Il Boca Juniors sta vivendo la crisi più nera di tutta la sua storia

Gli Xeneizes non vincono una partita ufficiale da più di tre mesi: 11 risultati consecutivi a digiuno. Mai era successo nella storia del club e ora, più della rabbia dei tifosi, preoccupano le tensioni all'interno della squadra.
di Redazione Undici 29 Luglio 2025 alle 19:11

Psicodramma gialloblù. E mobilitazione in corso attorno alla Bombonera. Non poteva essere altrimenti: l’ultima partita conquistata dal Boca Juniors, uno dei club più vincenti del Sud America e tra i più prestigiosi al mondo, risale allo scorso 20 aprile. Più di tre mesi fa. Da allora sono seguite altre 11 gare ufficiali, dove la squadra ha raccolto 6 pareggi e 5 sconfitte. Nemmeno affrontare i dilettanti dell’Auckland City al Mondiale per Club era bastato per ritrovare il sorriso – anzi: il pareggio siglato da un insegnante di educazione fisica aveva consegnato gli Xeneizes al più spietato sfottò. Nemmeno, l’altra notte, riprovarci contro l’Huracan: unica formazione del campionato argentino a zero punti dopo due giornate, zero gol fatti e cinque subiti. Ebbene. A scivolare all’ultimo posto è finito il Boca. Ko per 1-0 e ormai in dichiarata autoanalisi.

Un ruolino di marcia del genere non era mai successo nella gloriosa storia societaria. Il precedente record negativo di gare senza vittorie si era fermato a dieci, nel 1957 e nel 2021. Funesta curiosità: oggi come quattro anni fa, sulla panchina del Boca siede Miguel Angel Russo – tornato però al timone soltanto lo scorso 2 giugno, dopo gli esoneri di Fernando Gago e Mariano Herron. “Mi scuso con i nostri tifosi”, ha detto l’allenatore, che a sua volta rischia il posto. “Urgono cambiamenti seri, ciò che sta accadendo non è logico. Dobbiamo risolvere questa situazione da soli, a porte chiuse: tutto questo non è normale per un club come il nostro. Il Boca non è abituato a perdere”.

Ed è proprio questa inesplorata situazione di smarrimento a rendere complesse le vie d’uscita. Perché sulla carta il Boca ha una rosa di tutto rispetto: magari non la migliore degli anni recenti, magari senza più particolari promesse del calcio argentino – come invece potevano vantare fino a poche settimane fa i rivali del River, col 17enne Franco Mastantuono appena passato al Real Madrid. Eppure, per gli standard locali, resta una signora squadra. Senz’altro un po’ vecchia: Sergio Romero in porta, Marcos Rojo in difesa – entrambi finalisti mondiali nel 2014 –, Ander Herrera a centrocampo ed Edinson Cavani in attacco. Hanno tutti più di 36 anni. E nemmeno il recente innesto di Leandro Paredes, tornato ai colori d’origine dopo oltre un decennio in Europa, per ora è bastato a raddrizzare l’inerzia.

Tra i problemi all’interno dello spogliatoio c’è poi la gestione di Rojo, personaggio notoriamente fumantino e capitano della squadra fino a poco tempo fa. Dall’arrivo di Russo è finito fuori rosa – fatto già di per sé singolare, considerato il ruolo –, ma come spiega il quotidiano argentino Clarín questa scelta ha contribuito a spaccare ulteriormente il gruppo, ormai frammentato fra sostenitori e detrattori dell’ex Man United. A Cavani invece, che resta sempre un gran nome per il merchandising, si accusa di mancare di quella leadership che in un momento del genere sarebbe richiesta a un campione del suo calibro. E il rendimento sotto rete ne risente. Così la fascia di capitano passerà presto a Paredes, che gode di un credito pressoché illimitato fra i tifosi in seguito al trionfo con l’Albiceleste in Qatar. Eppure sono davvero tanti i tasselli che devono rimettersi a posto: se le prestazioni sul campo sono un indicatore di salute, non s’intravedono segnali che fanno pensare a una pronta guarigione.

L’unico parafulmine nella tempesta resta dunque Juan Román Riquelme: presidente-leggenda del Boca Juniors, che però sta diventando a sua volta un bersaglio sempre più gettonato dai media e dalla comunità xeneize. Ha già parlato di un nuovo avvicendamento tecnico in panchina – sarebbe il quarto nel giro di pochi mesi, ma è il caso di dirlo, mala tempora currunt –, è disposto a rivoluzionare la direzione sportiva della squadra. Al Boca però serve quantomeno una reazione d’orgoglio. E pure in fretta. Se sono arrivati a scriverne perfino gli inglesi del Guardian, quasi mai inclini a occuparsi di calcio sudamericano, significa davvero che la crisi è di quelle che fanno rumore. In uno stadio come la Bombonera poi, figurarsi.

>

Leggi anche

Calcio
Anche se sembra assurdo, il campionato straniero più seguito in Brasile è la Bundesliga
C'entra il passato migratorio del Paese, ma soprattutto il nuovo piano di contratti televisivi che lega il calcio tedesco al pubblico verdeoro.
di Redazione Undici
Calcio
È bastata una partita contro il Barcellona in Copa del Rey per cambiare completamente la vita del Guadalajara, un club di terza divisione
Più dell'impatto emotivo pesa quello economico: riapertura della campagna abbonamenti, tribune aggiuntive nello stadio, merchandising da grandi occasioni. Così una singola partita può cambiare il bilancio delle piccole.
di Redazione Undici
Calcio
Da un giorno all’altro, Ola Aina è diventato un giocatore di culto
Da quando è arrivato al Nottingham Forest, l’ex esterno del Torino rappresenta un nuovo modello di calciatore: una figura genuina, capace di avvicinare i tifosi semplicemente attraverso l’ironia e la creatività. 
di Redazione Undici
Calcio
Per la Coppa d’Africa 2026 sono stati convocati oltre 30 giocatori nati nell’Île-de-France
Parigi e dintorni sono un bacino rigoglioso per tante Nazionali, non solo per la Francia.
di Redazione Undici