Anche se è il club più ricco del mondo, il Newcastle sta faticando molto a fare mercato

I Magpies si ritrovano in una terra di mezzo: potrebbero acquistare chi vogliono, ma i regolamenti della Premier impediscono investimenti eccessivi. E poi manca anche l'appeal delle altre Big Six.
di Redazione Undici
21 Luglio 2025

C’è un aspetto curioso nel calciomercato inglese. Come al solito, i club di Premier hanno già speso moltissimo, sfondando il tetto del miliardo di euro. Ekitike e Wirtz al Liverpool, Gyokeres all’Arsenal, Cunha e Mbeumo al Manchester United sono i colpi copertina di un campionato che ormai, a livello di budget, si è mangiato abbondantemente tutti gli altri. Eppure una tra le società più ricche di tutte, il Newcastle, di cui è proprietario il fondo saudita PIF, forse il più grande salvadanaio del pianeta, sta facendo fatica. E i motivi sono molto particolari.

Come analizzato dal Telegraph, i Magpies hanno inseguito almeno quattro obiettivi prioritari, ma tutti i tentativi si sono conclusi con un nulla di fatto. Tra i nomi sfumati ci sono Mbeumo (passato allo United), Delap e João Pedro (finiti entrambi al Chelsea) ed Ekitike (trasferitosi al Liverpool).  I Magpies rischiano di perdere anche James Trafford, portiere del Burnley, cercato a lungo e desideroso di giocare nel Nord-Ovest dell’Inghilterra. Il Newcastle, infatti, aveva trovato un accordo sui 25 milioni qualche mese fa, ma il Burnley, tornato in Premier League, adesso ne chiede almeno 40. Nel frattempo, si è inserito il Manchester City che ha presentato un’offerta con una clausola del 20% sulla futura rivendita e sembra decisamente in vantaggio.

Il Newcastle vuole – o meglio: vorrebbe – operare nel mercato dei top player. Ambizione legittima, certo, ma difficile da realizzare. Perché quando la concorrenza si fa dura, il club perde competitività. Per due ragioni: non arriva a certi standard per gli ingaggi e, soprattutto, è meno blasonato rispetto alle Big Six di Premier (Liverpool, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal e Tottenham). Con il fondo sovrano saudita alle spalle potenzialmente avrebbe le risorse più grandi del mondo. Ma le regole finanziarie della Premier League negli ultimi anni si sono fatte sempre più stringenti, propior per evitare che arrivassero altri investitori dall’estero e spadroneggiassero. A buoi abbondantemente scappati dalla stalla, in pratica, si vuole evitare un altro effetto City.

Per provare a ridurre il divario con le Big Six, quindi, il Newcastle ha puntato su giovani di prospettiva, come Alexander Isak, Sandro Tonali o Bruno Guimarães, investendo su di loro prima degli altri. Ora, però, la strategia è cambiata: servono profili pronti, capaci di incidere subito in Premier e in Champions League. La ragione? Semplice ma tremendamente complicata al tempo stesso: fare punti in Premier è difficilissimo. Se non fai punti non arrivi in Champions e non sei attrattivo per i grandi giocatori. Nonostante abbia vissuto una stagione super, con la qualificazione in Champions e la vittoria in Carabao Cup, la società è rimasta comunque un po’ indietro nei ricavi. Con l’ottavo monte ingaggi del campionato, nella scorsa stagione si è andati oltre le aspettative, ma non può essere un trend costante. Sulla Tyneside questa doveva essere l’estate della svolta, un’opportunità per allargare la rosa e alzare l’asticella. Superati i vincoli del Fair Play Finanziario, i tifosi si aspettavano che il Newcastle investisse pesantemente sul mercato. Invece, l’unico colpo rilevante è stato Anthony Elanga, acquistato dal Nottingham Forest per colmare il vuoto sulla fascia destra in attacco. Un bel colpo, ma che non cambia certo la percezione della squadra di Howe.

Al momento, la dirigenza ha deciso di lavorare con calma. Nonostante le pressioni per i nuovi arrivi, la strategia non è comprare tanto per comprare. C’è poi la situazione Isak da gestire. Il Liverpool sta orbitano attorno allo svedese da settimana e questo non fa che indispettire il club. Il giocatore si è sentito destabilizzato, dato che nel 2024 gli era stato promesso un rinnovo, poi mai andato davvero in porto. I rapporti si sono fatti più tesi, soprattutto con l’agente dell’attaccante. Ma il Newcastle ha fatto sapere, tramite il presidente Yasir Al-Rumayaan e il co-proprietario Jamie Reuben, che la propria stella non è sul mercato. Nulla esclude che a settembre si torni a parlare di rinnovo, con un cospicuo adeguamento dell’ingaggio. I media inglesi, a tal proposito, ipotizzano che Isaak possa diventare il più pagato della rosa. Allo stesso tempo, però, ci sono anche delle speculazioni sul suo possibile passaggio in Saudi Pro League.

Tutto però ruota intorno al management. Attualmente il Newcastle è senza direttore sportivo e l’amministratore delegato Darren Eales è in uscita. Al club manca quindi una reale struttura operativa. Eppure, riportano i giornali locali, l’obiettivo è chiaro: i top player sono beni del club e non si vendono, specie se come Isak hanno tre anni di contratto e vengono cercati dalle dirette concorrenti. L’ambizione non è svanita. Anche se il percorso è in salita, il Newcastle vuole restare tra le grandi. Perdere Isak, calciatore-franchigia se c’è n’è uno, darebbe un pugno da k.o a tutto il progetto, perché poi nessuno si sentirebbe più al sicuro. I Magpies faranno pure fatica a comprare, ma almeno hanno capito che non possono fare un rebuilding.

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