L’Anversa è un caso eclatante di “doping finanziario”?

La squadra che ha vinto il titolo vinto lo scorso anno è stata costruita con degli investimenti troppo azzardati.

Negli ultimi anni, poche squadre europee sono cresciute velocemente come il Royal Antwerp, che qui in Italia conosciamo come Anversa: il progetto ricco e ambizioso della proprietà, che fa capo al costruttore edile Paul Gheysens, ha riportato il club a vincere il titolo belga dopo 66 anni, per altro in modo a dir poco rocambolesco, e sembrava poter garantire una certa solidità a lungo termine, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista finanziario. Ecco, quest’ultima parte non corrisponde più alla realtà: dal Belgio, infatti, arrivano notizie piuttosto allarmanti sulla situazione finanziaria dell’Anversa. Che, sommate a quelle sulla squalifica del direttore tecnico Marc Overmars, mettono in dubbio il futuro del club. Anche quello a breve termine, quello relativo alle cose più basilari: i dipendenti della società non hanno ricevuto la tredicesima, in una mail ufficiale inviata poco prima delle feste la dirigenza dell’Anversa ha lamentato «un problema di liquidità» e ha rimandato i versamenti a data da destinarsi.

Ma cosa è successo veramente? Intanto, ecco un piccolo ripasso del caso-Overmars: l’ex dirigente dell’Ajax era stato licenziato dal club olandese due anni fa a seguito di uno scandalo sessuale – nella fattispecie, Overmars aveva inviato delle foto erotiche non richieste ad alcune dipendenti della società. Poche settimane dopo ha accettato l’offerta dell’Anversa ed è diventato il nuovo direttore tecnico del club belga, solo che qualche giorno fa la FIFA ha emesso una sentenza di squalifica globale che lo terrà fuori dal calcio per i prossimi due anni. Nel frattempo, però, Overmars ha costruito la squadra che ha vinto l’ultima Jupiler Pro League, il massimo campionato belga, e poi quella che ha esordito ai gironi di Champions League dopo aver superato l’AEK Atene nei playoff estivi. Ecco, la campagna europea che non è andata benissimo – una sola vittoria, inutile, contro il Barcellona e poi cinque sconfitte – è stata una delle motivazioni usate dalla dirigenza per spiegare le sue difficoltà economiche. Difficoltà che, per altro, fanno del Royal l’unica squadra del campionato belga che non è partita per un richiamo di preparazione in un Paese caldo.

Secondo l’economista sportivo Trudo Dejonghe, intervistato da VRT News, «diversi club belgi hanno problemi di liquidità in questo periodo dell’anno, ma è chiaro che all’Anversa c’è qualcosa di più profondo: per costruire la squadra che ha vinto il titolo è stata spesa una fortuna, ma questi investimenti non hanno portato a una crescita organica dei ricavi aziendali, che sono rimasti a livelli bassissimi. Le finanze del club sono state gonfiate in modo artificiale, si può parlare di doping finanziario usato per raggiungere un successo immediato. Ma se la persona che mette i soldi, in questo caso Paul Gheysens, non è più disposto a farlo e/o non ha più risorse da investire, allora l’Anversa finisce nei guai».

È chiaro che Dejonghe, quando parla di doping finanziario, fa riferimento agli acquisti di giocatori riconoscibili come Kevin Mirallas, Steven Defour, Radja Nainggolan, Toby Alderweireld, tutti transitati per Anversa negli ultimi anni e tutti lautamente ricompensati con stipendi consistenti. Il punto, però, è che il loro passaggio non ha potuto generare ricavi importanti, visto che parliamo di calciatori non più rivendibili sul mercato. «E allora», dice Dejonghe, «è giusto parlare di “Modello Icaro”: certi investimenti ti permettono di volare subito verso il sole, ma poi rischi di cadere di nuovo a terra. Anche perché le regole del Fair Play Finanziario UEFA vietano iniezioni dirette di capitali oltre una certa soglia».

Insomma: la proprietà, anche se volesse, farebbe fatica a coprire tutti i buchi. Il vero problema, però, è che la Ghelamco – l’impresa edile di Gheysens – è a sua volta in grande difficoltà economica. Inoltre, come se non bastasse, al momento non c’è un direttore tecnico o sportivo che può lavorare sul calciomercato per trovare nuovi fondi. E lo stesso Gheysens vive un profondo conflitto con Tanja Mintjens, proprietaria del terreno in cui sorge lo stadio dell’Anversa. Chi ha seguito la Champions di quest’anno ricorderà come alcuni settori dell’impianto fossero chiusi, anche durante le partite della fase a gironi, per via dei lavori di ristrutturazione. Ecco, quei lavori in questo momento risultano fermi, bloccati, a causa dei dissidi tra le parti in causa. E così l’Anversa ha dovuto rinunciare – e sta rinunciando – a un’ulteriore fonte di ricavi.