La partita strepitosa di Phil Foden contro il Lipsia

Due assist e un gol, ma soprattutto una grande prestazione creativa a tutto campo.
di Redazione Undici 29 Novembre 2023 alle 16:42

Nel calcio costantemente in evoluzione di Pep Guardiola, una delle cose più singolari sta nel fatto che qualsiasi giocatore, da una stagione all’altra, può essere “retrocesso” a riserva e poi tornare a giocare da titolare fisso. Quest’anno è successo a Phil Foden, un talento meraviglioso, un giocatore che Guardiola ha sempre detto di amare tanto, fin da quando ha iniziato a schierarlo, e allora si parlava di un adolescente. Ecco, nonostante tutto questo, un anno fa Foden è stato un protagonista laterale della stagione indimenticabile del Manchester City: 22 partite da titolare in Premier League e solamente tre in Champions, dove è stato sacrificato per far posto a Bernardo Silva, Grealish, Gündogan e De Bruyne. Come avrete intuito, nel 2023/24 le cose sono cambiate di nuovo: forse anche per compensare l’assenza di De Bruyne e per rendere più fluido l’assetto offensivo della sua squadra, Guardiola è tornato a puntare forte su Foden. Lo dicono i numeri: siamo a fine novembre, e Foden ha già messo insieme 15 gare da titolare, undici in Premier e quattro in Champions League. In cambio, da lui il City ha ottenuto sei gol e cinque assist.

I numeri di gol e assist sono importanti, ma la centralità di Foden va ricercata più che altro nella continuità delle prestazioni, nel suo enorme contributo creativo al gioco del City. Come nella gara di ieri sera contro il Lipsia: schierato almeno in teoria da esterno destro del tridente d’attacco, lo slot che ha occupato più spesso in questo inizio di stagione, Foden in realtà si è mosso in tutte le zone del campo per creare linee di passaggio ai suoi compagni, per ricevere e pulire il pallone, per trascinarlo in avanti verso Haaland e Grealish, gli altri due attaccanti schierati inizialmente da Guardiola. Come si vede nei suoi highlights personali, li trovate nel video sotto, in realtà Foden ha agito come mezzala, anzi come trequartista: soprattutto nel primo tempo, ha giocato la maggior parte dei palloni nella fascia centrale del campo, qualche metro alle spalle di Haaland.

Foden ha seguito lo stesso spartito anche nella ripresa, quando Guardiola ha provato a cambiare la gara – il Manchester City era sotto 0-2 – inserendo Juláan Álvarez e Jeremy Doku al posto di Grealish e addirittura di Kyle Walker, un difensore puro. Insomma, Pep ha disegnato un sistema di gioco a dir poco spregiudicato (in campo c’erano, tutti insieme, Bernardo Silva, Rico Lewis, Foden, Álvarez, Doku e Haaland) e ha occupato militarmente la metà campo avversaria. In spazi inevitabilmente congestionati, è venuto fuori ancora di più il talento accecante di Foden, la sua capacità di tenere il pallone incollato al piede e di farlo passare in corridoi che sarebbero troppo stretti per chiunque, ma non lo sono per lui. È così, grazie a un suo meraviglioso tocco filtrante d’esterno, che Haaland si è trovato solo davanti al portiere e – ovviamente – ha segnato il primo gol del City. Ed è così che è arrivata anche la rete personale di Foden: palla ricevuta al limite dell’area, controllo orientato col destro, tocco in conduzione col sinistro, finta di corpo e tiro di piatto in controtempo sul secondo palo. Il tutto in mezzo alle gambe di tre difensori avversari.  Come se tutto questo non fosse abbastanza, Foden ha anche servito un altro assist decisivo: Doku, dalla sinistra, ha premiato il suo ennesimo inserimento in area con un passaggio veloce, non proprio semplice da addomesticare; Foden ha controllato la palla e se l’è spostata avanti alla velocità della luce, è scattato per andare a riprendersela e nel frattempo – non si sa come – ha visto che Álvarez è smarcato a centro area; tocco arretrato di sinistro, difesa tagliata in due, tiro e gol. Rimonta completata.

Prendetevi due minuti del vostro tempo

Secondo quanto riporta il Manchester Evening, Guardiola ha chiamato Foden a sé prima dell’assalto finale: i due hanno parlato nei pressi della panchina e poi è stato proprio Foden a trasmettere le istruzioni di Pep ai suoi compagni. Per il quotidiano inglese questo piccolo evento meta-calcistico è un segnale del fatto che Guardiola sia tornato a fidarsi ciecamente di Foden, ma ovviamente potrebbe essere una cosa priva di fondamento. In ogni caso, però, c’è una cosa che di certo non è priva di significato: Foden è rimasto in campo, ha continuato a giocare come riferimento offensivo centrale del City anche dopo l’ingresso di Álvarez, che fin dall’inizio di questa stagione è stato un uomo-chiave proprio in quella posizione, e ha risposto benissimo agli stimoli del suo allenatore. Anche all’interno di un sistema iper-codificato come quello di Pep, Foden gioca in modo libero e creativo, anzi per il City questa sua capacità di muoversi e di essere decisivo a tutto campo, senza dare punti di riferimento ai difensori avversari, è una risorsa preziosa. Una risorsa che Guardiola ha saputo coltivare fin dall’inizio della carriera di Foden, poi l’aveva messa un po’ in disparte e ora l’ha recuperata. L’ha recuperata davvero alla grande, viene da dire.

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