Allo Schalke, pur di sopravvivere, stanno risparmiando su qualsiasi cosa

In Germania dicono che il club di Gelsenkirchen sarà costretto a vendere il suo stadio. La dirigenza smentisce, ma nel frattempo sta tagliando praticamente tutte le spese. Anche quelle basilari.

È da diversi anni, ormai, che lo Schalke 04 vive sull’orlo di un burrone. È un discorso economico che diventa tecnico, inevitabilmente: dopo la retrocessione del 2021 e la promozione al primo colpo, il club di Gelsenkirchen sembrava aver ritrovato un minimo di solidità. E invece le cose hanno ripreso ad andare male, malissimo. O meglio: non si erano mai sistemate davvero, e così la nuova retrocessione in 2.Bundesliga ha fatto riemergere le vecchie criticità. Una su tutte: 168 milioni di euro di passivo a bilancio, un rosso che mette a repentaglio l’esistenza stessa del club. E che, chiaramente, ha impedito all’area tecnica di programmare una seconda risalita immediata. A oggi, infatti, lo Schalke è 14esimo in classifica. E ha soltanto due punti di vantaggio sul 16esimo posto occupato dal Kaiserslautern, quindi dalla zona-playout per la retrocessione in terza divisione.

Il problema vero, però, resta economico. Secondo quanto riporta la Bildinfatti, anche l’eventuale salvezza non cambierebbe le cose: vista la situazione debitoria, lo Schalke sarà punito con una pesante penalizzazione da scontare nella prossima stagione. A meno che non realizzi dei profitti entro la chiusura del prossimo esercizio finanziario. O meglio: «Dei profitti significativi», scrive il quotidiano tedesco. Che, proprio in virtù di questa eventualità, ha ventilato la possibilità che la Veltins-Arena, l’impianto da 62mila posti inaugurato nel 2001, possa essere venduta. In realtà la società ha già smentito questa ipotesi: l’amministratore delegato Matthias Tillmann ha detto che «la situazione finanziaria resta difficile, è vero, ma al momento non siamo costretti a fare cose di cui non siamo strategicamente convinti. Per esempio, vendere lo stadio».

Al di là dello stadio, la Bild ha raccontato anche altri retroscena piuttosto inquietanti, sulle condizioni dello Schalke. Che, in pratica, sta risparmiando su qualsiasi cosa pur di sopravvivere. Per esempio: il board ha deciso di ridurre il numero di invitati alle assemblee generali, in modo da dover noleggiare meno auto e delle strutture meno ampie. Stesso discorso per la prima squadra: per i ritiri prepartita, saranno scelti degli alberghi meno lussuosi. E ancora: i dirigenti stanno valutando dei tagli allo staff che cura gli account sui social, soprattutto quelli in lingua straniera, e anche i nutrizionisti che seguono i giocatori dovrebbero essere consultati in modo meno frequente. Infine, come se non bastasse, dovrebbe essere interrotto anche un progetto di collaborazione con delle Academy statunitensi: negli ultimi anni, infatti, diversi calciatori nati in America sono sbarcati a Gelsenkirchen per allenarsi nelle strutture dello Schalke, ma ora si tratta di una spesa evidentemente superflua.