Il lavoro mentale di un campione, nelle parole di Jannik Sinner

Cosa ha detto il numero uno al mondo alla vigilia delle Finals, nel talk organizzato da Nike.
di Francesco Paolo Giordano 08 Novembre 2024 alle 11:27

A Torino Jannik Sinner è il protagonista più atteso, e all’esterno del Nike Store del capoluogo piemontese l’entusiasmo è palpabile: la folla è di quelle che si radunano per i grandi campioni, per le star internazionali – due categorie a cui il tennista italiano oggi appartiene. Con Nike, Sinner ha dato vita al talk “The Inner Work of a Champion”, in cui ha esplorato diversi temi, tra i quali il lavoro interiore e la forza mentale.

Sono i giorni di preparazione alle Atp Finals, dove Sinner arriva da finalista dello scorso anno e da numero uno al mondo. «È stato un anno molto intenso, ho vinto tornei prestigiosi, ho fatto tanti progressi, quindi queste Finals sono ancora più importanti. A Torino mi sono sempre sentito a casa, qui ho giocato per la prima volta in Coppa Davis».

E dire che all’inizio il tennis era soltanto un passatempo: «Ho avuto la fortuna di fare tanti sport da piccolo, bici, corsa, calcio. Il tennis era soltanto il terzo sport, giocavo due volte a settimana, era giusto per divertirmi. Poi credo che nella vita si debbano fare delle scelte, io a 14 anni ho provato a diventare un giocatore forte di tennis: quando decidi di andare in quella strada lì, magari non sempre hai voglia di allenarti, quindi la parte mentale è molto importante. Ma non c’è una regola, ognuno è diverso, ognuno deve trovare il suo modo e per fare questo prima devi sbagliare».

Da numero uno al mondo, la pressione sulle spalle di Sinner è enorme, ma non un problema: «La pressione è un topic importante, ognuno di noi ha delle pressioni. La mia è diversa, mi piace e, se gestita in modo normale, diventa diversa. È divertente. Agli US Open c’era una frase che mi ha colpito “La pressione è un privilegio” ed è proprio così. E mi sento onorato di essere in questa posizione. Quando la pressione si alza la uso in modo favorevole, mi dà energia. Il tennis è un gioco e deve sempre rimanere un gioco».

Inoltre, Sinner ha detto una cosa non banale a proposito del festeggiare le vittorie: «Quando vinco sono fiero del lavoro che ho fatto, ma nella mia testa c’è anche aver giocato contro un avversario che ha perso e per questo motivo sono molto rispettoso. Mi fermo a riflettere anche su cosa stia pensando il mio avversario; il rispetto dell’avversario è per me molto importante».

Un‘importante occasione, quella creata da Nike che, sulla scia della campagna “Winning isn’t for everyone”, ricorda a tutti noi attraverso uno dei suoi maggiori esponenti di puntare sempre all’eccellenza e di sentirsi legittimati a desiderare sempre la vittoria, che essa sia sul campo o fuori.

“If you win within, you can win anywhere”: il messaggio che si legge nel cappellino che Jannik ha voluto regalare ai presenti sottolinea l’importanza del lavoro interiore per ottenere vantaggi significativi sia in campo, che nella vita.

Il Nike store di Via Roma ha offerto agli ospiti e ai ragazzi delle scuole tennis l’opportunità di partecipare all’evento, con momenti di interazione e domande rivolte al campione. In seguito, alcuni partecipanti hanno realizzato insieme a Jannik un’attività di customization, in cui si sono divertiti a creare delle t-shirt personalizzate con delle patches Nike di Sinner.

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