Il Saarbrucken, la squadra di terza divisione che ha battuto il Bayern, ha una storia incredibile

C'entrano la Seconda Guerra Mondiale, il Milan e una regione che è stata una nazione indipendente per alcuni anni.

I racconti delle gare giant-killing nelle coppe nazionali – per chi non lo sapesse: si tratta di quelle partite in cui le piccole squadre riescono a battere le big strafavorite – rappresentano un sottogenere piuttosto importante della narrativa calcistica, visto che hanno sempre esercitato una grande fascino sul pubblico. Difficile dargli torto, in fondo è dai tempi di Davide e Golia che l’umanità ama questo genere di storie. Quando poi a perdere è una squadra che vince sempre, letteralmente, allora tutto diventa ancora più stuzzicante. Come avrete capito, stiamo parlando di quello che è successo nell’ultimo turno della DFB-Pokal, la Coppa di Germania: il Bayern Monaco, reduce da undici trionfi consecutivi in Bundesliga, è stato eliminato dal Saarbrucken, club della terza divisione. La partita è finita 2-1, il gol decisivo è arrivato al minuto 96′, giusto per rendere ancora più epica e più indimenticabile l’impresa dei Molschder – storico soprannome del club.

Dopo questa partita, è inevitabile, il Saarbrucken è entrato nella storia del calcio. Il punto, però, è che parliamo di una squadra che ha già vissuto diversi eventi incredibili. Non c’è neanche bisogno di andare troppo lontano: appena tre anni fa, sempre in Coppa di Germania, la squadra più importante del Saarland – che oggi è uno dei sedici Stati federati della Germania, ma non è stato sempre così – ha raggiunto la semifinale dopo aver eliminato molti avversari decisamente più blasonati, per esempio il Colonia, il Karlsruhe, il Fortuna Dusseldorf. Solo il Bayer Leverkusen, a un passo dall’ultimo atto, era riuscito a fermare la corsa del Saarbrucken.

Ma neanche questo è il punto più incredibile raggiunto dal Saarbrucken nel corso della sua storia. Per rintracciarlo bisogna andare ai primi sessant’anni del XX secolo, un lungo periodo in cui il club ha dovuto districarsi nella complicata situazione politica del suo territorio: il Saarland, infatti, è stato un protettorato sotto controllo anglo-francese per quindici anni, tra il 1920 e il 1935, poi decise di unirsi alla Germania nazista. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, venne trasformato di nuovo in un protettorato francese, per poi diventare formalmente indipendente negli anni Cinquanta. In quello stesso periodo, il Saarbrucken ha vissuto diversi momenti ai limiti dell’assurdo: dopo lo scioglimento forzato, si ricostituì nel 1946; rifiutò di giocare nella neonata Ehrenliga Saarland, torneo “nazionale” organizzato nel nuovo stato indipendente, e decise di iscriversi al campionato francese, però con la denominazione FC Sarrebruck. Quando il Sarrebruck vinse la seconda divisione, al termine della stagione 1948/49, diversi club francesi – tra cui lo Strasburgo – si opposero alla promozione nel massimo campionato, ricordando come diverse squadre francesi furono costrette a “traslocare” nella Germania del Reich durante la guerra. Per tutta risposta, il Saarbrucken decise di creare un proprio torneo, la International Saarlandpokal, e l’iniziativa ebbe un certo riscontro. Non tanto in sé, visto che la seconda edizione non venne mai completata per mancanza di risorse e di interesse da parte del pubblico, ma perché mostrò le potenzialità di una manifestazione a cui avevano accesso squadre provenienti da diversi Paesi d’Europa. Insomma, si può dire che il Saarbrucken abbia dato vita a una delle competizioni progenitrici della Coppa dei Campioni, che infatti sarebbe stata inventata solo pochi anni dopo.

Nel frattempo, vista la risonanza della Saarlandpokal, diverse squadre decisero di affrontare il Saarbrucken in amichevole: Real Madrid, Athletic Club, la Nazionale svizzera, persino i cileni dell’Universidad Católica. Nel 1952 il Saarbrucken tornò nella piramide calcistica tedesca, eppure tre anni dopo venne chiamato a rappresentare il Saarland – che in quel momento era ancora una nazione indipendente, anche se erano già in corso le trattative perché tornasse a far parte della Germania, cosa che sarebbe avvenuta nel 1957 – nella prima edizione della Coppa dei Campioni. Il tabellone del primo turno, non sorteggiato ma deciso a tavolino dagli organizzatori, oppose il Saarbrucken  al Milan: l’andata a San Siro, vale a dire la prima gara di Coppa dei Campioni mai disputata in Italia, finì 4-3 in favore degli ospiti; al ritorno, però, il Milan vinse 4-1 e conquistò l’accesso ai quarti di finale.