Da anni, ormai, Dominik Szoboszlai è uno dei talenti più appariscenti del calcio europeo. Questo aggettivo, “appariscente”, non è scelto a caso: il fantasista ungherese appare, acceca tutti con giocate di altissima qualità e poi sparisce per un po’, nel senso che fa fatica a manifestare le sue enormi qualità in modo continuo, ripetuto. In realtà, come succede quasi sempre, la faccenda è molto più sfumata: a 22 anni, Szoboszlai è un titolare inamovibile del Lipsia ed è diventato capitano dell’Ungheria, il suo contributo in termini di gol e assist è abbastanza sostanzioso – 5 reti e ben 13 passaggi decisivi in tutte le competizioni con la squadra Red Bull – e le sue intuizioni lo rendono indispensabile sia per il tecnico di club Marco Rose che per il ct della Nazionale Marco Rossi. Solo che però ogni tanto Szoboszlai ci ricorda di avere delle doti incredibili, magari con un gol o un assist da favola, e allora la sensazione è che potrebbe – dovrebbe? – fare molto di più, che potrebbe – dovrebbe? – mostrare certe magie molto più spesso. Certo, su questo giudizio pesa anche il fatto che il Lipsia sia una squadra piena zeppa di calciatori simili a lui, i vari Nkunku, Dani Olmo, Werner e André Silva sono calciatori in grado di accendersi come di eclissarsi per lunghi periodi, allora gli spazi risultano inevitabilmente ridotti. Però poi Szoboszlai si ripresenta sulla scena, e se la riprende tutta.
Questa volta è successo in Nazionale, in occasione del netto 3-0 ottenuto allo stadio Ferenc Puskas contro la Bulgaria – gara valida per le qualificazione agli Europei 2024. Con la sua squadra in vantaggio di un gol, Szoboszlai ha avuto la possibilità di battere un calcio di punizione a circa 27-28 metri dalla porta avversaria, con il pallone leggermente decentrato sulla destra. Era una posizione apparentemente favorevole a un mancino, se non fosse che Szoboszlai ha scagliato un tiro di destro così bello, così potente e preciso, che per Daniel Naumov, portiere bulgaro, non c’è stato niente da fare. Basta vedere il video per rendersi conto che no, non ci sono iperboli e/o altre esagerazioni in certe parole, in certe definizioni:
Questo tiro è più potente o più preciso?
Szoboszlai colpisce la palla con il collo esterno destro, la sfera si alza, supera la barriera e poi ricade nei pressi del palo lungo. Anzi per dirla meglio: il pallone sfiora sia il palo che la traversa alla sinistra di Naumov, si infila esattamente all’incrocio dei pali, il portiere bulgaro si protrae in volo ma arriva troppo tardi, si avvicina a quell’angolo remoto quando il pallone è già entrato in porta, ricade al suolo quando i giocatori dell’Ungheria stanno già esultando, qualcuno allarga le braccia come se fosse sorpreso e ammirato di ciò che ha appena visto, e in fondo chi potrebbe dargli torto? Il replay conferma la bellezza del tiro di Szoboszlai, ma più che altro sottolinea il perfetto mix tra forza e precisione, tra due modi diversi di intendere e di tirare i calci di punizione. Due idee che convivono in Dominik Szoboszlai, che magari non è ancora esploso ad altissimi livelli, ma che ha davvero tutto ciò che serve per riuscirci.