Mobilità del futuro

Spostare atleti, squadre, ma anche infrastrutture: la mobilità è una chiave per lo sport. Uno sguardo a come farlo in modo sempre più sostenibile, in futuro.

Quando si parla di sport, si parla sempre di movimento. Non quello sul campo, su una pista, su un circuito. Quello della logistica, invece, necessaria per muovere squadre e merci tra le città o le nazioni. Ma anche quello più piccolo e urbano, interno alle città: ogni volta che viene presentato un progetto su uno stadio, oggi, si parla ormai sempre del quartiere che lo accoglierà. È un fatto, questa trasformazione dell’architettura da progetto isolato in spazio comune in armonia con la vita cittadina. L’evoluzione dei trasporti, la ricerca di una maggiore sostenibilità, allora, si può considerare come un fatto che riguarda anche lo sport. Dopotutto, lo sport è parte integrante della vita delle città, delle regioni, delle culture.

Parliamo di sostenibilità nei trasporti, allora. All’interno di Eni, nel gennaio 2023, è nata Eni Sustainable Mobility, una società dedicata alla mobilità sostenibile che ha l’obiettivo di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione energetica. È un progetto che, basandosi sul principio della neutralità tecnologica, vuole combinare tutte le soluzioni in maniera sinergica e complementare per ottenere la decarbonizzazione del settore dei trasporti anche nei suoi ambiti cosiddetti hard to abate, come la trazione pesante e l’aviazione. Quindi: biocarburanti, elettrico, idrogeno, e-fuel e biometano.

Anche il car sharing di Enjoy, spesso utilizzato per i piccoli trasferimenti urbani, è confluito in Eni Sustainable Mobility. Ma anche progetti di diversa scala: le attività di bioraffinazione, biometano e di vendita di prodotti, servizi e soluzioni per la mobilità. Come si producono biocarburanti? La bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera, è il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria di petrolio in bioraffineria per la produzione di biocarburanti idrogenati ottenuti da materie prime biogeniche; è in esercizio dal 2014. Ma c’è anche l’esempio di Gela.

La conversione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie è stata resa possibile anche dalle innovazioni in ambito tecnologico: è il caso di EcofiningTM, una tecnologia sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, grazie alla quale Eni è in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti, in particolare nel biocarburante di alta qualità HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). Il processo, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche e di produrre una vasta gamma di biocarburanti per la mobilità stradale e per gli aviogetti. I biocarburanti al momento costituiscono l’unica alternativa concreta per la decarbonizzazione del trasporto aereo e della marina. La produzione di biometano si pone nel quadro dell’economia circolare, consentendo la valorizzazione degli scarti agricoli, agroindustriali, reflui zootecnici e rifiuti organici, favorendo così la costituzione di un legame tra mondo agricolo e dell’energia in un’ottica di sostenibilità di lungo termine.

Stefano Ballista, AD di Eni Sustainable Mobility, spiega che «per decarbonizzare la mobilità riteniamo utile un approccio olistico, basato sul principio della neutralità tecnologica, che combini tutte le soluzioni disponibili: biocarburanti, elettrico, biometano, idrogeno. Tra questi vettori energetici, i biocarburanti hanno un ruolo fondamentale perché possono dare un contributo immediato alla riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti, anche nei suoi ambiti cosiddetti “hard to abate” come la trazione pesante, l’aviazione e la marina, per i quali non vi sono altre soluzioni percorribili nel breve periodo. Il carburante per l’aviazione JET A1+Eni Biojet, che contiene il 20% di componente biogenica e che è commercializzato da fine 2022, ha anticipato la direzione indicata dall’UE ad aprile 2023 con ReFuelEU Aviation, il regolamento che stabilisce obiettivi di miscelazione dei carburanti tradizionali con carburanti più sostenibili in quantità crescenti, che prevede il 2% minimo di SAF al 2025 e un aumento della quota ogni cinque anni fino a raggiungere il 70% al 2050».

Undici X Eni
Dal numero 50 della rivista