Dopo il suo salvifico intervento a Indian Wells, l’apicoltore Lance Davis è diventato l’idolo di internet

L'eroe che ci meritiamo e pure quello di cui abbiamo bisogno.

«Non l’eroe che meritiamo ma quello di cui abbiamo bisogno», soprattutto quando rischiamo di essere uccisi da uno sciame di api. Il suo nome è Lance Davis, l’eroe di cui hanno avuto bisogno durante il quarto di finale di Indian Wells tra Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, quando un enorme sciame di api ha invaso il campo numero uno e costretto a interrompere la partita per più di due ore. Ma le cose migliori della vita tocca aspettarle a lungo, e la discesa in campo di Lance Davis, fondatore, presidente, proprietario, operatore e pure uomo immagine della Killer Bee Live Removal non ha fatto eccezione. Si è fatto aspettare, probabilmente per assemblare uno dei più straordinari outfit mai visti su un campo di tennis di erba, cemento o terra rossa che sia: jeans a sigaretta a lavaggio chiaro, maglietta a maniche lunghe brandizzata ovviamente Killer Bee Live Removal – incredibili le stampe sulle maniche e soprattutto sul dorso – occhiali da sole tra il casual e il tecnico, coperti appena da un ciuffo sbarazzino come quello delle rockstar degli anni Settanta, un po’ Meat Loaf e un po’ Ozzy Osbourne.

È difficile trovare le parole per descrivere quanto visto dalla discesa in campo di Lance Davis alla sua uscita trionfale dallo stesso. Deve essere così che gli eroi omerici affrontavano le fatiche che gli dèi dell’Olimpo li costringevano ad affrontare: con la serenità di chi sa di avere in sé la forza per superare ogni prova e la gravitas indispensabile a farsi leggenda, mito, eroe, appunto. Mentre tutti gli altri si facevano prendere dal panico, dalla confusione e dall’indecisione, Lance Davis sapeva esattamente cosa fare: caracollare divertito tra gli spalti fino a raggiungere il punto in cui le api stavano provando a costruire l’alveare. La differenza tra lui, un Killer Bee Live Removal, e un normalissimo Bee Removal come tanti ce ne sono nel mondo, sta in quello che è successo dopo l’arrivo davanti al nemico. Tutti, seguendo la drammatica diretta, ci siamo chiesti cosa avrebbe fatto Lance Davis una volta arrivato davanti alla prova più importante della sua vita, al momento in cui la sua fama sarebbe stata sottoposta al battesimo del fuoco di una diretta in mondovisione.

Ci aspettavamo di vederlo affrontare le api bardato nella classica tuta da apicoltore gialla, eravamo pronti ad aguzzare la vista nel tentativo di cogliere le sue espressioni dietro la retina protettiva. Ma un uomo con quei capelli e quegli occhiali da sole sa che l’estetica è anche etica, che lo stile non è vezzo ma sostanza: ha affrontato le api a volto scoperto, a mani nude, protetto solo dai simboli – probabilmente simboli sacri nella comunità dei bee remover, veri e propri talismani protettivi – aiutato solo da una specie di aspirapolvere che lo faceva somigliare a uno dei ghostbusters, solo che lui cattura api e non fantasmi. O forse anche api fantasma, chissà. Se volete scoprirlo, l’unica maniera è seguire il reality show – poteva un personaggio del genere non avere già un reality show dedicato? «This is America», cantava Childish Gambino, quindi la risposta è certo che ce l’ha, Lance Davis, un reality show (va in onda su EarthxTV, consigliamo la puntata in cui racconta di essere rimasto in coma per tre settimane dopo un incidente del tutto estraneo alla sua attività di killer bee live removal.

Dopo aver rimosso le api usando il suo avveniristico scaccia-api (aspirapolvere che sicuramente ha modificato lui stesso per i suoi fini specifici, proprio come Batman si costruisce lui, con le sue mani, tutti i gadget che porta poi in battaglia), Lance Davis ha assicurato a tutti che non sarebbero tornate, producendosi in una dottissima disquisizione sulle abitudini di viaggio e riposo delle api (per gli appassionati e i curiosi, trovate un riassunto della sua lectio magistralis qui). Dopo una lunga serie di high five e selfie con i tifosi rimasti a seguire la sua impresa, Lance Davis ha commentato il fatto che anche l’attore Ben Stiller avesse riconosciuto il suo innegabile, evidente, stiloso carisma con un post su X . La risposta è stata quella di un eroe che aderisce ai canoni della kalokagathia tanto cara proprio ai cantori della poesia epica: non basta essere belli ma bisogna essere pure buoni, riassumere in sé tutti i tratti positivi del carattere umano. E la riposta di Lance Davis, pur se aggiustata all’eloquio della provincia californiana, è la prova che questo è un personaggio che appartiene a quell’immaginario, a quello degli eroi classici: «Ben Stiller? Davvero? Cavolo, che figata. Mi piace Ben Stiller, è un grande». Dopodiché è risalito sul suo pick up (ovviamente un capolavoro dal punto di vista estetico, personalizzato con il logo della sua azienda e la gigantografia di un’ape) e se ne è andato, Lance Davis. Lasciandoci ad aspettare, a sperare, in una nuova invasione di api su un campo di Indian Wells.