Il tweet di Henrikh Mkhitaryan sulla guerra in Nagorno-Karabakh

«Civili e bambini sono sotto attacco: questo è un genocidio», ha scritto il centrocampista dell'Inter sul suo profilo.

In Armenia, nel suo Paese, Henrikh Mkhitaryan è qualcosa di più che un semplice giocatore: è un simbolo, e non solo perché è uno dei più grandi talenti mai espressi dal calcio armeno, forse il più grande in assoluto, ma soprattutto per il suo impegno politico. Da anni, infatti, il centrocampista dell’Inter denuncia ciò che avviene in Nagorno-Karabakh, regione autoproclamatasi indipendente nel 1991 che però è contesa da Armenia e Azerbaijan. Si tratta di un’enclave armena-cristiana in territorio azero-musumlano per cui i militari combattono da molti anni: lo scoppio del conflitto risale al 1992, poi nel 1994 ci fu la prima interruzione; nel 2012 e nel 2016 ci furono nuovi scontri di piccola portata tra gli eserciti, poi a partire da settembre 2020 abbiamo assistito a una nuova escalation, che si trascina ancora oggi. Al momento il conflitto è ufficialmente fermo, solo che il cessate il fuoco viene violato spesso. Com’è successo nelle ultime ore, quando l’esercito azero ha lanciato un nuovo attacco.

Mkhitaryan è intervenuto proprio per questo: attraverso il suo profilo Twitter/X, il centrocampista armeno ha raccontato che «120mila civili, tra cui 30mila bambini, sono sotto attacco militare nel territorio del Nagorno-Karabakh. L’Azerbaigian ha ripreso a bombardare civili e infrastrutture civili dopo nove mesi di blocco deliberato, carestia e negazione dell’accesso umanitario. Lo hanno detto gli esperti: questo è un genocidio.Invito i miei tifosi, il mondo dello sport e i colleghi dei media a reagire e a contribuire a diffondere la voce per ripristinare la pace. I bambini NON sono un bersaglio, eppure contiamo già un bambino morto e 11 feriti».

Come detto, non è la prima volta che Mkhitaryan si esprime pubblicamente sulle vicende politiche e militari del suo Paese. Anzi, si può affermare tranquillamente che la sua carriera sia strettamente legata alla situazione controversa dell’Armenia. Fino al punto che, quando era all’Arsenal, il centrocampista dell’Inter ha dovuto saltare una finale di Europa League per il fatto di essere armeno. Il motivo è semplice: la finale in questione, contro il Chelsea di Maurizio Sarri, era in programma e si sarebbe effettivamente disputata a Baku, capitale dell’Azerbaijan. Mkhitaryan ha avuto problemi anche in occasione di altre trasferte in territorio azero: a ottobre nel 2018 dovette saltare una sfida di Europa League contro il Qarabag, e la stessa cosa era avvenuta tre anni prima, quando indossava la maglia del Borussia Dortmund.