L’ultimo dicembre ci ha fatto rivedere il vecchio Luka Jovic

Il Milan potrebbe aver rivitalizzato un talento che sembrava perduto.

A pensarci bene, il fatto che Luka Jovic abbia segnato cinque gol in tutte le competizioni da dicembre a oggi – miglior giocatore delle squadre di Serie A, in questa speciale classifica – non è poi così sorprendente. Nel senso: fino a qualche anno fa, il centravanti serbo era considerato uno dei migliori giovani del pianeta. A dirlo fu il trasferimento al Real Madrid: nell’estate 2019, Jovic fu scelto dalla squadra più prestigiosa del mondo come backup/compagno di reparto di Karim Benzema, e per prenderlo Florentino Pérez versò una cifra che si dice fosse superiore ai 60 milioni di euro. Come dire: non è che il Real Madrid sia infallibile, ma è vero pure che allora Jovic era un attaccante reduce da una stagione da 27 gol segnati con l’Eintracht Francoforte, per altro tra Bundesliga ed Europa League. In virtù di tutto questo, quindi, la vera sorpresa è che Jovic nel frattempo si sia fermato, sia ristagnato, fino a essere scaricato non solo dal Madrid, ma anche dalla Fiorentina: i 13 gol segnati un anno fa tra Serie A e Conference League sono un equivoco statistico, le sue prestazioni e le sue crisi sotto porta l’hanno fatto entrare di diritto tra le delusioni dell’annata 2022/23.

E allora, diciamola meglio: Luka Jovic sta finalmente rinascendo dopo quattro anni passati in letargo – in mezzo c’è stato anche un dimenticabile ritorno all’Eintracht, in prestito. Il Milan, che l’ha scelto come vice-Giroud praticamente a fine mercato, ha saputo aspettarlo, ha provveduto a ricostruirlo – fisicamente, mentalmente, quindi tecnicamente – e ora sta raccogliendo i frutti di questo lavoro. Le cose sono andate esattamente così lo leggi nell’andamento e nel rendimento stagionale dell’attaccante serbo: esordio da titolare a Genova il 7 ottobre, primo gol (e primo assist) contro il Frosinone a inizio dicembre; da lì in poi sono arrivate altre quattro reti, tra cui la doppietta in Coppa Italia contro il Cagliari. In totale, quindi, Jovic ha giocato quattro gare dall’inizio e ha accumulato un minutaggio complessivo di 576′. Un numero che, se messo a rapporto con i sei contributi decisivi per un gol (sei marcature personali e un assist decisivo), mette in evidenza la sua efficacia: quando va in campo, il centravanti servo propizia o realizza una rete a partita, più o meno.

La prima buona partita di Jovic in rossonero, contro il Frosinone

Nel corso delle ultime settimane, la crescita fisica di Jovic ha fatto sì che emergesse anche una certa prossimità tecnico-tattica tra lui e il gioco di Pioli. È una questione di caratteristiche: l’attaccante cresciuto nella Stella Rossa ha un fisico compatto ma possente (182 cm X 85 kg di peso forma), ha una buona resistenza sul lungo e anche nei contrasti, ma soprattutto sa giocare sia spalle alla porta che in verticale. Insomma, per dirla brutalmente: è una prima punta completamente diversa rispetto a Giroud, quindi forse più adatta nelle partite in cui il Milan manifesta i suoi difetti più grossi, vale a dire la prevedibilità in fase offensiva, soprattutto quando i giocatori rossoneri non riescono a risalire il campo in velocità, a esaltare i loro talenti in campo aperto. Ecco, da questo punto di vista Jovic offre un’alternativa.

Non a caso, viene da dire, Pioli lo ha coccolato e lo ha spronato nelle interviste dopo la gara di Coppa Italia contro il Cagliari («Luka ha grandi doti, può diventare un campione; è arrivato ed era fuori forma, ora si è ripreso: deve continuare così, e deve crederci di più») e ora pare che anche la dirigenza del Milan abbia deciso di fermare le macchine del calciomercato: fino a qualche settimana fa, infatti, il club rossonero era certo di voler prendere una punta nella finestra di gennaio. Questa rinascita di Jovic, però, potrebbe cambiare le cose. In fondo conviene anche a lui: è arrivato al Milan a parametro zero, il suo contratto scadrà tra sei mesi ma esiste un’opzione per prolungarlo. A 26 anni compiuti da pochi giorni, il 23 dicembre scorso, forse non è ancora troppo tardi. L’attaccante scelto dal Real Madrid, in fondo, non poteva essere sparito nel nulla.