Luciano Spalletti è tornato a vincere un trofeo dopo più di dieci anni

Gli ultimi successi risalivano ai tempi dello Zenit San Pietroburgo.

La vittoria dello scudetto è stata una prima volta per tutti i giocatori della rosa del Napoli, ma anche per il tecnico Luciano Spalletti. L’allenatore toscano, infatti, era andato vicino alla vittoria del campionato italiano ai tempi della Roma 2007/08, giocandosi il titolo fino all’ultima giornata con l’Inter di Mancini, ma mai era riuscito a vincerlo. È arrivato secondo anche nel 2007 e nel 2017, sempre alla guida della Roma, ma in entrambe le occasioni le due squadre campioni a fine torneo – Inter e Juventus – vinsero con ampio margine di sicurezza. Il palmarés domestico dell’attuale allenatore del Napoli, fino a poche ore fa, si componeva solo dei titoli conquistati con Empoli e Roma: la Coppa Italia di Serie C 1995/96, ovviamente alla guida dell’Empoli, due edizioni consecutive della Coppa Italia (2006/2007 e 2007/2008) e la Supercoppa Italiana 2007, tutte vinte dopo una finale tra la sua Roma e l’Inter di Mancini.

Però Spalletti è riuscito a vincere il campionato in Russia, alla guida dello Zenit San Pietroburgo. E per due volte: la prima nella stagione 2010, giocata tutta nello stesso anno solare, e poi la seconda nel torneo successivo, giocato a cavallo tra il 2011 e il 2012. Oltre ai due successi in Prem’er-Liga, lo Zenit di Spalletti conquistò anche una Coppa (2010) e una Supercoppa (2011) di Russia. Proprio i titoli vinti a San Pietroburgo erano gli ultimi conquistati da Spalletti nella sua carriera da allenatore. E quindi lo scudetto con il Napoli arriva dopo oltre dieci anni di digiuno assoluto. Anche così si spiega l’altro piccolo primato infranto ieri dopo il pareggio di Udine: con i suoi 64 anni e 58 giorni, Spalletti è diventato l’allenatore più anziano della Serie A a laurearsi campione d’Italia. Alle sue spalle in questa speciale classifica ci sono Maurizio Sarri, campione con la Juventus 2019/20 a 61 anni e sei mesi, e Nils Liedholm, che conquistò lo scudetto con la Roma nella stagione 1982/83 quando aveva 60 anni e sette mesi.

Sono numeri che dicono e significano molto. Per esempio, suggeriscono che Luciano Spalletti è un allenatore che continua a studiare e ad aggiornarsi, che non resta indietro, che è riuscito a vincere un titolo importante – anzi, si può dire tranquillamente: il più importante della sua carriera – in un’epoca diversa da quella in cui si è affermato. Un’impresa che è sempre stata difficile e che lo è ancora di più oggi, visto che il calcio evolve in maniera rapidissima, praticamente incontrollabile. Il Napoli visto quest’anno è una squadra estremamente moderna, anzi in alcuni momenti ha dato quasi l’impressione di venire dal futuro, per il modo in cui i giocatori si scambiano compiti e posizioni in campo, oltre il pallone. Inoltre per Spalletti si tratta anche di una piccola rivincita personale: in tutte le stagioni vissute in Serie A, ha sempre dovuto affrontare squadre nettamente più forti rispetto alla sua Roma, prima l’Inter di Mancini tra il 2007 e il 2009, poi la Juve di Allegri tra il 2016 e il 2017; col Napoli, invece, ha avuto l’occasione di guidare una delle rose migliori del campionato, se non la migliore in assoluto, e non ha fallito. Meglio tardi che mai.