L’assurda difesa altissima del Tottenham di Postecoglou, in nove contro undici

Nella gara contro il Chelsea, persa 1-4, gli Spurs non hanno rinunciato alla propria identità. Nemmeno dopo due cartellini rossi.

Chi ha seguito Tottenham-Chelsea 1-4, che sia distrattamente o mettendoci un certo impegno, a un certo punto ha dovuto fermarsi, posare lo smartphone, stropicciarsi gli occhi, porsi una domanda: ma davvero il Tottenham, rimasto in nove contro undici a causa di due espulsioni, sta difendendo il risultato (1-1) con sette od otto uomini posizionati sulla linea di metà campo? La risposta era ed è: sì, Postecoglou ha chiesto/imposto che fosse così, ha fatto una scelta netta, senza appello. L’ha detto chiaramente nel postpartita: «Noi siamo questi, finché resterò qui giocheremo in questo modo». E non ci sono deviazioni, e non ci sono compromessi.

Per chi non avesse seguito Tottenham-Chelsea, ecco un po’ di contesto. Allora, nel primo tempo è successo di tutto: un gol dopo sei minuti firmato da Kulusevski, il raddoppio di Son annullato dal Var, un altro gol cancellato dal Var ma stavolta al Chelsea, un terzo gol tolto dal Var ma che poi si è trasformato in rigore+espulsione a favore dei Blues, trasformazione da brividi di Palmer – Vicario ci era quasi arrivato – e partita incanalata. E ancora: dodici (!) minuti di recupero, poi finalmente l’intervallo. Al rientro dagli spogliatoi, come se non bastasse, ecco il secondo giallo per Destiny Udogie. Tottenham in nove contro undici quando mancavano 35 minuti più recupero alla fine.

Da lì in poi, gli Spurs hanno iniziato a difendere come vedete nella foto in apertura. Potete non crederci, in effetti sembra tutto assurdo, ma sotto c’è la sintesi che lo conferma: anziché compattarsi in area, anziché aspettare il Chelsea rimanendo basso come fanno le squadre di pallanuoto in inferiorità numerica, il Tottenham ha alzato i quattro difensori fino alla linea mediana del campo, così ha formato una linea di sette (a volte anche di otto) calciatori all’altezza del centrocampo. In pratica, Postecoglou ha sfidato il Chelsea a battere i suoi uomini in velocità, con gli inserimenti da dietro. Quando i calciatori di Pochettino riuscivano a imbucare il pallone in profondità, c’era Vicario – anche lui altissimo, altrimenti la strategia non avrebbe avuto alcun senso – pronto a intervenire, o quantomeno a cercare l’anticipo. In alcuni casi, l’ex portiere dell’Empoli è uscito a valanga per anticipare gli attaccanti del Chelsea.

Le immagini come prova

Al di là della sorpresa e dell’incredulità, che risultati ha prodotto questa scelta? La partita è finita 1-4, e i tre gol del Chelsea (tutti e tre di Jackson) sono arrivati quando i Blues sono riusciti ad aggirare quel sistema, ovvero a trovare un inserimento da dietro che eludesse l’enorme trappola del fuorigioco – in fondo l’intenzione di Postecoglou era proprio questa: mettere in costante offside i suoi avversari – predisposta dagli Spurs. È riuscito a Sterling, a Gallagher e poi allo stesso Jackson, messo solo davanti a Vicario.

C’è da dire che, in altre occasioni, l’idea/ambizione di Postecoglou si è realizzata: il Chelsea, nei 66 minuti giocati in superiorità numerica, è andato sette volte in fuorigioco – ovviamente si tratta di un record per le squadre rimaste in dieci e poi in nove, e anche i gol segnati da Jackson sono stati analizzati con attenzione dal Var, visto che la posizione di partenza dei giocatori che hanno bucato la linea era quantomeno dubbia.Si potrebbe anche dire che il Tottenham, nonostante la doppia inferiorità numerica, sia riuscito a creare almeno due palle gol piuttosto nitide, con Bentancur di testa sugli sviluppi di una punizione e con un diagonale di Son. A queste occasioni va aggiungo addirittura un gol annullato a Dier, sempre dopo una punizione, a causa di un altro fuorigioco – la sorte a volte sa essere crudele.

Ma la realtà è che Postecoglou, semplicemente, ha scelto di morire – sportivamente, si intende – mostrando quali sono le proprie idee, esasperandole, cercando di sfidare il contesto ma un po’ anche il buon senso. Tutti, più o meno, sono stati concordi su questo punto: The Athletic ha scritto che la difesa a centrocampo del Tottenham è stata «folle, imprudente, divertentissima»; per il Guardian, invece, Postecoglou ha scelto una strategia «coraggiosa, audace e destinata a fallire». Più duro il Times, secondo cui il manager degli Spurs è stato «tatticamente testardo», visto che «la sua linea altissima è risultata comica». Il risultato è ciò che resta, così come le immagini. Per le valutazioni, ognuno è liberissimo di fare la sua. Di certo abbiamo visto qualcosa di nuovo.