Antonio Conte è l’uomo-epicentro del calcio italiano. Lo è da tanto tempo, in questa primavera – che sta volgendo al termine – lo è stato ancora di più. Perché ha vinto lo scudetto con il Napoli, diventando il primo allenatore nella storia della Serie A a conquistare il titolo con tre club diversi. Perché poi è stato al centro di una speculazione di mercato su un possibile ritorno alla Juventus, ritorno che poi non si è concretizzato. Conte ha raccontato tutte le emozioni di questi ultimi mesi, e anche della sua carriera, nuovo appuntamento in due puntate con Federico Buffa Talks, la produzione originale firmata Sky Sport con Federico Buffa e il direttore Federico Ferri, da oggi su Sky e in streaming su NOW, disponibile anche On Demand. Il primo episodio è in programma oggi alle 21 su Sky Sport Uno e a mezzanotte su Sky Sport Calcio. I nuovi passaggi sono previsti da domani, sabato 14 giugno (alle 11 e alle 23.15 su Sky Sport Uno, alle 12.30 e a mezzanotte e mezza su Sky Sport Calcio, alle 16 su Sky Sport Arena. Domenica alle 9.45, alle 12.30, alle 14.45, alle 17.45, alle 22 su Sky Sport Uno; alle 23 su Sky Sport Calcio; alle 20 su Sky Sport Max). Il secondo episodio sarà in onda da venerdì 20 giugno.
Oltre alla grande stagione, Conte ha anche pubblicato un libro sulla sua vita e sulla sua carriera: Dare tutto, chiedere tutto, edizioni Mondadori, scritto con Marco Berruto. In quest’opera, l’allenatore del Napoli spiega la filosofia con cui si è affermato come uno dei migliori tecnici della sua generazione. Oltre che del libro, Conte ha raccontato a Buffa e Ferri la sua storia con la Juventus (anche raccontando il suo arrivo da allenatore in bianconero) e ha anche parlato di stretta attualità: per la prima volta, infatti, ha spiegato cosa sia accaduto davvero nel finale di stagione dopo lo scudetto a Napoli, il chiarimento con De Laurentiis e la scelta di restare sulla panchina dei Campioni d’Italia. E ancora, le voci sulla Juventus. Di seguito un estratto della lunga intervista:
«È stato per me importante, fondamentale, l’anno prima in cui praticamente io dopo il Tottenham non ho allenato e sono rimasto a casa. Mi sono messo a studiare veramente tanto anche col mio Subbuteo. A casa mia c’è sempre il Subbuteo. Cioè, a casa c’è il campetto, quindi io tante situazioni poi le rivedo, riportandole sul Subbuteo, sia la fase offensiva, che la fase difensiva. Anche al campo di allenamento». Sul Napoli: «Io ho firmato un contratto di tre anni. L’obiettivo qual era? Quello che ho sempre detto: di costruire delle basi solide e non delle basi dove alla fine, alla prima situazione, potessero sgretolarsi. Il primo step ci siamo messi come obiettivo il ritorno in Europa, neanche la Champions League. Poi il fatto che noi siamo arrivati alla vittoria del campionato, nella mia testa e nella mia visione, nel mio progetto non è cambiato assolutamente niente.Quello che mi è dispiaciuto è che su una possibilità di un eventuale divorzio tra me e il Napoli, a un mese o un mese e mezzo dalla fine del campionato si sia già iniziato a parlare, si sia parlato di me alla Juventus. Perché io in realtà non avevo nessun accordo con la Juventus e ho rifiutato categoricamente.
Questa situazione rovinerà i rapporti con i tifosi bianconeri? « Solo gli stupidi possono andare dietro a queste cose. Detto questo, per me la Juventus è, era e sarà sempre la Juventus, è chiaro? Quindi nessuno, come ho detto, anche col Lecce, potrà mai inficiare il mio sentimento nei confronti di questo Club… della mia storia. Dove sono cresciuto, capisci? Mi dà fastidio perché tante volte anche dietro il mio e la mia persona… Dietro il mio personaggio tanti ci marciano, tanti comunque sono degli avvoltoi, perché comunque mi rendo conto che il nome mio è diverso rispetto a tanti. Mi ricordo benissimo anche quest’anno alla presentazione del Napoli, noi siamo lì in piazzetta e a un certo punto i tifosi del Napoli iniziano a chiedermi di saltare con loro: “Chi non salta juventino è”. Io stoppo tutti e dico: “Fermiamoci un attimo. Non mi potete chiedere ciò che non potrò mai fare”. A Napoli me la sono goduta. Me la sono goduta perché, ripeto, si fa tanto per arrivare al traguardo e vincere. Una volta che tu arrivi al traguardo te la devi godere, altrimenti non ha senso. Cioè non ha senso fare il percorso e non ha senso fare tutti quei sacrifici».
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