Il ritorno in Italia può mettere fine all’incubo di Zirkzee al Manchester United?

Si parla di Juventus, o comunque di Serie A, dopo sei mesi (a dir poco) fallimentari.

La terza partita di Ruben Amorim sulla panchina del Manchester United, finita con un netto 4-0 all’Everton, si è giocata solo un mese fa (era il primo dicembre 2024) ma sembra distante secoli. Perché nel frattempo i Red Devils sono precipitati fino al 14esimo posto, e così qualcuno – più di qualcuno – ha iniziato addirittura a parlare di rischio-retrocessione. E perché quel giorno sembrava che Joshua Zirkzee avesse iniziato a (ri)trovare la strada smarrita fin da quando aveva deciso di trasferirsi a Manchester: schierato dal primo minuto e da centravanti, con Rashford e Bruno Fernandes a completare il reparto offensivo, aveva segnato il secondo e il terzo gol con la sua nuova squadra. Il primo era arrivato all’esordio contro il Fulham, a metà agosto.

Oggi, come detto, sembra che sia passata un’eternità. Perché le ultime immagini che abbiamo di Joshua Zirkzee sono quelle di un calciatore in lacrime, sostituito al 33esimo minuto di una partita in casa, contro il Newcastle, mentre il Man United era sotto 0-2. E non è tutto: al momento della sua uscita dal campo e dell’ingresso di Mainoo, il pubblico di Old Trafford ha fischiato Zirkzee come se indossasse la maglia bianconera dei Magpies. Subito dopo il cambio, Zirkzee è sceso negli spogliatoi, poi nella ripresa è ricomparso in panchina con il cappuccio della tuta alzato come se volesse coprirsi il volto. «Mi dispiace per lui ma dovevo fare qualcosa per la squadra», ha detto il manager dello United. «Voleva rimanere negli spogliatoi, poi nel secondo tempo è tornato in campo».

Quello che è successo in occasione di Manchester United-Newcastle è chiaramente l’apice negativo di un percorso accidentato, fatto di equivoci, di valutazioni sbagliate. E anche di incastri sfavorevoli: in fondo Zirkzee era stato preso dal Manchester United per giocare nella squadra di Erik ten Hag, non in quella di Amorim. Che, non a caso, subito dopo la sua prima partita come manager dei Red Devils – finita 1-1 in casa dell’Ipswich Town – aveva detto chiaramente che «Zirkzee deve andare in area di rigore per sfruttare i cross». Questa incompatibilità di fondo sembrava potersi risolvere, ma ora la distanza tra Zirkzee e il nuovo Manchester United – o meglio: quello che potrebbe essere, a patto che Amorim riesca a raddrizzare la stagione – sembra sempre più vasta. Si può dire sia incolmabile.

In una situazione del genere, è inevitabile pensare a Zirkzee come un giocatore non pronto per la Premier League. Al fatto che un attaccante rivelatosi decisivo nel contesto della Serie A potesse fare fatica nel campionato più ricco e più difficile del mondo. Ovviamente c’è qualcosa di vero in questa visione della realtà, ma ci sono anche due aspetti da tenere in considerazione: il primo riguarda proprio le caratteristiche di Zirkzee, il suo essere un centravanti atipico, diciamo pure un rifinitore offensivo, non propriamente adatto allo stile di gioco di Amorim e al calcio inglese in generale; il secondo va invece intercettato nella crisi perpetua che sembra avvolgere il Manchester United, un club che da un decennio a questa parte è diventato un buco nero che inghiotte il talento di giocatori e allenatori.

Insomma, una volta via da Bologna Joshua Zirkzee non poteva fare scelta peggiore del Manchester United. Non certo a livello economico e di blasone, ci mancherebbe altro, ma per l’evoluzione della sua carriera: non abbiamo la controprova che in un altro club di Premier avrebbe fatto meglio, ma sappiamo che a Old Trafford le cose vanno molto male da anni. E allora forse Zirkzee e i suoi agenti avrebbero potuto valutare in maniera diversa le proposte che pare gli siano arrivate dall’Italia: per tutta l’estate si è parlato di Milan e poi anche di Juventus, due club in cui l’attaccante olandese avrebbe potuto giocare la Champions, per altro da protagonista, e in cui sarebbe stato al centro del progetto. Sarebbe stata, in ogni caso, un’avventura che avrebbe permesso a Zirkzee di “testarsi” in uno step intermedio tra una squadra borghese e un top club di Premier in cui le pressioni sono elevatissime, in cui la concorrenza è spietata. In cui, per altro, le condizioni sono disfunzionali per qualsiasi calciatore. A maggior ragione per un calciatore come lui, reduce da un’esperienza non facile in un’altra società di primissima fascia (il Bayern Monaco).

Il fatto che ora si parli di un nuovo ritorno in Italia, in qualche modo, certifica che Zirkzee non si era ancora del tutto espresso. Da questo punto di vista, il possibile ricongiungimento con Thiago Motta alla Juventus – che a sua volta, come dire, ha fatto fatica a integrare compiutamente Vlahovic nel suo gioco – potrebbe essere un’opportunità importante. E infatti, almeno nelle ultime ore, quella che porta verso la squadra bianconera è l’indiscrezione più ricorrente, nelle cronache di mercato. Le altre squadre del nostro campionato sono un po’ più defilate, per diversi motivi, e naturalmente molto dipenderà anche da ciò che vorrà fare il Manchester United: i Red Devils potrebbero andare su Gyokeres, e a quel punto Zirkzee potrebbe essere “liberato” e ceduto in prestito. Forse sarebbe la soluzione migliore, per provare a recuperare un grande investimento – lo United ha speso più di 40 milioni di euro per il centravanti olandese, senza contare le commissioni – e a non disperdere un talento.