Eljif Elmas ci ha messo pochissimo a riprendersi la Serie A

Il macedone, tornato in Italia dopo l'esperienza a Lipsia, ha iniziato benissimo la sua avventura al Torino.

Gioco di prestigio al Dall’Ara, zampata rapace in casa del Monza. Blitz servito: nel giro di due trasferte, Eljif Elmas s’è preso il Torino. E ha ricordato alla Serie A di essere un talento. Magari ancora in via di formazione, a oggi troppo acerbo per caricarsi sulle spalle una grande squadra: al Lipsia in Germania ha fatto fatica – 22 presenze senza gol – e ai tempi del Napoli era una super sub, utilizzabile in tutti i ruoli dalla metà campo in su – ai tempi di Ancelotti ha giocato da centrocampista, poi Gattuso e Spalletti l’hanno utilizzato come mezzala, come esterno offensivo, in caso di emergenza anche come prima punta. Ma in una realtà come quella granata potrebbe aver trovato la sua dimensione ideale per essere protagonista. E per rilanciarsi, mostrando tutte le sue qualità-

Era da agosto che il Toro non vinceva due gare di fila in campionato – segue una lunga serie di sfortunati eventi. Ci è riuscito nel segno del suo nuovo numero 11. È come se la disabitudine al gol fosse stata cancellata in un colpo: destro di controbalzo a scardinare il Monza, da centravanti d’area, come se non avesse fatto altro nella vita (eppure, prima di queste ultime settimane, Elmas non segnava da un anno). Insomma, la squadra granata e il giocatore macedone stanno rompendo insieme il digiuno. Non era scontato, perché il macedone era reduce da diversi acciacchi fisici. Tempo di ambientamento zero, come se non avesse mai lasciato la Serie A.

Al debutto, contro il Bologna, aveva colpito nel modo a lui più congeniale: da subentrato, spaccando la ripresa e la difesa rossoblù – tunnel più tocco sotto – come ci aveva abituato ai tempi dello scudetto col Napoli, quando faceva rifiatare Lozano, Politano e anche Kvaratskhelia, senza farli rimpiangere. Ma era chiaro che il Torino non cercasse un jolly, soprattutto in una stagione come questa, orfana di sbocchi offensivi dopo il brutto infortunio di Zapata. Il macedone non si è fatto attendere: due da titolare e altrettante vittorie, svariando con gran qualità sull’out di sinistra. È una scossa al campionato granata, altrimenti a forte rischio anonimato. ma anche alle gerarchie della Serie A post-calciomercato. Finora Elmas ha segnato quanto il rossonero Giménez: fra tutti i nuovi arrivi, soltanto Diao e Kolo Muani hanno avuto un impatto più micidiale – ma hanno anche avuto più partite a disposizione.

Va dato merito al Torino, che senza incappare nell’ansia di rimpiazzare Zapata con un centravanti classico, ha messo a segno un paio di colpi chirurgici per il gioco di Vanoli – l’altro è il giovane Casadei, pure lui a segno nello 0-2 sul Monza. E se un mese fa Elmas poteva avere l’aria di un’intrigante scommessa, oggi quei 17 milioni di euro che serviranno per riscattarlo dal Lipsia non sembrano più così tanti. Ha 25 anni, un repertorio completo e una conoscenza mnemonica del nostro calcio. Cercava soltanto nuovo spazio per attaccarne altri. Meglio se dal vertice dell’area: palla al piede o inserimento il risultato è lo stesso.