Highlights — Belotti, Pellegrini e la ripartenza perfetta

Il secondo gol della Roma contro l'Udinese è il nostro momento preferito della 30esima giornata di Serie A.

Un calcio fatto di difesa bassa e di ripartenze può essere spettacolare? Per questa domanda, naturalmente, non esiste risposta che non riguardi – o meglio: che non invada – la sfera dei gusti personali di ogni appassionato: c’è chi preferisce che la propria squadra segni al termine di un contropiede a tre tocchi, iperverticale, e c’è chi invece ama vedere un calcio avvolgente, fatto di tanti scambi, di lunghe manovre di accerchiamento. Ci sono delle azioni, però, che vanno oltre certi limiti. Che sono oggettivamente belle per tutti. Una di queste è il contropiede che ha permesso alla Roma di indirizzare definitivamente la gara interna contro l’Udinese: siamo sull’1-0 per i giallorossi al 55esimo minuto e la squadra di Sottil – invitata a farlo dalla difesa bassa della Roma – porta molti uomini, addirittura sette, nella trequarti avversaria; la disposizione dei giocatori dell’Udinese sul fronte d’attacco è potenzialmente buona, così come il passaggio in verticale sull’asse Samardzic-Success, eppure la Roma risputa fuori il pallone con facilità, grazie alla concentrazione in marcatura di Smalling e alla prontezza di Wijnaldum nel riciclare l’azione i suoi compagni in modo ragionato, senza essere troppo precipitosi.

È qui che si innesca una ripartenza veloce ma non improvvisata, quindi decisamente bella da vedere. Succede tutto in pochi secondi: Wijnaldum tocca verso Pellegrini che di prima appoggia su Cristante, il campo si apre e Belotti può ricevere, girarsi e puntare l’area avversaria. A quel punto, e qui sta la godibilità dell’azione della Roma, ci sono tre giocatori – Belotti con la palla attaccata al piede, Pellgrini e Wijnaldum – che corrono velocissimi mentre la difesa dell’Udinese è sguarnita, ci sono solo Bijol e Pérez che scappano all’indietro, nella speranza che qualche compagno possa arrivare ad aiutarli. Belotti non è velocissimo ma la posizione di Rodrigo Becão era troppo alta, troppo ambiziosa, così il centrale brasiliano non riesce a rientrare in tempo e decide di non spendere il fallo.

Allora Belotti può continuare a portare palla e alla fine vede l’inserimento di Pellegrini all’altro vertice dell’area di rigore, per servirlo sulla corsa occorrerebbe un passaggio preciso ma anche ficcante, così da scongiurare qualsiasi intervento dei giocatori dell’Udinese che corrono verso la propria porta – ci sarebbero Walace e Udogie, per esempio. Il passaggio arriva ed è esattamente come occorreva che fosse: preciso e ficcante, così nessun avversario riesce a intervenire, sono tutti tagliati fuori. A questo punto tocca a Lorenzo Pellegrini, il giocatore che ha in pratica ha avviato l’azione e poi l’ha seguita, un calciatore che ha la qualità che serve per stoppare la palla col destro senza rallentarla e rallentare troppo, e anche per calciare subito dopo. Il tiro è un mezzo tocco sotto, Silvestri tocca la palla con le gambe ma la sua deviazione non cambia l’esito delle cose. La sfera finisce in rete, e le dita di Pellegrini formano il solito cuore e poi indicano la Curva Sud.

Il gol di Pellegrini

Quella della Roma e di Belotti e di Pellegrini è una ripartenza perfetta. E non solo per la qualità dell’azione in sé, ma anche per il modo e il momento in cui è arrivata: pochi giorni dopo un rigore sbagliato dallo stesso Pellegrini e una sconfitta dolorosa – ma non irreparabile – contro il Feyenoord, nel corso di una stagione in cui Belotti è stato sempre un’alternativa importante ma quasi mai è stato davvero decisivo, all’apice di una partita che avrebbe potuto portare la Roma a consolidare il proprio piazzamento-Champions pur senza Dybala, ed è andata proprio così. E in ultimo, ma non per importanza, ritorna il discorso sul gioco, sul fatto che la Roma di Mourinho abbia un’identità riconoscibile e praticamente inscalfibile, che la Roma di Mourinho sia una diretta emanazione del pensiero e della storia del tecnico portoghese. A volte potranno essere – e ci sono stati, e ci saranno – dei momenti in cui  questo modo di giocare e intendere il calcio non sarà né efficace né spettacolare, ma poi arrivano azioni del genere e allora è impossibile non riconoscere che la Roma è una squadra con dei valori notevoli, che può battere molti avversari, che può coltivare ambizioni importanti, per esempio qualificarsi alla prossima Champions League e conquistare la semifinale dell’Europa League. Anche se non fa un calcio avvolgente, fatto di tanti scambi, di lunghe manovre di accerchiamento, e preferisce fare – e quindi essere – altro.