La Golden Generation del Belgio è finita per davvero

Il ricambio generazionale è stato rimandato per molti, troppi anni. Ora il nuovo ct, Domenico Tedesco, ha iniziato il processo.
di Redazione Undici 08 Settembre 2023 alle 16:14

È un lustro, ormai, che la fine di ogni torneo calcistico internazionale coincide con la fine della Golden Generation del Belgio. La prima delle ultime occasioni per il gruppo in questione è stata il Mondiale in Russia del 2018: l’eliminazione in semifinale contro la Francia e la vittoria nella finale terzo e quarto posto contro l’Inghilterra avrebbero dovuto far calare il sipario sulla squadra di Eden Hazard, Lukaku, Courtois, De Bruyne, o comunque avviare il ricambio generazionale per i giocatori più avanti con gli anni. E invece non solo le grandi stelle, ma anche i vari Witsel, Alderweireld, Vertonghen e Meunier, ce li siamo ritrovati tra i piedi anche agli Europei 2021 e ai Mondiali che si sono disputati poco meno di un anno fa. In Qatar, con Roberto Martínez in panchina, c’erano ancora tutti, praticamente: i giocatori che che abbiamo citato finora e poi anche Mertens, Mignolet, Denayer, Vanaken, Thogen Hazard, Ferreira Carrasco. Ricorderete com’è andata: tragico girone eliminatorio ed eliminazione dopo la sconfitte contro il Marocco e un terrificante – per gli errori sotto porta, soprattutto di Lukaku – 0-0 contro la Croazia.

Documenti con date di nascita alla mano, stavolta eravamo proprio sicuri: l’era della Golden Generation del Belgio sarebbe finita per davvero. Adesso che le Nazionali fanno di nuovo sul serio dopo qualche mese di pausa, adesso che l’impatto – anche emotivo – del Mondiale è abbastanza lontano nel tempo, possiamo tirare finalmente le somme. E, finalmente, possiamo dirlo: il Belgio ha – e quindi è – una Nazionale tutta nuova. Basta riguardare la lista dei convocati compilata dal (nuovo, anche lui) ct Tedesco per le gare contro Azerbaigian ed Estonia, per rendersene conto: gli unici reduci di quel Belgio che avevamo imparato a memoria sono Jan Vertonghen (36 anni, capitano), Romelu Lukaku (30 anni) e Yannick Ferreira Carrasco (30); gli altri giocatori che hanno più o poco meno di trent’anni sono i tre portieri (Sels, Casteels e Kaminski) e e Michy Batshuayi (29).

Insomma, il repulisti di Tedesco è stato ed è evidente. Tornando all’ultima lista dei convocati, mancano anche Meunier, Boyata, Alderweireld, Denayer, Dendoncker, Witsel, Mertens e i fratelli Hazard. Certo, anche gli infortuni di Courtois e De Bruyne hanno alimentato ulteriormente questa sensazione di novità, di rivoluzione in atto. È una percezione comune: il Guardian, per dire, oggi scrive che «Jérémy Doku è l’uomo-simbolo nella ricostruzione del Belgio, mentre la Golden Generation svanisce davanti ai nostri occhi»; lo stesso quotidiano inglese rileva che 15 dei giocatori convocati da Tedesco hanno meno di dieci presenze complessive in Nazionale.

Ma chi sono questi nuovi talenti? Saranno all’altezza di chi è stato epurato, di chi ha deciso di lasciare il calcio, di chi non ha potuto e/o non potrà più rispondere alla convocazione in Nazionale? Beh, di certo Jeremy Doku è un buon punto di partenza, e non solo perché il Manchester City ha deciso di puntare su di lui per il dopo-Mahrez: si tratta di un esterno rapidissimo ma anche fantasioso, è una vera e propria scheggia impazzita in grado di accendere qualsiasi partita. Dietro e accanto a Doku ci sono Youri Tielemans, che a 26 anni dovrebbe essere in grado di prendere in mano la squadra; Dodi Lukebakio e Loïs Openda, rispettivamente passati al Siviglia e al Lipsia nell’ultima finestra di mercato; Arthur Theate e Charles De Ketelaere, due calciatori che si sono formati – o si stanno ancora formando, nel caso di De Ketelaere – passando per la Serie A, proprio come Aster Vranckx; Johan Bakayoko, nuova gemma del PSV.

Insomma, c’è un bel po’ di materiale su cui lavorare. Poi è chiaro che l’esplosione simultanea avvenuta più o meno dieci anni fa – quando il Belgio scoprì, praticamente tutti insieme, Hazard, De Bruyne, Courtois, Lukaku, Witsel, Mertens e Fellaini – sarebbe rimasta irripetibile, ma una transizione positiva è un’ipotesi tutt’altro che irrealistica. In fondo Doku e Bakayoko sono due talenti luccicanti, in fondo De Ketelaere e Openda potrebbero formare una buonissima coppia offensiva. E poi ci sono ancora Lukaku e De Bruyne, anche se entrambi sono reduci da stagioni complicate dal punto di vista fisico. E difficilmente proseguiranno oltre gli Europei 2024. Magari, però, proprio questo grande cambiamento potrebbe rovesciare le sorti e quindi la storia del Belgio, che per anni ha espresso una delle Nazionali più forti del mondo senza andare mai oltre la semifinale di qualsiasi torneo; persino in Nations League i Diavoli Rossi non hanno mai centrato l’accesso in finale. Ora è difficile pensare che le nuove leve possano riuscire dove hanno fallito i più grandi giocatori belgi di sempre, ma ha senso crederci, ha senso provarci. Potrebbe essere divertente.

>

Leggi anche

Calcio
Il Chelsea ha fatto proprio una cosa da Chelsea: ha già annunciato il primo acquisto del mercato estivo del 2026
Dopo Essugo ed Estêvão Willian, ecco un altro colpo di mercato con mesi di anticipo
di Redazione Undici
Calcio
I giocatori dell’Academy dell’Inter Miami stanno indossando la prima maglia mai realizzata con il logo di Lionel Messi
L'operazione commerciale si inserisce in una più ampia valorizzazione del brand della stella argentina che in due anni ha rivoluzionato il mondo dell'Inter Miami e di tutta la MLS
di Redazione Undici
Calcio
Tra i calciatori sta prendendo piede una nuova moda: affidarsi a consulenti esterni di tattica
Non solo preparatori atletici fuori dallo staff della squadra: sempre più giocatori ora scelgono di seguire anche analisti tattici esterni.
di Redazione Undici
Calcio
Il West Ham ha paura che ci siano problemi di ordine pubblico per il derby contro il Tottenham, e così ha vietato le sciarpe a metà con i loghi dei due club
Il trasferimento di Kudus ha inasprito i rapporti tra le due tifoserie, ma in realtà ci sono anche altri problemi.
di Redazione Undici