Se vuoi rivitalizzare un giocatore, l’idea migliore è prestarlo all’Empoli

Vásquez, Esposito, Colombo, Pellegri, Viti: la squadra di D'Aversa ha un effetto balsamico sui suoi calciatori.
di Redazione Undici

Ci sarebbe tanto da dire sull’Empoli e sulla sua storia, su un club che ha sede in un comune di 50mila abitanti, anche meno in realtà, eppure è una realtà stabile nel grande calcio italiano. Da trent’anni, per altro. Il modello della proprietà Corsi è virtuoso ed efficace, produce risultati e utili economici. E il nono posto di quest’anno (con annessa qualificazione ai quarti di Coppa Italia) con sette punti di vantaggio sulla zona salvezza, come dire, è solo l’ultima di una serie di piccole imprese calcistiche. Guardando alla stagione in corso, ci sarebbe tanto da dire su come gioca la squadra di D’Aversa, sul lavoro dell’ex allenatore del Lecce, sul modo in cui l’Empoli ha battuto squadre concorrenti come Cagliari, Como, Verona, ma ha anche tolto punti alla Roma, al Bologna, alla Fiorentina. Più di tutto questo, però, l’Empoli 2024/25 salta agli occhi perché, di fatto, ha rivitalizzato un’intera squadra di giocatori arrivati in prestito. E che, per dirla con un eufemismo, non erano reduci dalle migliori stagioni della loro carriera.

Ci sono nomi per tutti i gusti: Devis Vásquez, il giovanissimo portiere che non avevamo mai visto e che si sta imponendo come una delle più grandi sorprese del campionato; Mattia Viti e Pietro Pellegri (fermato purtroppo dall’ennesimo, gravissimo infortunio), ex ragazzi prodigio emigrati all’estero da adolescenti e che non son riusciti a confermare le grandi aspettative che c’erano intorno a loro; Sebastiano Esposito, altra grande promessa che si stava perdendo (l’Inter l’aveva già mandato in prestito alla Spal, al Venezia, al Basilea, all’Anderlecht, al Bari, alla Sampdoria) e ora si sta finalmente imponendo in Serie A, con sei gol in 835 minuti di gioco; Lorenzo Colombo, che a 23 anni da compiere ha già segnato tre gol in 15 partite, praticamente la stessa quota di gol raggiunta nelle stagioni a Lecce e a Monza; Youssouf Maleh e Ola Solbakken, che magari non staranno incantando come altri compagni ma hanno un ruolo significativo nelle rotazioni di D’Aversa; Mattia De Sciglio, ripudiato dalla Juve dopo tanti anni e ora alternativa nel 3-4-3 fluido del tecnico dell’Empoli.

Ecco, tutti questi giocatori sono arrivati in estate a titolo temporaneo. E stanno facendo molto bene. Insieme a loro ci sarebbero anche Sazanov, Zurkowski e Sambia, per un totale di undici calciatori in prestito. Tanti, non c’è dubbio, ma nei contratti di questi giocatori, la maggior parte, c’è un diritto di riscatto – si tratta di Vasquéez, Esposito, Viti, Solbakken. L’Empoli, inoltre, sta valorizzando anche dei giocatori/asset di cui è proprietario: Ismajli, Henderson, Pezzella e Cacace rappresentano la vecchia guardia, Fazzini e soprattutto Goglichidze sono i due gioielli che, è praticamente certo, determineranno delle ennesime plusvalenze sul mercato. In attesa di capire se i primi (abbaglianti) segnali lanciati dal ventenne Marianucci avranno seguito. Insomma, per l’ennesima volta l’Empoli si conferma come una delle società che lavora meglio in Serie A. Soprattutto quando si tratta di costruire o ricostruire dei giocatori.

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