo per ridurre al massimo certi comportamenti e certi ego. Il nostro motto è: se non puoi cambiare le persone, cambiale lo stesso».

>

Leggi anche

Calcio
Per la prima volta nella sua storia, il Real Madrid sta valutando di aprirsi a investitori esterni
Dal 1902, anno della fondazione del club, il Real ha sempre mantenuto lo stesso modello proprietario, un modello chiuso rivolto solo ai soci. Ma le cose stanno cambiando.
di Redazione Undici
Calcio
Tre Federazioni del Sud America vogliono i Mondiali 2030 a 64 squadre, ma l’idea non piace nemmeno al resto del Sud America
Argentina, Paraguay e Uruguay insistono per l'allargamento, ma il resto della CONMEBOL va completamente in un'altra direzione.
di Redazione Undici
Calcio
Il Bochum si sta affidando all’intelligenza artificiale per scegliere giocatori, allenatore e persino il direttore sportivo
Il club tedesco, retrocesso in seconda divisione al termine dell'ultima stagione, ha avviato una rivoluzione piuttosto visionaria.
di Redazione Undici
Calcio
Alcuni club di Premier League hanno già trovato il modo per aggirare la regola che vieterà di fare pubblicità ad agenzie di betting
Sunderland, Aston Villa, Leeds, Nottingham Forest e Chelsea hanno stretto accordi con aziende di scommesse che operano solo sul mercato asiatico.
di Redazione Undici