Il matrimonio tra Roberto De Zerbi e l’Olympique Marsiglia doveva rappresentare un salto di qualità per entrambi: all’allenatore l’assalto ai vertici di un grande campionato, sia pure da outsider, al club il rilancio sportivo dopo oltre un decennio a digiuno di trofei. A nemmeno un anno dalla firma, però, il progetto tecnico dell’ex Brighton e Sassuolo è già parecchio scricchiolante. Se non sul punto di naufragare del tutto, in seguito a tre sconfitte consecutive che hanno portato a un inverosimile muro contro muro fra guida tecnica e squadra. Al punto che lunedì scorso, De Zerbi ha apertamente liquidato i suoi ragazzi: «Oggi non vi allenerò». Punto.
Una situazione rara da riscontrare a così alti livelli: lo spogliatoio, oltraggiato, ha scelto di non scendere affatto in campo. È servita allora tutta la paziente opera di mediazione di Mehdi Benatia, direttore sportivo dell’OM soltanto da pochi mesi. Il primo colloquio con i giocatori, compattati contro l’allenatore, è durato quasi un’ora. E l’ex difensore della Juve sembra avere – nel complesso – preso le parti di De Zerbi, rimproverando a Greenwood e compagni di dover fare molto di più e che prendere tre schiaffi da squadre modeste come il Reims o l’Auxerre non è cosa accettabile per un club ambizioso come il Marsiglia. A prescindere da chi siede in panchina.
Nei giorni seguenti, tra centro sportivo e dintorni, si poteva tagliare l’aria con un coltello. È seguita la decisione di portare la squadra in ritiro, una scelta che ha fatto arrabbiare ancora di più i giocatori. De Zerbi in questo senso è stato glaciale: «Io non vedo mai la mia famiglia. Quindi nemmeno voi vedrete la vostra». L’Équipe racconta molti altri retroscena sull’allenatore usa il pugno di ferro e parla al veleno contro i suoi ragazzi – nel mirino soprattutto Luis Henrique, Greenwood, il capitano Leonardo Balerdi e Pol Lirola, che proprio De Zerbi aveva voluto con sé in estate. Sintomo di un rapporto ormai ridotto ai minimi termini.
Il paradosso è che, in termini di risultati, la stagione del Marsiglia non può ancora essere considerata disastrosa. Anche avendo perso malamente tre delle ultime quattro gare di campionato, l’OM è terzo a meno uno dal secondo posto. In questi mesi ha ottenuto vittorie importanti e una credibilità rafforzata dal calciomercato, che ha portato in dote giocatori del calibro di Greenwood e Rabiot. A lungo è stato l’unico concorrente credibile del PSG, prima della fuga al vertice: De Zerbi e i suoi potrebbero essere scottati proprio con l’illusione di poter competere con i dominatori di Francia, che però hanno messo le cose in chiaro con un doppio 3-0 nello scontro diretto.
Si profila così una primavera amara. Il ritorno in Champions League, obiettivo stagionale del club, resta ampiamente alla portata. Eppure, in casa OM, improvvisamente, nessuno riesce nemmeno più a farci caso. C’è da salvare la quotidianità: altri due mesi di lavoro sotto una cappa di tale pesantezza sono troppi. Lo sa anche la dirigenza, che pure ha sempre difeso il lavoro di De Zerbi. Pensare di ripartire ancora da lui, la prossima stagione, in questo momento appare un’ipotesi lunare. Nel calcio però non si sa mai, nel bene e nel male.
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