Un tuffo negli anni Novanta, con la collezione Icons di adidas

Ci sono anche la Nazionale italiana e la Juventus, in un drop che restituisce il sapore di un decennio unico.

Pochi decenni sono riusciti a entrare così a fondo nell’immaginario collettivo del pubblico calcistico come gli anni Novanta. Un decennio che si è aperto con i Mondiali italiani, con quell’esplosione di colori e quegli stadi così sfarzosi, gremiti di tifosi e di entusiasmo. Nel frattempo, la Serie A era il miglior campionato al mondo, con i più grandi campioni internazionali – da Ronaldo a Zidane a Batistuta – che facevano a gara per arrivare a giocare negli stadi italiani. Le maglie da calcio, che cominciavano a cogliere le prime opportunità commerciali, moltiplicando le loro uscite e arrivando a essercene tre, se non in circostanze particolari anche quattro per squadra, si riempivano di nuovi design, nuovi colori, nuove espressioni visive – un’estensione ideale di uno sport che era definitivamente cambiato, e che si apriva a un’era entusiasmante.

A distanza di anni, quel decennio rimane un’ispirazione incredibile, soprattutto se si parla di maglie da calcio. L’ultima operazione sotto questo punto di vista l’ha promossa adidas, che ha lavorato sul concetto di re-immaginare le divise dei top club proprio come se fossimo ancora negli anni Novanta. C’è anche la Nazionale italiana, l’ultima “presa” del brand delle three stripes, in un drop con completo da calcio, track top, pantaloni dove il blu è il colore dominante e si combina con i colori della bandiera italiana. Ad accentuare l’ispirazione vintage, l’uso del logo utilizzato dalla Federazione negli anni Novanta.

Tra i club, c’è la Juventus, dove il contrasto tra bianco, nero e dettagli dorati è protagonista, il Bayern, con un effettivo rimando ad alcune delle proposte di adidas del tempo, come il giallo-verde-nero utilizzato sul kit da trasferta tra il 1993 e il 1995, e poi Ajax, Arsenal, Boca Juniors, Celtic, Flamengo, Manchester United, Real Madrid e River Plate. In tutti i casi, notiamo l’utilizzo di loghi “alternativi”, che ci fanno venire in mente un look rétro, tessuti lucidi, blocchi di colore e vestibilità ampie – tutto il sapore anni Novanta, in una collezione.