Il Manchester City sta incassando tantissimo per i calciatori cresciuti nelle giovanili

Oltre 140 milioni in un solo anno, grazie a un lavoro che va avanti da anni.

Ogni volta che si parla del Manchester City, la discussione finisce per concentrarsi sul calciomercato in entrata, sui tanti giocatori acquistati in cambio di grosse cifre. È inevitabile, a pensarci bene: secondo i dati di Transfermarkt, il City ha speso 1,45 miliardi di euro negli ultimi 14 anni, quota al netto delle cessioni. E poi vanno considerate anche tutte le operazioni fatte da tutte le altre società del City Football Group, la conglomerata che gestisce direttamente 12 squadre – più altre tre con cui ha accordi di partnership – in tutto il mondo, e che in qualche modo permette allo stesso gruppo dirigente di far girare altri soldi attraverso la valorizzazione dei giocatori. Insomma, siamo di fronte a un modello composito e gigantesco, a una vera e propria macchina industriale che produce talento, risultati, quindi denaro. E che, a scanso di equivoci, sta iniziando a generare profitti anche attraverso il lavoro fatto all’interno, ovvero nel settore giovanile.

In attesa che tutti i club del CFG sviluppino il proprio vivaio, un processo che ovviamente richiederà anni e anni di lavoro, il centro di gravità di questo comparto di business è inevitabilmente Manchester. Dove, giusto per tracciare i contorni degli investimenti, la proprietà degli Emirati ha costruito un centro per le giovanili da 80 ettari costato 230 milioni di euro, funzionante a partire dal 2014. È già da qualche anno che si contano i soldi incassati grazie alla cessione di calciatori allevati in queste strutture, ma ora le cose hanno iniziato ad assumere dimensioni significative. Diciamo anche molto importanti. Al punto da spingere il Telegraph, uno dei quotidiani più autorevoli della Gran Bretagna, a pubblicare un resoconto dettagliato: tra l’estate 2022 e quella in corso, siamo già a oltre 140 milioni di euro di introiti per le cessioni di quelli che, nel calcio inglese, vengono definiti come graduated players. 

L’ultimo colpo in uscita, le trattative sono ancora in corso, dovrebbe essere quello relativo a Carlos Borges, 19enne esterno offensivo portoghese acquistato sette anni fa (sì, esatto: nel 2015, quando aveva 12 anni) dallo Sporting Lisbona. Per lui, il West Ham pare sia disposto a investire una cifra superiore ai 15 milioni di euro, anche perché ci sono altre squadre piuttosto prestigiose – Eintracht e Borussia Dortmund – interessate all’operazione. Prima di Borges, è stata la volta di James Trafford: dopo l’ottimo Europeo Under 21, il giovane portiere è stato acquistato dal Burnley per una cifra variabile, che può superare i 20 milioni di euro al verificarsi di certe condizioni. E ancora: Shea Charles è passato al Southampton per una quota complessiva superiore ai 17 milioni di euro, Yangel Herrera si è trasferito al Girona (club di proprietà del City Football Group) per sei milioni di euro, un anno fa era stata la volta di Gavin Bazunu, Romeo Lavia, Sam Edozie e Juan Larios, Pedro Porro, Darko Gyabi e altri giocatori meno riconoscibili. Ecco come siamo arrivati a 140 milioni di euro in un solo anno, in tre sessioni di mercato. E questo sembra essere solo l’inizio.