Con il suo modo unico di fare il centravanti, Kai Havertz ha dominato Chelsea-Dortmund

Un gol segnato, tante giocate decisive e bellissime: Potter, proprio come Tuchel, si affida a lui per dare nuova linfa alla stagione dei Blues.

Uno dei problemi del calcio in quanto sport a basso punteggio è che alla fine delle partite si finisce per discutere sempre degli stessi episodi: quelli che cambiano e indirizzano il risultato. Se sono episodi controversi, poi, è come se il giornalismo si trasformasse, da sportivo/calcistico diventa scandalistico: tutto parte dal racconto di quel momento e dimentica che rappresenta solo uno, due, cinque minuti su novanta. Nel caso di Chelsea-Borussia Dortmund 2-0, per esempio, c’è stato il rigore sbagliato da Havertz – la palla è finita sul palo – e poi fatto ripetere dopo intervento del Var: i giocatori del BVB che hanno spazzato la ribattuta erano entrati in area in modo irregolare. La vivisezione di questo episodio ha oscurato molte delle cose che ci sarebbero – che ci sono – da dire sulla squadra di Potter e sullo stesso Kai Havertz, autore di una prestazione scintillante ma anche interessante, esteticamente appagante e tatticamente significativa.

Da molti anni sappiamo che Kai Havertz ha un talento enorme, da molti anni siamo coscienti che si tratta di un potenziale fuoriclasse: ha segnato il gol decisivo in una finale di Champions League quando non aveva ancora compiuto 22 anni, è rimasto un punto fermo del Chelsea nonostante la matta confusione che regna nell’universo dei Blues, Potter lo ritiene un irrinunciabile esattamente come il suo predecessore Tuchel, anche ieri l’ex manager del Brighton l’ha scelto come unico riferimento offensivo in un 3-4-3 atipico, con João Félix e Sterling come compagni di reparto. È una posizione “strana” solo per chi non conosce Havertz, il giocatore che è diventato negli ultimi anni: dopo l’apprendistato al Bayer Leverkusen come trequartista o esterno creativo, il già citato Tuchel lo ha impostato per primo come attaccante, come centravanti più o meno puro.

Perché più o meno? Perché ovviamente le caratteristiche di Havertz determinano un’interpretazione del ruolo del tutto peculiare. Anzi, unica nel suo genere: Havertz infatti non resta in avanti ad aspettare il pallone, piuttosto retrocede tra le linee e si muove in ogni direzione per offrire uno scarico ai compagni, è come se fosse una sorta di regista offensivo a cui i giocatori del Chelsea affidano il pallone perché possa ripulirlo, in attesa che gli esterni e/o i centrocampisti vadano ad aggredire la metà campo avversaria. Ma non solo: Havertz poi sa inserirsi anche in area e risultare decisivo sotto porta. Ovviamente tutto nasce dalla fisicità e dalle qualità tecniche di Havertz, un giocatore alto e longilineo, non propriamente esplosivo, bravissimo nel proteggere il pallone e nel trovare sempre la soluzione per far progredire l’azione, che sia un dribbling o un tocco smarcante per i compagni. Un saggio brevissimo ma illuminante di queste qualità è arrivato poco prima del gol di Sterling: Havertz si è allargato sulla sinistra per giocare la palla, è stato braccato da due difensori avversari, eppure è riuscito a servire Kovacic nello stretto con un bellissimo colpo di tacco.

Nei suoi highlights personali, li trovate sotto, ci sono quella e tutte le altre giocate effettuate da Havertz durante Chelsea-BVB. Basta guardare il video per capire che si è trattato di una partita dominata dall’attaccante tedesco, e non c’è nessuna esagerazione nella scelta lessicale: Havertz ha dominato la partita perché la sua padronanza nel controllo del pallone gli ha permesso di controllare il gioco del Chelsea, ovvero di una squadra che ha alzato tantissimo i ritmi e l’intensità per poter rimontare il risultato dell’andata. Il fatto che sia riuscito a fare tutto questo e anche altre cose molto da attaccante – colpire un palo, segnare un gol annullato per fuorigioco, segnare il rigore decisivo – ci dice che siamo di fronte a una prestazione di livello altissimo, considerando anche il valore dell’avversario – il Borussia Dortmund era e resta una delle squadre più in forma d’Europa, infatti non aveva ancora perso in gare ufficiali giocate nel 2023.

Come si domina una partita

Ci sarebbe tanto altro da dire su Havertz e sul Chelsea, per esempio che i Blues hanno continuato ad acquistare e a bruciare attaccanti puri – Werner, Lukaku, Aubameyang, Sterling – e alla fine in quello slot ci gioca sempre lui. Forse tutto questo succede proprio perché Havertz è un calciatore che non ha eguali per caratteristiche, nel senso che non esiste un’altra prima punta capace di giocare come lui, per lo meno a certi livelli: anche se non segna tanto, il suo score complessivo da quando è arrivato a Londra è di 30 gol in 125 partite, Potter lo schiera in attacco in ogni sistema, che sia 3-4-3 o 4-2-3-1, affiancandogli sempre e solo dei compagni di reparto veloci e sguscianti, dei calciatori teoricamente in grado di sfruttare quegli spazi che lui svuota in maniera continua, sapiente.

Non a caso, viene da dire, sembra esserci davvero un buon feeling tra Havertz e Potter: dopo la gara di ieri sera, in un’intervista, l’attaccante tedesco ha detto che «siamo guidati da un grande allenatore, da un uomo che ha grande personalità e supporta tutti i giocatori: noi siamo con lui al 100%». Certo, i risultati dell’ultimo periodo sono stati a dir poco negativi, ma se uno degli uomini-simbolo del club si espone in questo modo – e gioca in questo modo – allora vuol dire che qualcosa di buono c’è, va coltivato. Vuol dire che a Potter va dato più tempo, e per il Chelsea è una notizia di grande valore.