C’è il primo storico derby di Salisburgo, ed è una partita che significa tantissimo

Il "nuovo" Salzburg affronta l'Austria Salzburg, la società che era stata cancellata all'arrivo di Red Bull.

Negli ultimi anni, Salisburgo è diventata la città di riferimento del calcio austriaco. Gli albi d’oro lo dicono in modo inequivocabile: dal 2007 a oggi, il Fußballclub Red Bull Salzburg ha vinto 14 titoli nazionali su 17 più nove edizioni della coppa nazionale. Dal nome del club si capisce chiaramente che il merito di questo monopolio va attribuito agli investimenti – e alla competenza, certo – della Red Bull, che è partita proprio dalla città di Mozart per costruire una multiproprietà estesa in tutto il mondo, un vero e proprio impero calcistico. Sì, ma a che prezzo? In realtà, per alcuni, il gioco non è valso la candela: per avviare e lanciare la sua attività nel calcio, infatti, la multinazionale di energy drink ha letteralmente cancellato il club progenitore del Salisburgo. Si trattava dell’Austria Salisburgo, fondato nel 1933 e vincitore di tre titoli austriaci – e altrettante Supercoppe – alla metà degli anni Novanta. I tifosi dell’Inter ricorderanno la Coppa Uefa 1994, vinta dopo la finale giocata proprio contro gli austriaci. All’arrivo della Red Bull, nel 2005, la nuova proprietà cambiò il nome della società e anche i colori sociali: da bianco-viola a bianco-rosso.

Come detto, per alcuni tifosi la nuova grandezza del Salisburgo – una prospettiva che sembrava piuttosto concreta fin dall’inizio, considerando i valori medi del calcio austriaco – non poteva bastare per giustificare la polverizzazione della vecchia società. E così un gruppo di fan decise di passare all’azione, rifondando una nuova versione dell’Austria Salisburgo. Colori sociali? Ovviamente bianco-viola. Ebbene, il sorteggio della Coppa d’Austria ha deciso che martedì 26 settembre 2023 si sarebbe giocato il primo derby vero tra le due squadre di Salisburgo: l’Austria e la Red Bull si affronteranno per giocarsi l’accesso agli ottavi di finale.

Si tratta della prima sfida a livello senior dopo lo scisma: le due squadre, infatti, finora si sono affrontate solamente a livello giovanile. In virtù di tutto questo, la partita significa tantissimo. Soprattutto per i tifosi dell’Austria, che nel frattempo ha vissuto sulle montagne russe: dopo quattro promozioni consecutive, conquistate subito dopo la rifondazione, l’accesso alla Erste Liga – la seconda divisione della piramide austriaca – del 2015 determinò una profonda crisi economica. In seguito l’Austria Salzburg è tornato in terza divisione, categoria in cui milita tuttora, quindi a distanza di sicurezza da quelli che dovrebbero essere i rivali cittadini – che intanto, come detto, hanno cannibalizzato la Bundesliga.

Ma come è stato vissuto questo accoppiamento così beffardo, ma anche così atteso? In realtà la rivalità è inevitabilmente monodirezionale: l’Austria, per dire, ha rifiutato di utilizzare il nome completo del Red Bull Salisburgo in tutte le campagne di avvicinamento alla gara: la squadra avversaria in coppa è stata presentata con l’acronimo RBS, mentre il logo – che ovviamente riporta la scritta “Red Bull” e si compone anche con l’immagine stilizzata di due tori, simbolo del brand – è stato sostituito con un cerchio nero con la dicitura “RBS”. Stefan Stefan Schubert, membro del consiglio di amministrazione dell’Austria Salzburg, ha spiegato – le sue parole sono riportate in questo lungo reportage della BBC – che «la nuova proprietà ha distrutto la nostra storia, l’ha ignorata e poi cancellata. Avevamo negoziato con loro per un po’ e tutto quello che ci hanno offerto alla fine è stato di mantenere i calzini viola del portiere. Con quella società non era possibile dialogare, quindi abbiamo deciso di fondare un nostro club». Im merito alla partita, Schubert ha fatto considerazioni emozionate e fataliste: «Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, anzi sono certo che molti di noi speravano di affrontarli, prima o poi. Siamo in terza divisione e quindi non affrontiamo spesso partite così importanti. La maggior parte dei tifosi non protesterà, si concentrerà nel supportare la squadra: il fatto che esistiamo è già una protesta». È questa l’essenza di un derby inedito ma che in realtà esiste da tantissimi anni, ormai.