Gli Usa stanno comprando giovani studenti spagnoli per la Nazionale di calcio

Le università americane investiranno 90 milioni di dollari per borse di studio destinate a giovani talenti.
di Redazione Undici

Il calcio negli Stati Uniti, almeno per come lo conosciamo oggi, ha una storia relativamente giovane: la MLS, per esempio, è stata fondata poco prima del Mondiale 1994 proprio perché la creazione di un campionato professionistico era stata imposta dalla Fifa al momento della candidatura. Ora che ci affacciamo verso la seconda Coppa del Mondo negli USA – la fase finale dell’edizione 2026 sarà ospitata in undici stati americani, più altri cinque tra Canada e Messico – la situazione è molto diversa: in pochi anni sono state costruite tante Academy e strutture di allenamento all’avanguardia, spesso create in collaborazione con importanti club europei. Per esempio il City Football Group ha fondato una franchigia MLS – il New York City FC – e il relativo settore giovanile; il il Liverpool, il Barcellona e il Villarreal hanno aperto delle Academy sul territorio affiliandosi con diverse società locali; il Bayern Monaco, poi, ha un accordo con il Dallas FC per formare il talento locale secondo gli standard del vivaio bavarese.

Ora anche le più importanti università americane vogliono contribuire a questo sistema di formazione. Come riporta As, infatti, dieci prestigiosi college stanno portando avanti un progetto con la Spagna che vuole integrare il calcio con l’istruzione. Grazie a Awex Education, organizzazione che si occupa di scambi culturali tra Usa e Spagna, da circa due anni tanti giovani calciatori tra i 13 e i 18 anni hanno la possibilità di studiare e allenarsi in luoghi come Harvard, Yale o Stanford. I ragazzi si trasferiscono in America grazie ad alcune borse di studio che hanno un valore tra i 60mila e i 100mila dollari. In totale, si stima che quest’anno i college coinvolti nel progetto investiranno 90 milioni di dollari per accogliere circa 8000 studenti spagnoli che gareggeranno nei tornei di soccer.

È chiaro che il progetto abbia obiettivi che vanno in diverse direzione: in primo luogo i talenti spagnoli potranno trasmettere la propria filosofia e cultura calcistica ai giovani statunitensi con cui si confronteranno; la conseguenza diretta di questa commistione potrebbe portare a scovare e/o a costruire nuovi talenti per la nazionale statunitense, sia sfruttando la crescita del movimento che attraverso possibili naturalizzazioni. Potrebbe essere un’integrazione interessante per un movimento calcistico che, rispetto al passato, ha iniziato a produrre un bel po’ di giovani di qualità, non solo americani: nel 2022, infatti, la MLS ha esportato 33 giocatori in Europa, di cui 16 si sono trasferiti a titolo definitivo; come se non bastasse, agli ultimi Mondiali la lista dei convocati della Nazionale Usa era composta da 17 elementi di proprietà di un club europeo.

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