Il Mondiale per Club 2025 è un torneo pieno di ombre politiche, di contraddizioni, se vogliamo anche di errori logistici. Inoltre, per usare un eufemismo, ci sono stati e ci saranno ancora un po’ di problemi legati al meteo e all’affluenza del pubblico negli stadi americani, per non parlare dell’intasamento dei calendari e delle ripercussioni su tutte le altre competizioni. Fatta questa premessa, che non è da poco, la manifestazione voluta da Gianni Infantino sta raggiungendo i suoi obiettivi. Nel senso che i club si stanno dividendo l’altissimo montepremi FIFA, FIFA che a sua volta ha incassato un miliardo di euro per i diritti tv e ha già ricevuto diverse istanze per ospitare la prossima edizione, ovvero quella del 2029. Per la quale, è bene dirlo, si parla già di un ampliamento a 48 squadre qualificate.
Torniamo però al processo di hosting, che in realtà sarebbe già iniziato ma che in questi giorni ha ricevuto molti impulsi diretti. A cominciare da quello del Brasile, che attraverso la CBF (acronimo di Confederação Brasileira de Futebol) ha fatto già una dichiarazione di intenti in vista del 2029. Le parole del neoeletto presidente Samir Xaud, in questo senso, non lasciano spazio a dubbi: «Vogliamo essere più vicini alla FIFA. Ho già incontrato Infantino, gli ho fatto i complimenti per aver organizzato il Mondiale per Club e ho dato la mia disponibilità a ospitare la prossima edizione». Anche il Marocco, che ospiterà la Coppa del Mondo 2030 in co-hosting con Spagna e Portogallo, ha avanzato la sua candidatura: secondo quanto riporta Marca, si è mosso autonomamente per capire i termini di presentazione. E non è tutto: anche il presidente della Federcalcio spagnola, Rafael Louzan, pare abbia già avviato i colloqui con Infantino per ospitare il torneo.
Non è ancora stato stabilito come e soprattutto quando verrà scelta la nazione ospitante del Mondiale per Club 2029. Anzi, in realtà nei mesi e negli anni scorsi si è parlato anche di altre possibili candidature, per esempio quella congiunta Australia-Nuova Zelanda; naturalmente, poi, non si può scartare l’ipotesi di un ritorno negli Stati Uniti. In ogni caso, l’interesse per organizzare la manifestazione sembra piuttosto elevato. Ed è una notizia significativa, soprattutto se pensiamo a tutti i dubbi che aleggiavano – e che aleggiano ancora – intorno al nuovo torneo FIFA.