Immaginate di essere un club semiprofessionistico, alla periferia del calcio globale. E riuscire a cambiare le regole del gioco senza nemmeno troppi sforzi – e con tanto di ringraziamenti da parte degli addetti ai lavori. Ecco, questo è quanto successo al Torns IF, una piccola squadra di terza divisione nei dintorni di Malmö, Svezia meridionale. Merito di un cavillo astruso all’interno del regolamento IFAB – l’International Football Association Board, il non plus ultra in fatto di diritto calcistico, indipendente dalla FIFA – e di un allenatore un po’ azzeccagarbugli, chirurgico a notare l’imprecisione e a illustrarne il paradosso.
Sia chiaro: si tratta di un’inezia, per una situazione di gioco praticamente mai vista all’atto pratico. Ma in teoria, il problema c’era. «Vedete?», spiegava lo staff del Torns in un video di ormai due anni fa, cerchiando in rosso il comma regolamentare contestato: per tracciare correttamente la linea del fuorigioco, prescriveva l’IFAB, va considerato il primo punto di contatto tra la palla e il giocatore che la passa. A quel punto l’allenatore chiedeva al suo giocatore più tecnico – con tutte le difficoltà del caso: non c’era alcun Ronaldinho in rosa – di alzare il pallone e trattenerlo in equilibrio sul collo del piede. Poi indicava a un attaccante di correre oltre la linea difensiva: soltanto a quel punto il compagno gli avrebbe potuto scucchiaiare la sfera, senza il rischio di vedersi alzare la bandierina. «Carta canta: pagina 93 del codice».
È tutto molto chiaro (grazie ai sottotitoli, ma non sottilizziamo)
Quel filmato tratto dal canale YouTube del Guardian, che qui riproponiamo, in breve tempo diventò virale. E su pressione epistolare del Torns arrivò infine all’attenzione dell’IFAB, che oggi ha deciso di aggiornare quella parte di regolamento: «Per il fuorigioco offensivo», si legge nel nuovo testo, «si deve utilizzare il primo punto di contatto della giocata o del tocco della palla; tuttavia, quando la palla è calciata dal portiere, va considerato l’ultimo punto di contatto». L’IFAB dunque riconosce l’errore e fa appello al buonsenso: è del tutto inverosimile che in partita un giocatore di movimento abbia il tempo di “incollarsi” il pallone al piede, favorendo la corsa furbesca dell’attaccante. Ma un portiere privo di pressione – comunque non semplice: servirebbe una scucchiaiata di diverse decine di metri – potrebbe farlo. E in questo senso si è voluto fugare ogni dubbio.
I direttori tecnici dell’IFAB hanno perfino scritto al Torns, ringraziandoli «per il contributo su questo chiarimento e per la loro gentile persistenza nella questione». Gli svedesi quasi non ci credevano: «È assolutamente fantastico aver fatto la nostra parte per migliorare le regole di questo sport meraviglioso. Ci è voluto un po’ per convincere l’IFAB, ma alla fine ci siamo riusciti”» Il testo aggiornato entrerà in vigore a partire dalla stagione 2025/26: sei mai qualcuno volesse applicare il trucchetto sgamato dal Torns, avrà tempo fino al Mondiale per Club. Improbabile, ma chissà.