Arthur al Liverpool è scomparso dopo 13 minuti di gioco

L'ultima e unica presenza risale a settembre scorso. Da allora, l'ex centrocampista della Juve è caduto nell'oblio.

C’è stato un tempo, neanche tanto lontano, in cui Arthur Melo era considerato un grande centrocampista su scala globale: del resto il Barcellona l’aveva scelto per sostituire Iniesta e l’ha anche utilizzato da titolare nel corso di una stagione finita con la vittoria in Liga e con la clamorosa eliminazione contro il Liverpool in semifinale di Champions League, 4-0 per i Reds ad Anfield Road dopo il 3-0 dell’andata al Camp Nou. Poi, si può dire tranquillamente, molte cose sono andate male: il Barcellona è entrato in una crisi – economica, tecnica, anche culturale – senza precedenti e ha ceduto Arthur alla Juve in cambio di Pjanic; a Torino, il centrocampista brasiliano è stato intermittente per non dire impalpabile, prima con Pirlo e poi (soprattutto) con Allegri.

In virtù di tutto questo, la cessione in prestito al Liverpool sembrava una mossa perfetta per cercare di recuperare e rivalutare un asset importante, un calciatore ancora giovane – ad agosto compirà 27 anni – che alla fine della prima stagione al Barça aveva una valutazione pari a 70 milioni di euro, secondo gli algoritmi di Transfermarkt. Alla corte di Klopp, se possibile, la situazione è peggiorata fino a precipitare definitivamente. Sono i numeri a dirlo in modo chiaro, impietoso: con la maglia dei Reds, Arthur Melo ha messo insieme un totale di 13 minuti di gioco in una sola gara ufficiale della prima squadra. Per altro, questa apparizione risale a un tempo che sembra ed è lontanissimo: 7 settembre 2022, Napoli-Liverpool 4-1. Il suo ingresso al posto di Harvey Elliott, ad oggi, è l’ultima manifestazione di Arthur prima di una scomparsa totale, apparentemente irreversibile.

In questo lungo articoloThe Athletic ha provato a spiegare come e perché sia andata in questo modo. Tutto parte dall’acquisto stesso di Arthur, da un «prestito secco finalizzato per far fronte all’emergenza che aveva colpito il Liverpool: dopo che Alex Oxlade-Chamberlain, Curtis Jones, Thiago Alcántara e Naby Keita avevano manifestato dei problemi fisici, pure Jordan Henderson aveva subito un grave infortunio al tendine del ginocchio durante una gara col Newcastle. Così Klopp aveva bisogno di un centrocampista in più per il resto della stagione, o quantomeno per affrontare bene i primi mesi dell’anno». Fin dall’inizio, quindi, l’ex regista del Barcellona è stato visto e percepito come un vero e proprio tappabuchi: lo si deduce anche dal fatto che i dirigenti del Liverpool abbiano sempre smentito l’esistenza di una clausola per il riscatto definitivo del suo cartellino, clausola che invece la Juventus aveva comunicato ufficialmente. E che, secondo gli uomini mercato del club bianconero, aveva e ha il valore di 33 milioni di euro.

Il problema vero, però, è che Arthur è arrivato a Liverpool senza poter essere subito spendibile in campo. La sua preparazione precampionato era stata rallentata, se non bloccata del tutto, da un infortunio al piede. Secondo la ricostruzione di The Athletic, primi allenamenti a Kirkby «hanno evidenziato subito un netto ritardo di condizione, e così Klopp e i componenti dello staff tecnico hanno stilato un programma individuale che avrebbe dovuto restituirgli una forma fisica accettabile». A quel punto, però, alcuni contrattempi hanno reso più difficile questo percorso riabilitativo: la morte della Regina Elisabetta ha fatto rinviare alcune gare di Premier, poi è arrivata la pausa per le Nazionali e per tutta risposta Arthur ha deciso di allenarsi e giocare con l’Under 21 del Liverpool. Lo ha fatto anche volentieri, prima contro i pari età del Leicester e poi contro il Rochdale nell’EFL Trophy. All’inizio dell’autunno, però, l’emergenza-infortuni del Liverpool si è risolta. E, per la serie non c’è mai danno senza beffa, è stato proprio Arthur a infortunarsi: il 3 ottobre un grave problema muscolare alla coscia sinistra l’ha costretto a operarsi. E, di fatto, l’ha definitivamente escluso dal progetto-Liverpool.

Da allora, Arthur ha giocato solo 90 minuti con l’Under 21 – a febbraio, di nuovo contro il Leicester – ed è stato convocato per tre gare di Premier League tra marzo e aprile. Klopp, però, ha deciso di non farlo subentrare, di tenerlo in panchina fino alla fine. Questo non vuol dire che il manager tedesco e il suo staff abbiano un brutto rapporto con lui: secondo The Athletic, infatti, «tutti coloro che lavorano nel Liverpool apprezzano molto Arthur, il suo impegno, la sua professionalità e la sua personalità. Semplicemente, era un giocatore acquistato per far fronte a un’emergenza che non ha potuto o saputo cogliere al volo un’occasione». A volte, nel calcio, le cose sono molto più semplici e crudeli di quello che pensiamo.