Il Rapid Vienna ha battuto la Fiorentina con undici calciatori austriaci nella formazione titolare

Da quanto tempo non leggevate di una squadra europea scesa in campo senza stranieri?

Fino a qualche anno fa, molti di voi non potranno ricordarlo, il fatto che squadre di calcio schierassero molti stranieri era una stranezza, una cosa nuova. Quindi, era notizia. I giornali e i servizi televisivi, cioè, raccontavano – sorpresi, a volte anche indignati – come la formazione del Manchester United, dell’Inter o del Real Madrid fosse composta da sette, otto, nove calciatori di nazionalità diverse. O, comunque, non inglese, italiana o spagnola. Ecco, ora siamo in un tempo in cui questo tipo di evento rappresenta la normalità. Anzi, oggi succede l’esatto contrario: è una vera notizia quando una squadra di calcio riesce a schierare molti giocatori della stessa nazionalità, magari quella del proprio Paese di provenienza.

Il caso del Rapid Vienna, perciò, rappresenta qualcosa che sta totalmente fuori dal tempo: la squadra austriaca, infatti, ha affrontato (e battuto, per 1-0) la Fiorentina nell’andata del playoff preliminare di Conference League, e l’ha fatto con undici calciatori austriaci nella formazione titolare. L’allenatore (anche lui austriaco, anche se di origine chiaramente croata) Barisic ha schierato i seguenti giocatori dal primo minuto: Hedl, Schick, Hofmann, Querfeldm, Auer, Oswald, Kerschbaum, Sattlberger, Seidl, Burgstaller, Grull. E, come se non bastasse, dalla panchina sono subentrati altri tre calciatori austriaci: Moormann, Greil e Bajic. L’unica nota “stonata”, se vogliamo, è l’ingresso in campo (da subentrato) di Nicolas-Gerrit Kuhn, un attaccante tedesco – quindi comunque germanofono – di 23 anni con un passato nelle giovanili dell’Ajax, del Lipsia, del Bayern Monaco.

Una formazione titolare con soli giocatori austriaci non può essere un caso, per il Rapid: la rosa del club più titolato della Bundesliga (ha vinto il titolo per 32 volte, anche se ormai l’ultimo successo risale al 2008) è composta da 28 giocatori e ci sono soltanto sei stranieri, di cui tre arrivati nella finestra di mercato che è ancora aperta. Insomma, dentro la società biancoverde esiste un’evidente cultura dei calciatori autoctoni. Come si evince anche da un’altra statistica piuttosto significativa: cinque elementi utilizzati da Barisic – vale a dire Hedl, Hofmann, Oswald, Querfeld e Sattlberger – sono stati allevati nel settore giovanile, e oggi sono parte integrante della prima squadra. Anche questo, nel calcio di oggi, è un dato che fa notizia.