Jannik Sinner ha vinto l’Australian Open maschile in rimonta, cioè al termine di una finale durissima, dopo aver dominato tutte le partite del torneo. Merito/colpa di Daniil Medvedev, protagonista di una grande prestazione – almeno fino al termine del secondo set. Nel tabellone femminile, invece, la dominatrice del torneo ha affermato la sua superiorità anche in finale: stiamo parlando di Aryna Sabalenka, 25enne bielorussa, detentrice del titolo di Melbourne e seconda giocatrice al mondo secondo il Ranking WTA. No, non esageriamo quando utilizziamo il termine “dominatrice”: Sabalenka, infatti, ha chiuso l’ultima partita del torneo – contro la cinese Zheng Qinwen – in un’ora e 16 minuti, con un eloquente punteggio di 6-3 6-2. Ed era andata allo stesso modo in tutti gli altri match giocati in Australia: 6-0 6-1 contro Ella Seidel, 6-3 6-2 contro Brenda Fruhvirtova, 6-0 6-0 contro Lesia Tsurenko, 6-3 6-2 contro Barbora Krejcikova e 7-6 6-4 contro Coco Gauff in semifinale.
Sì, avete letto bene: Sabalenka ha vinto l’Australian Open 2024 senza concedere neanche un set, disputando un solo tie-break. Per altro in semifinale. Non prima. Il bello è che era andata più o meno così anche l’anno scorso: sul veloce di Melbourne, Sabalenka ha conquistato il titolo concedendo un solo set. In finale, contro Elena Rybakina. Nel 2024, insomma, Sabalenka ha migliorato quel poco che poteva davvero migliorare, quantomeno a Melbourne. Ora, però, la tennista bielorussa può e deve porsi altri obiettivi: finora, infatti, non è ancora riuscito a vincere nessun altro Slam; certo, ha raggiunto la semifinale a tutti gli ultimi sei tornei major, centrando anche la finale agli US Open (persa contro Coco Gauff), ma ora devono arrivare i titoli. Anche perché c’è da riconquistare la prima posizione nel Ranking mondiale, raggiunta a settembre scorso e poi persa. Al momento, Sabalenka è seconda alle spalle di Swiatek.
Il punto decisivo della finale
Sabalenka è una tennista con una particolarità: è una campionessa nel singolare, si deduce chiaramente dalle sue statistiche, ma è fortissima anche nel doppio. Infatti ha raggiunto il primo posto nel Ranking specifico stilato dalla WTA, e nel suo palmarés ha due vittorie in tornei dello Slam (US Open 2019 e Australian Open 2021), entrambe raggiunte in coppia con Elise Mertens. Nel circuito femminile è più semplice che una giocatrice abbia grandi risultati sia nel singolo che nel doppio, ma in ogni caso resta un fatto singolare. Così com’è singolare la sua posizione politica: nel 2020 ha firmato un documento a sostegno di Aljaksandr Lukashenko, presidente della Bielorussia dal 1994 e aperto sostenitore di Putin, e poi ha passato il Capodanno successivo con lui. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia l’ha messa in una condizione ancora più difficile: subito dopo l’inizio della guerra, ha deciso di non condannare apertamente Putin e quindi anche Lukashenko, nel senso che si è limitata a dire che «non voglio che il mio Paese sia coinvolto in nessun conflitto, come non lo vogliono gli atleti russi. Io sono solo una tennista, non voglio essere coinvolta in questioni politiche».
Nel circuito WTA, la risposta è stata piuttosto compatta: le tenniste ucraine si sono rifiutate di stringerle la mano, i giornalisti hanno iniziato a porle domande sempre più insistenti. Al punto che lei, all’ultimo Roland Garros, ha deciso di disertare alcune conferenze stampa: «Mi sento minacciata», aveva confessato. Qualche giorno dopo, sempre durante il torneo di Parigi, Sabalenka ha fatto una piccola ma decisa marcia indietro: «Non sostengo la guerra, nel senso che non sostengo Lukashenko», aveva detto dopo la partita vinta contro Elena Svitolina. Da allora la pressione si è un po’ sgonfiata, anche se ora Lukashenko ha celebrato il successo a Melbourne con un messaggio di congratulazioni.