Il rinforzo con più hype del Sunderland non arriva dal campo ma dalla cucina. Nonostante la neopromossa in Premier League abbia speso più di 120 milioni di euro sul mercato per salvarsi in una categoria che mancava dal 2017 e che qualche anno fa, in League One, sembrava irraggiungibile, nel nord est dell’Inghilterra non si parla d’altro che del nuovo acquisto dei Black Cats, lo chef stellato Tommy Banks che metterà a disposizione le sue creazioni nella pancia dello Stadium of Lights.
A comunicarlo è stato lo stesso club in una nota apparsa sul sito ufficiale. Uno degli chef più famosi e apprezzati nel Regno Unito, visto anche a Wimbledon di recente, arriverà a Sunderland per rivoluzionare l’esperienza gastronomica dello stadio. Tifoso biancorosso fin da bambino, Banks è diventato il più giovane chef britannico a vincere una stella Michelin. Oggi ne ha due, grazie ai suoi rinomati ristoranti The Black Swan a Oldstead e Roots a York. Il suo pub The Abbey Inn Byland è stato eletto “Miglior Sunday Roast del Regno Unito” nel 2024, mentre la sua attenzione alla sostenibilità gli è valsa anche una Stella Verde Michelin. La maggior parte degli ingredienti che utilizza provengono infatti dalla fattoria di famiglia nello Yorkshire.
Il servizio, chiamato “Banks on the Wear” offre un menu à la carte curato personalmente da Tommy e dal suo team, con ingredienti a km zero, viste mozzafiato sul fiume Wear, lo skyline della città e il ponte pedonale, champagne reception e bar con vini pregiati, liquori e bollicine, posti esclusivi nella tribuna dirigenti, un’area privata esterna con vista panoramica, una specialità creata da Tommy a metà e fine partita, tra cui le sue iconiche pie, un programma e la distinta in omaggio, oltre al parcheggio premium. Un’esperienza a tutto tondo, insomma, che si amplia se si sceglie l’abbonamento stagionale che comprende l’accesso a un evento esclusivo a Wembley in suite privata, un cestino da picnic di benvenuto firmato Tommy Banks e consegnato a casa, un regalo di Natale curato dal suo team e una prenotazione prioritaria nei suoi ristoranti stellati.
«Sono cresciuto a York e il mio vicino di casa era il macellaio di Bob Murray, l’allora presidente del club – ha raccontato Banks in un’intervista al Times – ci regalava i biglietti e così nel 2000 ho visto la mia prima partita: Sunderland-Man United in Coppa di Lega, un martedì sera. Ero in tribuna, l’atmosfera era elettrica. Hanno segnato Julio Arca e Kevin Phillips. Tutti cantavano “Sunderland til I die”. Non avevo mai visto nulla del genere. Sono stato subito rapito». A scuola, lui e un amico erano gli unici tifosi del Sunderland in mezzo a sostenitori del Leeds e dello York City. «Sostenere il Sunderland? Un’altalena di emozioni!» ha rivelato, ricordando ancora il dolore per la cessione di Chris Makin all’Ipswich. Da chef, Banks ha dovuto conciliare i turni nei weekend con la passione per il Sunderland: «Vedevo tutte le partite in streaming, insieme con la mia squadra in cucina, la discesa in League One è stata dura». Quella dei Black Cats non è una semplice esperienza di marketing per farsi pubblicità e migliorare l’experience della partita, ma un’ulteriore esempio di come modernità e identità possano andare di pari passo. Il documentario Netflix “Sunderland Till I die” che racconta la discesa e la risalita sportiva del club ha mostrato molto bene quest’aspetto. Ora che finalmente è tornata la Premier League, tocca onorarla nel migliore dei modi, in campo e anche in cucina.