Il nuovo presidente del CONI è Luciano Buonfiglio, ex canoista e presidente di Federcanoa

Ha partecipato alle Olimpiadi di Montreal del 1976, dal 2005 è il massimo dirigente della Federazione Italiana Canoa Kayak ed è stato vicepresidente del Coni durante il primo mandato di Malagò.
di Redazione Undici

È bastato il primo scrutinio, alle elezioni CONI, per eleggere il nuovo presidente: si tratta di Luciano Buonfiglio, 74 anni, nato a Napoli, ex canoista e presidente uscente della Federazione Italiana Canoa Kayak. Buonfiglio ha ricevuto 47 preferenze su 81 (alla prima tornata ne bastavano 41 per essere eletti) e così ha battuto l’altro candidato Luca Pancalli, l’attuale presidente del Comitato Paralimpico Italiano, che ha ottenuto 34 voti. Buonfiglio sarà il massimo dirigente del CONI per il quadriennio 2025-2028, e succede a Giovanni Malagò, reduce da tre mandati alla guida dello sport olimpico italiano.

Buonfiglio ha dedicato proprio a Malagò le sue primissime parole dopo l’elezione: «Presidente Malagò, prima di tutto un saluto e un ringraziamento per questi 12 anni. Grazie anche a chi mi è stato vicino in questi sei mesi. Desidero sottolineare la correttezza del mio competitor Luca Pancalli, a cui va il mio più affettuoso saluto. Non posso non sottolineare i membri Cio che sono qui, sono un valore aggiunto». In merito al suo nuovo incarico, Buonfiglio ha parlato in modo chiaro: «Non è il tempo delle parole, ci aspettano i fatti. Eleggeremo una giunta perché c’è un grande cambiamento: votate con il cervello prima che con il cuore».

Al momento di presentare la sua candidatura, Buonfiglio l’aveva accompagnata con queste dichiarazioni: «Ho ricoperto tutti i ruoli nel mondo sportivo e  adesso voglio contribuire all’evoluzione del Coni. Ho raccolto le istanze, i contributi e le osservazioni di tutti. Mi sono confrontato con tanti presidenti federali, soprattutto i neoeletti. Ho sentito le atlete e gli atleti, i tecnici. Ho incontrato i rappresentanti dei Coni provinciali e regionali perché dobbiamo dedicare tanta attenzione al territorio. Se c’è un settore che va bene è proprio lo sport italiano, il brand del Coni è in assoluto uno dei marchi più riconosciuti al mondo. Dobbiamo però creare uno sportello di servizi per supportare e aiutare tutti gli attori a superare gli ostacoli burocratici. L’idea di evoluzione del Coni che abbiamo non può trascendere dall’esperienza di grandi dirigenti che hanno contribuito alla crescita dello sport».

Il percorso di Buonfiglio nello sport inizia come canoista sul finire degli anni Sessanta. Fino al 1980, anno in cui termina la sua parabola agonistica, vince diversi titoli italiani e mette insieme 36 presenze nella Nazionale di canoa. Arriva anche a partecipare ai Giochi Olimpici: a Montreal, nel 1976, arriva fino ai ripescaggi dei 1000 metri K-4, ma poi viene eliminato. Parallelamente a quella nello sport, porta avanti una carriera nel settore bancario e assicurativo. Come dirigente di Federcanoa, negli anni scala tutta la gerarchia: è prima tecnico, poi consigliere, vicepresidente e infine presidente. Il suo primo mandato al vertice dell’istituzione è iniziato nel 2005, e Buonfiglio ha ricordato quell’inizio in un’intervista raccolta dalla Gazzetta dello Sport: «Quando sono arrivato, la Federazione contava 5.500 tesserati, aveva un bilancio in rosso e poche prospettive. Oggi contiamo oltre 20mila tesserati, abbiamo un bilancio solido e sano, un centro federale finanziato dal PNRR, progetti ambiziosi, risorse in crescita, tanti Campioni Olimpici».

Buonfiglio è stato vicepresidente dell’International Canoe Federation e poi del Coni, ai tempi del primo mandato di Malagò (2013 –> 2017). A fine 2023 ha ricevuto il Collare d’Oro al Merito Sportivo, una delle onorificenze più prestigiose dello sport italiano. Insomma, per Buonfiglio l’elezione come nuovo presidente del Coni è il coronamento di un’avventura lunghissima, che ha attraversato quasi sei decenni, e che adesso trova compimento in un incarico di enorme responsabilità. A cui lui approccerà secondo il suo stile, mutuato da un percorso di vita diviso tra sport e impresa: «Ho imparato a pianificare il lavoro», ha raccontato alla Gazzetta, «definendo le strategie per raggiungere gli obiettivi assegnati. Anche per il Coni serve un piano strategico pluriennale da condividere con le istituzioni».

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