La FIFA venderà i biglietti del Mondiale del 2026 con un sistema di prezzi dinamici

L'idea di Infantino e soci per la prossima Coppa del Mondo è utilizzare un sistema di fluttuazione dei prezzi in base alla domanda, senza tutele per i consumatori: i pacchetti multi-evento in vendita finora variano dai 3500 ai 73.200 dollari a persona.

Una macchina da miliardi di dollari, che la FIFA ha tutte le intenzioni di spremere fino in fondo. A poco più di un anno dall’inizio dei Mondiali americani, la federazione di Infantino pianifica la vendita dei biglietti sfruttando una formula di mercato piuttosto inesplorata nel mondo del calcio – ma non nell’industria dello sport-spettacolo degli Stati Uniti o in quella della concertistica su scala globale. E cioè affidarsi a un sistema di prezzi dinamici: variabili al variare della domanda. Il che implica che le partite di cartello potranno essere viste soltanto a cifre vertiginose, cioè da un pubblico per lo più facoltoso. Basta vedere quel che succede oggi in NBA: per Gara-1 delle Eastern Conference Finals al Madison Square Garden di New York, un biglietto in media si vende a 1200 dollari (e a salire fino a 62mila). Chissà allora quando Spagna o Brasile si sfideranno dai quarti di finale in su.

L’iniziativa – per ora un’indiscrezione, trapelata da fonti interne della FIFA – è stata subito fortemente criticata dalle associazioni di categoria. «Non ha nulla a che fare col calcio», taglia corto Ronan Evain, direttore esecutivo di Football Supporters Europe, parlando con The Athletic. «Crediamo che il ruolo della FIFA sia di stabilire le regole, non trarre profitto dall’assenza di regolamentazione del mercato. La FIFA è una macchina da incasso con enormi riserve di denaro: non c’è alcuna giustificazione per un ulteriore aumento dei prezzi. Il minimo che possa fare è mantenere quelli del 2o22» (e già in Qatar assistere a una partita della fase a eliminazione diretta costava tra i 500 e i 1500 euro circa).

L’ulteriore furbata della FIFA è che l’esperimento dei prezzi dinamici sarà già in atto durante la prossima Coppa del Mondo per club, al via tra poche settimane. Ma quella è una competizione nuova, artificiale, che fa storcere il naso alla maggior parte dei tifosi: il risultato è che la domanda per i biglietti sarà particolarmente bassa, e allo stesso modo lo saranno i prezzi (una gara dell’Inter o del Manchester City nella fase a gironi costa meno di 30 euro). Infantino avrà così il pretesto di annunciare al mondo che questo è un sistema efficiente, che garantisce un’equa allocazione delle risorse e dei consumi, fino a tutelare gli spettatori. E pazienza se un rapporto interno alla federazione ha già effettuato per il 2026 una “stima conservativa” da 1,8 miliardi di dollari al botteghino: a marzo, la FIFA aveva inoltre fissato l’obiettivo a 13 miliardi di profitti per il quadriennio che culminerà nel Mondiale (quasi il doppio rispetto al precedente). Un’occhiata al listino prezzi delle partite e si farà presto a capire perché.

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