Forse abbiamo trovato la kryptonite di Haaland: il Liverpool di Klopp

Contro la difesa dei Reds, il fenomenale centravanti del City fa un po' di fatica.

Liverpool-Manchester City 1-1 è stata una partita oggettivamente fantastica, per chiunque l’abbia seguita. È un discorso di pura bellezza calcistica, declinata in ogni modo possibile: bellezza tecnica, tattica, agonistica, e poi anche emozioni a raffica, episodi controversi, l’abbraccio finale tra Klopp e Guardiola, un risultato che fa felici tutti (soprattutto l’Arsenal) e nessuno, un po’ come i finali aperti dei film. L’unico che si è divertito un po’ meno del solito, però, è Erling Haaland. A dirlo sono i numeri: nella gara di Anfield, il fenomenale centravanti del Manchester City ha tirato una sola volta verso la porta difesa da Kelleher, impegnando relativamente il portiere del Liverpool; e poi ha messo insieme il 40% dei duelli vinti, il 33% dei dribbling riusciti e soprattutto cinque palle perse. Sarebbero statistiche negative per molti attaccanti, figuriamoci per una specie di cyborg capace di battere – e ribattere, e ribattere – qualsiasi record realizzativo.

Per carità, non siamo davvero in un fumetto o in un film: una partita storta può capitare a chiunque. Persino a Erling Haaland. Il punto è che alcune delle peggiori prestazioni dell’attaccante norvegese, negli ultimi anni, sono arrivate proprio in occasione di partite giocate contro il Liverpool di Klopp. Come se i Reds avessero su di lui un effetto tipo kryptonite – e il paragone con Superman è piuttosto calzante, non c’è che dire. A dirlo, come al solito, sono i numeri: se guardiamo alla sua esperienza in Inghilterra, Haaland ha affrontato cinque volte il Liverpool, e il suo score è “soltanto” di due gol segnati. Tra l’altro, Haaland e il Manchester City hanno vinto solo una gara contro il Liverpool nelle ultime due stagioni: erano gli ottavi di finale della Coppa di Lega 22/23. Ripetiamo: se stessimo parlando di un altro calciatore, non ci sarebbe nulla di strano in questo tipo di dati. Il punto è che stiamo parlando di Haaland.

Non a caso, viene da dire, in passato Klopp è stato interrogato/stuzzicato dalla stampa inglese in merito all’impatto meteoritico di Haaland sulla Premier League: al tecnico tedesco è stato chiesto quale potesse essere la strada giusta per limitare il centravanti del Manchester City. La risposta si potrebbe definire semplice al limite del banale, se non fosse che dietro le parole di Klopp c’era un immenso lavoro di comprensione del gioco e adattamento tattico: «Probabilmente stiamo parlando del miglior attaccante del mondo», disse il manager del Liverpool un anno e mezzo fa. «L’unico modo per fermarlo è fare in modo che riceva pochi palloni giocabili: con i campioni che gli girano intorno nel City è inevitabile che abbia dei rifornimenti costanti, ma per difendersi da lui è importante limitarli al massimo». È un atteggiamento che funziona, ma all’orizzonte comincia a intravedersi una crepa: come sappiamo, questa è l’ultima stagione di Klopp sulla panchina del Liverpool. Il suo successore continuerà ad allenare il Liverpool in modo che i Reds possano essere la kryptonite di Haaland? Domanda bella e difficile, a cui solo il tempo potrà dare una risposta.