A volte, per descrivere il grande impatto di un calciatore sulla sua nuova squadra, bastano i numeri. Il caso di Dani Olmo è uno di questi: l’unico grande acquisto estivo del Barcellona ha realizzato cinque gol nelle cinque gare di Liga disputate, con quattro reti messe a segno nelle tre gare in cui è stato schierato da titolare. Se vi sembra un numero basso, sappiate che è frutto di contingenze sfortunate: Olmo non ha potuto giocare fino alla terza giornata – per via dei problemi economici e di registrazione dei giocatori che affliggono ogni anno il Barça – e poi ha dovuto saltare quattro turni di campionato a causa di un infortunio muscolare. È rientrato nel secondo tempo del Clásico, Flick l’ha rimesso dentro dall’inizio per il derby contro l’Espanyol e lui ha risposto con una doppietta. La sua prima da quando è tornato al Barcellona, il club in cui è cresciuto e da cui è andato via a 16 anni per trasferirsi in Croazia, alla Dinamo Zagabria – sì, la strana storia di mercato di Dani Olmo ha davvero aperto una nuova frontiera.
Il fatto che Dani Olmo torni in campo dall’inizio ha un impatto significativo, sul Barcellona: per fargli spazio accanto a Pedri e Casado, infatti, Flick ha messo in panchina Gavi, Fermín López e De Jong. Questi nomi evidenziano l’abbondanza – diciamo anche il lusso – di cui può godere il tecnico tedesco, finora abilissimo a trovare soluzioni semplici ed efficaci a tutti i problemi tattici della sua nuova squadra. Proprio il dubbio che il centrocampo diventasse troppo affollato veniva agitato da tutti i critici del Barça, ma i fatti stanno dicendo che Dani Olmo era il tassello giusto per completare la squadra. Oppure, quantomeno, per far dimenticare il mancato arrivo di Nico Williams, il grande obiettivo dell’ultimo mercato estivo. Si tratta di due giocatori diversi, va bene, ma basta fare una semplice divisione per rendersi conto che Dani Olmo segna un gol ogni 54 minuti di gioco. Quando il rendimento tocca dei vertici così assoluti, non ci sono perplessità che tengono.
Lo pensa e lo dice anche Flick: «Dani sa segnare, e questo è fondamentale per noi». In un Barcellona che sta sperimentando un possesso meno ragionato, più verticale, avere un trequartista del genere è un’arma affilatissima. Lo abbiamo visto chiaramente anche agli Europei: inizialmente il ct De la Fuente non l’ha schierato da titolare, e infatti nella gara contro l’Italia Dani Olmo non è nemmeno subentrato nella ripresa, ma poi è diventato imprescindibile. E decisivo: assist vincente contro l’Albania, gol alla Georgia, gol e assist contro la Germania e gol alla Francia in semifinale. È più o meno lo stesso rendimento tenuto in questo incredibile avvio con il Barça, il club a cui ha voluto tornare a tutti i costi. E che ha sfidato la sua crisi economica per prenderlo: fino a gennaio, infatti, Dani Olmo è registrato in via temporanea, sfruttando lo slot lasciato libero dall’infortunio di Christensen. Da gennaio in poi, Laporta e il suo staff dovranno trovare il modo per inserire anche lui in lista. Visto come stanno andando le cose, è un vero e proprio obbligo morale.