Il Barcellona ha vissuto due anni complicati allo stadio del Montjuïc, ma ci sono stati anche degli aspetti positivi

Nell'impianto temporaneo del Barça sono entrati tanti nuovi tifosi che non avevano mai visto la squadra blaugrana. E tutti gli indicatori relativi al pubblico sono migliorati nella seconda stagione.
di Redazione Undici 03 Giugno 2025 alle 12:44

Per il Barcellona, com’è ovvio che sia, avere il Camp Nou fuori uso è stato un grosso problema. E anche i ritardi nella consegna del nuovo impianto, previsti per questa stagioni e poi rimandati all’inizio della prossima, hanno avuto un impatto negativo sui conti, sull’immagine, sulla percezione del club blaugrana. Eppure, nonostante tutto, il soggiorno obbligato sulla collina del Montjuïc ha avuto anche delle conseguenze positive sul Barça. E sulla sua fanbase. È chiaro, questa sensazione è stata alimentata dalla grande stagione della squadra di Flick, vincitrice di tre titoli e arrivata a un passo dalla finale di Champions, dall’esplosine fragorosa di Lamine Yamal, da tutta una serie di incastri che hanno addolcito l’esilio dal Camp Nou. Però, dati alla mano, anche il periodo vissuto allo stadio Olimpico – impianto da 55mila posti complessivi e 50mila omologati, praticamente la metà di quelli disponibili al Camp Nou – ha aiutato il Barcellona in alcuni aspetti.

In questo articolo, per dire, El País parla di questa faccenda usando addirittura dei termini storici: «Queste stagioni lontane dal Camp Nou hanno fatto nascere la “generazione del Montjuïc”: una tifoseria diversa da quella del passato». Il riferimento principale sta in quello che possiamo definire come il ricambio avvenuto sugli spalti: l’inevitabile riduzione del numero di abbonati (le tessere stagionali per il Camp Nou erano 80mila, al Montjuïc sono scese a quota 18mila e poi a 22mila) ha portato tanti nuovi tifosi ad assistere alle partite del Barça. Anche la politica di ticketing ha stimolato una sorta di “rotazione”: per cercare di limitare il più possibile l’impatto generato dalla lontananza del Camp Nou, la società ha preferito massimizzare gli introiti relativi ai singoli match, cioè ha fatto in modo che venissero venduti meno abbonamenti – i possessori della tessera annuale hanno potuto annullarla senza penali – e che i prezzi dei biglietti fossero ritoccati verso l’alto: per assistere all’ultimo Clásico giocato in Catalogna, infatti, sono serviti (in media) 554 euro, e così l’incasso complessivo è stato di poco inferiore ai 14 milioni di euro.

Nonostante si tratti di cifre non proprio a buon mercato, il numero di tifosi che hanno assistito a una partita al Montjuïc è aumentato: dai 983.616 della scorsa stagione, siamo passati a quota a 1.291.771. Anche tutti gli altri indicatori relativi al pubblico sono positivi. Insomma, alla fine il biennio dell’esilio in collina – Montjuïc si trova a un’altezza di circa 200 metri sul livello del mare, nella zona meridionale della città – non verrà ricordato in maniera esclusivamente negativa. Certo, va anche detto che i servizi e la qualità dello stadio olimpico Lluís Companys – nome ufficiale dell’impianto – non sono minimamente paragonabili a quelli del vecchio e del futuro Camp Nou: la posizione non è proprio agevole, non ci sono tantissimi parcheggi, la copertura non ripara parte di una tribuna stampa decisamente ristretta, i media si sono visti cancellare la metà dei pass garantiti negli anni precedenti. Allo stesso tempo, però,. il Barça ha trovato nuova linfa in campo e fuori, grazie a una community di tifosi che hanno potuto avvicinarsi per la prima volta al club. Non era poco, non era scontato.

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