E se il segreto di Dominik Szoboszlai fossero i suoi piedi piccoli?

Lui è convinto di sì, anche se non ci sono evidenze scientifiche per questa teoria.

Dominik Szoboszlai sta vivendo, o meglio ha appena iniziato, l’avventura più importante della sua giovane carriera: lo scorso luglio, infatti, il Liverpool ha deciso di puntare su di lui per la ricostruzione dopo la prima stagione “sbagliata” con Jürgen Klopp in panchina. E, non a caso viene da dire, il centrocampista ungherese ha giocato da titolare, e per novanta minuti, entrambe le prime due gare di campionato, mostrando di essere già un elemento centrale nella manovra offensiva dei Reds: ha preso parte a due gol segnati sia contro il Chelsea che contro il Bournemouth,  è stato uno dei calciatori con il maggior numero di dribbling e passaggi completati, ha smistato passaggi illuminati in diverse zone del campo per i compagni, grazie ai suoi piedi educatissimi.

Proprio la grande capacità di Szoboszlai nel gestire il pallone con entrambi piedi ha catturato l’attenzione del sito The Athletic, che in questo articolo ha raccontato alcuni aneddoti sui ferri del mestiere del giocatore ungherese. Uno dei segreti di Dominik, infatti, sta nella misura delle sue scarpe: 39.5 secondo la misurazione europea, quindi anche italiana. Insomma, Szoboszlai ha un piede piuttosto piccolo e questo, in pratica, gli permetterebbe colpire il pallone in modo pulito e tirare meglio verso la porta. In merito a questa credenza, The Athletic racconta come la misura delle scarpe di Szoboszlai non sia solo frutto della genetica, ma anche di una scelta più o meno consapevole: il papà di Dominik, ex calciatore in Ungheria, gli ha comprato e gli ha fatto indossare solo e sempre delle scarpe più piccole rispetto alla sua reale misura, in modo da fermare – o comunque rallentare – la crescita naturale dei suoi piedi. Su questa strategia pesa anche il background culturale: in Ungheria, infatti, la leggenda vuole che i migliori giocatori siano quelli che hanno i piedi piccoli. Proprio come Ferenc Puskas, ancora oggi venerato come una divinità a Budapest e dintorni.

In realtà non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la correlazione tra piedi piccoli e grandi prestazioni calcistiche. Come ha spiegato a The Athletic René Meulensteen, collaboratore tecnico di Ferguson tra il 2007 e il 2013, «non hanno così tanto impatto le dimensioni dei tuoi piedi nel colpire la palla. Molto dipende dalla tecnica, dalla posizione del corpo, da come si usano le braccia. Ronaldo è alto più di un metro e ottanta e ha un 41 di piede, così come Ibrahimovic che ha piedi molto grandi. Sono entrambi grandissimi marcatori, quindi penso che il modo in cui i giocatori entrano in contatto con la palla e la colpiscano abbia ben poca importanza in relazione alla dimensione dei loro piedi». Allo stesso tempo, però, sono stati diversi i casi di calciatori che con i piedi piccoli hanno dimostrato di avere una maggiore facilità di calcio, per esempio Diego Armando Maradona o Lionel Messi. Il padre di Szoboszlai si è fatto ispirare proprio da questi casi e, come racconta un suo amico, «la sua è stata una scelta già fatta da altri calciatori in passato, una specie di trucco. Per tirare correttamente la palla devi avere gambe lunghe e piedi più piccoli, ed è per questo che il padre di Dominik era intransigente con lui quando era più giovane: doveva indossare scarpe piccole. Diciamo che i risultati si sono visti, basta guardarlo adesso». In effetti Szoboszlai calcia indifferentemente di destro e di sinistro, e spesso disegna traiettorie davvero imprendibili per i portieri avversari.

Una parziale conferma alla teoria dei piedi piccoli arriva da Shayne Murphy, direttore di SDM Performance, che lavora con la Nazionale scozzese e anche con il City Football Group: «I meccanismi del tiro sono complessi, ma tre fattori chiave ne influenzano notevolmente la potenza: in primis, l’ampiezza di movimento della caviglia della gamba portante gioca un ruolo vitale, poiché la mobilità limitata della caviglia può impedire la capacità di raggiungere posizioni ottimali per generare forza. Poi ci sono i movimenti delle anche e la potenza delle gambe, sia quella che calcia sia quella di supporto. Per quanto riguarda i piedi, l’indicazione principale è che sia sbagliato indossare scarpe di misure molto inferiori alla propria. I giocatori devono prendersi cura dei propri piedi per non incorrere in infortuni. Tuttavia, non è un segreto che molti giocatori preferiscano calzare scarpe più piccole di mezza misura, perché vogliono sentire maggiore aderenza e un contatto più diretto con la palla». Forse è per questo che Szoboszlai ha confessato che sì, la potenza e la precisione dei suoi tiri dipendono anche dai suoi piedi piccoli. Con buona pace degli scienziati, per il piacere del Liverpool e di Klopp.