Una squadra norvegese ha affidato la panchina all’intelligenza artificiale

L'esperimento non è andato benissimo.
di Redazione Undici 10 Gennaio 2025 alle 13:30

Da anni, ormai, ci chiediamo come e quanto l’intelligenza artificiale possa impattare sul calcio. In Norvegia hanno deciso di fare di più, anzi di esagerare: hanno affidato la guida di una squadra professionistica a un manager AI, cioè a un computer che processa dati e che dà indicazioni tattiche. No, non stiamo scherzando né raccontando la trama di un film di fantascienza (o sarebbe meglio dire fantasport): la squadra in questione è l’HamKam 2, ovvero la filiale di un club di prima divisione (HamKam) che partecipa al campionato di quarto livello nella piramide norvegese. E che, per la partita contro il Nos, ha tentato questo esperimento ai limiti del surreale.

Lo diciamo subito: non è andata benissimo, il Nos ha vinto 6-1. In questo caso, però, raccontare l’andamento delle cose è più importante dell’esito. Sotto trovate un video che testimonia tutto quello che è accaduto, ma intanto possiamo anticipare qualcosa: l’intelligenza artificiale ha ordinato ai giocatori dell’HamKam 2 di iniziare la partita schierandosi con un 4-5-1, e dopo pochi minuti dall’inizio è arrivato anche il gol del vantaggio. Il pareggio del Nos è stato il preludio a una vera disfatta, ma anche a tutta una serie di indicazioni sballate da parte del computer: prima ha imposto ai giocatori di disporsi con lo schema 1-0-9, poi ha voluto che il portiere battesse una rimessa laterale nei pressi del centrocampo. No, ripetiamo: nessuno scherzo. È tutto vero e documentato:

I tifosi allo stadio non sembravano molto felici di come stsssero andando le cose

Ora vi starete chiedendo: perché? La risposta è più semplice di quello che pensate: l’esperimento è stato sostenuto dal team di Eidsiva, azienda che sponsorizza l’HamKam e che si occupa proprio di tecnologia (in campo energetico) e intelligenza artificiale. Uno dei dirigenti di Eidsiva ha spiegato che «la nostra ipotesi era proprio questa: certi supporti hanno enormi prospettive, anche nel calcio, funziona meglio quando gioca nella stessa squadra delle persone. Questo progetto dimostra che la tecnologia da sola non è sufficiente, soprattutto in un ruolo così incentrato sull’uomo». Dal punto di vista sportivo, cioè da parte della dirigenza dell’HamKam, il giudizio è stato similare: «Volevamo vedere cosa sarebbe successo se fossimo andati fino in fondo», ha detto Mehran Ansari, direttore generale del club. «I giocatori si sono mostrati disponibili, anzi sono stati rapidissimi ad adattarsi a questo esperimento. Poi però le cose sono un po’ degenerate nel corso della partita».

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