Alla fine la prima intuizione è quella buona. Fin dai primi di marzo, quando il Milan ha fatto partire un lungo casting per individuare il nuovo direttore sportivo il nome di Igli Tare è sempre stato sulla lista. Magari non il primo, ma sempre lì, tra le possibilità. È stato superato a turno da Paratici, con cui i rossoneri non hanno trovato l’accordo, poi anche da Lee Congerton, ds dell’Al-Ahli ed ex responsabile scouting dell’Atalanta. Alla fine, però, sembra averla spuntata l’ex ds della Lazio. Che è piaciuto a tutti: a Furlani, a Ibrahimovic e pure a Cardinale. E, di questi tempi, mettere d’accordo tutto il Mialn non è una cosa da poco.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’accordo dovrebbe essere molto vicino e potrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. Nella scelta ha giocato anche il momento rossonero: dentro e intorno al Milan, tutti chiedono una figura di riferimento. In questo senso, Tare non ha paura di prendersi responsabilità del genere, semplicemente perché lo ha già fatto per 15 anni alla Lazio. Anche a costo di litigare con il presidente Lotito e con alcuni allenatori, che magari avevano visioni divergenti rispetto alle sue. La conoscenza del calcio italiano, poi, aiuta. E molto. Tare è nel nostro calcio da quasi 25 anni, sa tutto di come funziona il sistema. Forse è un po’ rigido ma è sicuramente un uomo di polso, un dirigente che per molti è mancato nelle ultime due stagioni del Milan. Soprattutto se guaridamo alla gestione di alcuni giocatori, Theo Hernández, Leão e Maignan su tutti. In questo senso, molti tifosi hanno rimpianto la presenza e l’addio di Maldini. Ecco, quasi due anni dopo potrebbe essere arrivato un dirigente in grado di raccogliere l’eredità dell’ex capitano.
Il condizionale è d’obbligo sempre, specialmente con il Milan versione 2025. Anche perché sarà interessante capire quanto potere avrà il nuovo direttore sportivo. Tare non ha fretta di tornare, lo dimostra il mese di riflessione che si è preso dopo l’ultimo incontro del 15 aprile: ha valutato prima di tutto il peso che avrebbe nella direzione societaria. Se è vero, infatti, che una chiamata dei rossoneri è difficile da rifiutare, tutte le figure di campo allontanatesi (Boban e Massara, a parte Maldini) da casa Milan negli anni scorsi sono un alert bello grosso.
Tare potrebbe essere l’uomo giusto anche perché ha sempre dimostrato di saper gestire e costruire le sue squadre anche in momenti difficili. In questo senso, le parole dell’ad Furlani dopo la sconfitta in Coppa Italia – «Sono stati fatti errori, dobbiamo correggerli, prenderemo decisioni dopo le ultime due gare» – sono piuttosto significative. Il nuovo direttore sportivo partirà però da una condizione difficile: Conceição sarà quasi sicuramente esonerato senza il suo avallo, poi si dovranno scegliere il suo successore e i nuovi giocatori. In questo senso, Tare è una garanzia: nel suo curriculum si leggono gli acquisti di Immobile (miglior marcatore nella storia della Lazio preso a nove milioni dal Borussia Dortmund), di Sergej Milinkovic-Savic (acquistato a 12 milioni dal Genk e rivenduto a 40), di Felipe Anderson (comprato per sette dal Santos e rivenduto al West Ham per 38). E ancora Miro Klose a parametro zero e Luis Alberto per soli quattro milioni. Ci sono anche tante scommesse perse, tra cui spiccano Ravel Morrison e Ricardo Kishna, i vari Lukaku, Durmisi, Fares, Garrido, Novaretti, Pereirinha e Alfaro. Ma questa, in fondo, è la vita di un direttore sportivo. Nei suoi 15 anni di carriera, Tare ha anche portato a Roma dei giocatori che hanno fatto la storia della Lazio: Candreva, Parolo, Basta, Acerbi, Lazzari, Zaccagni e Provedel.
Se la trattativa dovesse andare a termine, Tare ha davanti a sé un lavoro duro: ricostruire il Milan e riaggregare una squadra sfaldata. E che, malgrado qualche lampo nei derby di Coppa Italia, dall’eliminazione in Champions League di febbraio contro il Feyenoord si è lasciata andare a un finale di stagione davvero oscuro. Al suo fianco dovrebbe mantenere lo stesso team, con Geoffrey Moncada a occuparsi dello scouting, Ibrahimovic riferimento della proprietà e ovviamente Furlani. Ecco, è le sorti del Milan del futuro passeranno inevitabilmente dall’alchimia che si verrà a creare tra tutti loro.