Il finale di derby che tutti (o nessuno) vorrebbero vivere

Il Benfica ha battuto lo Sporting per 2-1. E l'ha fatto nel modo più esaltante (o crudele) che c'è.
di Redazione Undici 13 Novembre 2023 alle 12:23

Non c’è, non può esistere, il modo giusto per perdere un derby. Questa frase, come tutto, va però relativizzata. Perché il derby del 12 novembre 2023, ci scommettiamo, i tifosi dello Sporting Lisbona non lo dimenticheranno facilmente. E, soprattutto, avrebbero preferito perderlo in tanti altri modi, in tutti i modi possibili, ma non in rimonta durante i minuti di recupero della ripresa. È successo tutto a partita praticamente finita, con lo Sporting in vantaggio per 0-1 al Da Luz, con Trubin – il portiere del Benfica – che già saliva in area avversaria per ogni calcio piazzato. Il video che trovate sotto, in cui c’è tutto, inizia proprio con un’inquadratura stretta sull’estremo difensore ucraino, spintosi in avanti su un calcio d’angolo battuto da Di María. Il cronometro segna 93.1o, la squadra arbitrale ha assegnato sei minuti di recupero. La palla crossata da Di María viene spizzata da Morato e finisce sul petto di João Neves, centrocampista classe 2004 cresciuto nel vivaio del Benfica, lasciato solo a centro area; controllo e destro violentissimo scaricato in porta. Molti, al Da Luz, sono in lacrime per questo pareggio. Anche João Neves non resiste, bacia la sua maglia rossa e piange di gioia dopo essere scivolato con le ginocchia sul terreno di gioco. Sia lui che i suoi tifosi non hanno ancora visto niente.

La partita riprende, il gioco è confuso e spezzettato. Al minuto 96.20 c’è un’apertura sulla destra verso Fredrik Aursnes. Il cross al centro è teso, immediato. Sotto porta ci sono Rafa Silva e Tengstedt: il primo tenta il colpo di tacco ma non riesce a impattare la palla, il secondo è molto più concreto e mette dentro il gol del 2-1. L’urlo del Da Luz – un urlo impressionante, fortissimo anche se sordo – viene però strozzato dalla bandierina alzata, da un fuorigioco segnalato in maniera pronta, sicura. Il tempo – non il cronometro, quella è un’altra cosa – viene sospeso, in attesa del responso del Var. Ci si interroga su un eventuale tocco di Rafa Silva, visto che entrambi i giocatori del Benfica sono dietro la linea del pallone, al momento del cross. Poi, però, l’arbitro riceve l’ok dai suoi assistenti e indica il centrocampo. La tensione di tutti si scioglie in modo fragoroso. Il Benfica ha rimontato e ha vinto nei minuti di recupero. La gioia è incontenibile.

Sette minuti tutti da gustare, ma solo se non siete tifosi dello Sporting

I giocatori in maglia rossa si abbracciano tra loro, coinvolgendo anche i membri della panchina. Il tecnico Schmidt, subito dopo la decisione dell’arbitro, sembra essere fuori dal suo corpo. Diversi tifosi invadono il campo. Le telecamere hanno il coraggio di pizzicare diversi tifosi dello Sporting che hanno avuto il coraggio di essere lì, in mezzo ai loro grandi rivali, e le loro facce sono un misto di incredulità e tristezza. I giocatori in maglia biancoverde imprecano, si disperano, crollano sulle ginocchia e hanno lo sguardo vuoto. L’atmosfera è carichissima. La partita riprende, giusto il tempo di un lancio lungo verso l’area del Benfica e di un calcione per ribattere la palla. L’arbitro fischia, la festa può riprendere. Non c’è, non può esistere, il modo giusto per perdere un derby. Ma per qualche tempo è meglio non fare questa domanda a qualcuno che c’entra con lo Sporting.

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