L’Arabia Saudita vuole ospitare anche i Mondiali femminili del 2035

La proposta è arrivata direttamente da Monika Stabb, direttrice tecnica della (neonata) Nazionale saudita.

Lo raccontiamo da mesi, ormai: l’Arabia Saudita ha messo a punto un enorme programma in più punti per poter dominare il calcio mondiale. Non è detto che ci riesca, ovviamente, ma intanto il piano c’è: l’abbiamo visto con il faraonico mercato fatto dai club della Saudi Pro League. Questo progetto, però, passa anche dal calcio femminile: secondo quanto riportato da diverse fonti piuttosto autorevoli, qui per esempio c’è l’articolo della BBC, il Regno vuole ospitare anche la fase finale della Women World Cup, in calendario per il 2035. Scriviamo anche perché, come sappiamo, la famiglia reale di Riyad ha già presentato la sua candidatura per organizzare la Coppa del Mondo maschile del 2034. E ci sono proprio tutti i presupposti perché la proposta vada a buon fine.

A esporsi in prima persona, sulla candidatura per il Mondiale femminile, è stata Monika Staab, ex calciatrice tedesca e attuale direttrice tecnica della Nazionale saudita: «Credo che il futuro del nostro movimento sia luminoso», ha detto Staab a una conferenza che si è svolta a Londra. «Ho parlato con i dirigenti, e so che l’Arabia Saudita vuole ospitare la Coppa del Mondo maschile del 2034. Perché non presentare una candidatura anche per quella femminile dell’anno successivo?». In realtà l’Arabia Saudita organizzerà anche l’edizione 2034 degli Asian Games femminili. Per la Nazionale, ospitare manifestazioni del genere è anche un modo per qualificarsi: finora, infatti, non è mai riuscita a disputare a un Mondiale, né tantomeno a partecipare a un’edizione della Coppa d’Asia. Insomma, parliamo di una rappresentativa che ha una tradizione modesta, a voler essere gentili. Allo stesso tempo, però, va anche detto che il primo torneo femminile patrocinato dalla SAFF (acronimo di Saudi Arabia Football Federation), tra l’altro non ufficiale, è stato organizzato solo nel 2019. La Nazionale, invece, si è formata ufficialmente soltanto a cavallo tra il 2021 e il 2022. Un ritardo legato alle leggi locali, per cui fino al 2015 è stato vietato costituire associazioni sportive femminili.

In realtà, come spiega The Athletic in questo lungo reportage, esiste un piano a lungo termine anche per il calcio femminile. In qualche modo, quindi, a Riyad vorrebbero ripetere per le donne quanto fatto per gli uomini negli ultimi mesi. I soldi, ovviamente, ci sono. E sono tanti. I dubbi e i problemi riguardano inevitabilmente altri aspetti, primo tra tutti quello relativo ai diritti delle donne: quando uscì la notizia che Visit Saudi – ente turistico legato direttamente al governo, cioè alla famiglia reale – avrebbe sponsorizzato l’ultima Coppa del Mondo femminile, quella giocata in estate tra Australia e Nuova Zelanda, un’attivista di Amnesty International, Nikita White, disse che «si tratterebbe di una cosa davvero ironica: i Mondiali femminili sarebbero sostenuti economicamente da un Paese come l’Arabia Saudita, in cui una donna non può neanche avere un lavoro senza il permesso del suo tutore maschio». Alla fine il contratto di partnership fu cancellato. Il punto è che, in Arabia Saudita, le restrizioni alla libertà delle donne rappresentano ancora un potenziale freno allo sviluppo del movimento calcistico femminile. Sarà interessante capire fino a che punto si intrometterà con la volontà di ospitare i Mondiali.