Il bronzo di Benedetta Pilato ci insegna che non si deve temere il cambiamento

I problemi, le rivoluzioni e le polemiche non hanno fermato una delle nuotatrici più forti d'Italia.
di Redazione Undici 04 Agosto 2025 alle 03:42

L’espressione distesa tradisce tutte le sue emozioni una volta uscita dalla vasca. È sinceramente soddisfatta, Benedetta Pilato. Non tanto e non solo per la quinta medaglia ai Mondiali, dopo l’oro nei 100 rana, l’argento nei 50 a Budapest nel 2022 e i tre bronzi consecutivi nelle ultime tre edizioni tra Fukuoka, Doha e Singapore, ma forse perché ha capito di aver ritrovato se stessa, almeno in parte. «Sono contentissima, il tempo è quello che è ma in questi contesti importante è mettere la mano davanti e ci sono riuscita. È una medaglia che vale tanto, significa costanza e lavoro» ha rivelato alla RAI e a Sky Sport finita la gara.

Pilato in questi mesi ha vissuto sulle montagne russe emotive. Dalla delusione di Parigi, dove è rimasta fuori dal podio olimpico nei 100 rana per tre centesimi, alle polemiche per aver semplicemente ammesso di essere contenta del quarto posto, invece che sentirsi disperata per un podio mancato per un soffio. In quell’occasione ha spalancato una finestra su quello che c’è nella sua testa, nella testa di una ragazza ancora poco più che ventenne, arrivata da teenager a stabilire record italiani ed europei, toccando la cima del mondo. Lei più di tutti sa che il nuoto e soprattutto i Mondiali sono fatti di tensioni che ti stritolano, perché in centesimi, a volte millesimi, si decide il lavoro di una stagione. E che se arrivi quarta un anno e prima l’anno dopo, ecco, non è detto che il tuo livello sia molto più alto o basso rispetto agli avversari.

Ci vogliono sacrifici, passioni e applicazione, anche a costo di cambiare. Pilato non ha mai avuto paura delle rivoluzioni, passando da Roma a Torino per gli allenamenti e ritornando, da settembre, di nuovo a Roma, a quel circolo Aniene che l’ha accolta quando era una ragazzina pugliese che inseguiva un obiettivo. Obiettivo in questo caso è un termine che veste meglio rispetto a “sogno” dato che nel suo significato c’è tutta la determinazione di una che se si mette in testa un traguardo. E in qualche modo lo centra, anche perdendo. Perché quando manchi un podio olimpico per un soffio, impari che la tua realtà si può dilatare, che tanti aspetti del nuoto e non solo si fanno relativi, poiché non dipendono più da te.

Un punto di vista perfetto specialmente per i 50 rana: una vasca infernale che da Los Angeles diventerà specialità olimpica e in cui contano anche i più microscopici particolari – la lunghezza del tuffo, la quantità di onde, una subacquea più o meno efficace. Toccare il bordo della piscina da terza in 30″14, dietro la primatista mondiale Ruta Meilutyte e la cinese Tang Qianting, voltarsi e vedere l’amica Anita Bottazzo, quarta, risalire dall’acqua, le restituisce un’immagine di serenità che diviene felicità nel pensare che, dopo tanti anni, lei, Pilato è ancora lì. Tra le prime. Considerando le problematiche ormonali e i colpi all’autostima i cui echi si sentono ancora nei sospiri di riflessione che fa prima di parlare davanti alla telecamera, questo risultato non era per niente scontato. Ci teneva tantissimo, ecco il motivo di quelle parole confessate a mezzo stampa. Dopo il Mondiale si prenderà una pausa e andrà in vacanza conBottazzo. Non abbiamo dubbi che ora come ora, proprio una come lei, con tutto quello che ha passato, abbia i cerotti giusti per le ferite nel morale di Anita.

>

Leggi anche

Altri sport
L’Italia del nuoto ha fatto la storia
Vecchie conoscenze e nuovi talenti che potrebbero dominare la scena per molti anni: come ha fatto la Nazionale azzurra a vivere il Mondiale migliore di sempre, a Budapest.
di Francesco Caligaris
Altri sport
C’è una nuotatrice cinese di 12 anni, Yu Zidi, che si è qualificata ai Mondiali e che sta facendo tempi strepitosi
Al punto che, nei 200 farfalla e nei 400 misti, ha già un ritmo da medaglia olimpica.
di Redazione Undici